mercoledì 24 aprile 2013

Potevo esimermi?



Certo che l’assenza del colore si fa sentire molto… oltretutto Masquerouge era uno dei fumetti colorati meglio per l’epoca. L’edizione Cosmo contiene comunque un ghiotto bonus:

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Per un lettore digiuno di Cothias e delle Sette Vite potrebbe essere una lettura deludente. L'artificio narrativo alla base della storia può dare l'impressione di essere entrati in sala a film già iniziato. Inoltre si tratta di episodi sciolti non nati originariamente per essere raccolti in volumi (ma con la foliazione saggiamente impostata per raggiungere le dimensioni standard qualora fossero stati ristampati, cosa che è successa) quindi possono sembrare frammentari e ci sono sempre delle scene e dei dialoghi ripetuti per riassumere le basi della storia. Pensati per il pubblico infantile che seguiva un giornalino appartenente all'area di sinistra, sono comunque godibili da adulti appassionati di Storia e di avventura classica.
      Irrinunciabile per gli appassionati di Juillard, anche se qui non era ancora il Maestro degli anni a venire.
      La prima "serie" finisce col terzo "volume" disegnato da Juillard e poi sarà continuata da Marco Venanzi ai disegni entrando più decisamente nell'affresco delle Sette Vite. Io ho i volumi del post-Juillard in francese, e mi pare che dal quinto o sesto venisse segnalata la svolta più adulta della serie.

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  2. tali e tante differenze che, dopo avere riso, vien da chiedersi: com'è possibile?
    Hai anche verificato l'originale e capito quale versione è la più 'creativa'?
    Un saluto, m.

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    1. Francamente in questo caso non ho notato molte differenze di rilievo, se non quelle dovute alle esigenze di sintesi della Cosmo e all'amore dei Paolini per il termine "pulcinella". Diciamo che mi sono lasciato prendere la mano dalla macchina fotografica e poi ho messo online una selezione abbastanza casuale, pur con qualche intervento mirato a far rilevare come le onomatopee e il lettering originale sulle tavole non sempre (quasi mai) venissero rispettati. Anche all'Eura hanno saltato delle urla o dei rumori sullo sfondo delle vignette di XIII, Largo Winch, ecc.

      Mi ha colpito invece come il colore, oltre che molto bello, fosse così importante per dare gli effetti di profondità, il peso degli elementi nelle vignette ed enfatizzare le espressioni dei personaggi - anche se in bianco e nero Juillard è sempre Juillard.

      Una comparazione con l'originale forse al prossimo numero di Masquerouge visto che di francese ho la deuxième epoque e non la prima.

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