Dopo il felice exploit dell’ultimo numero
Il Morto si concede un episodio dal
carattere interlocutorio, tanto più che Il
Germe della Follia è solo la prima parte di una storia che finirà sul
prossimo numero.
Peg trova fortuitamente lavoro come fattorino e magazziniere presso una
casa editrice. Il viaggio nell’Italietta che ogni due mesi ci fa fare la
testata prevede stavolta una ricognizione sulle modalità di assunzione nelle
medie realtà imprenditoriali, i maneggi e le ruberie che vi avvengono e
soprattutto (tema portante dell’episodio) la collusione tra case farmaceutiche
e medici senza scrupoli.
Mentre il protagonista difende se stesso e le sue amiche ritrovate dagli
assalti di malintenzionati, il laido dottor Marchi prescrive un nuovo farmaco
non sperimentato dopo essere stato corrotto con una crociera dalla casa
farmaceutica che lo produce. Per funzionare, il Kappa C8 funziona: le quattro
persone di età diversa che lo assumono non sentono più mal di testa, ronzii o
stress. C’è solo uno spiacevole effetto collaterale: gli istinti omicidi che
colgono chi inghiotte le pastiglie, di cui non rimane poi traccia nella loro
memoria.
Come di consueto Il Germe della
Follia è una storia cinica, coinvolgente e (questa l’impressione che mi ha
dato) ben documentata. È però programmaticamente solo l’antipasto di quello che
avverrà nel prossimo numero, e difatti Peg si vede poco – e ancor meno il suo
alter ego mascherato. C’è forse una certa frammentarietà nell’avvicendarsi
delle singole sequenze che coinvolgono le ignare cavie umane, ma è inevitabile
data la natura introduttiva dell’episodio.
Oltre all’efficacia con cui come sempre Ruvo Giovacca dipinge la realtà
italiana, ho apprezzato anche la costruzione di una continuity (tornano le
ragazze lesbiche aiutate dal Morto nel numero 13), cosa che dona un certo senso
di familiarità alla serie come d’altra parte anche l’ambientazione italiana.
Dal punto di vista grafico Stefano Scagni (chinato da Angelo Scariolo) fa
un lavoro dignitoso ma a tratti discontinuo, principalmente nei campi lunghi
dove le sue figure sono abbozzate e un po’ tirate via. La sua preferenza per
uno stile un po’ grottesco non sempre si amalgama bene con l’atmosfera della
storia. Comunque lode a Menhir Edizioni che permette a questi talenti (perché
le doti ci sono e si vedono) di lavorare e farsi le ossa.
Anche l’episodio di H. W. Grungle
in appendice mi è sembrato un po’ sotto tono.
Da questo numero Il Morto costa 3
euro, assolutamente giustificati.
Ho letto qualche giorno fa il primo numero, niente male, peccato che dalle mie parti Il Morto sia introvabile, per i prossimi numeri mi affiderò alle fiere e simili...
RispondiEliminaNon mi ha mai del tutto conquistato, l'ho capito.
RispondiEliminaMoz-
Anch'io sono riuscito a trovare solo il primmo numero, in edicola. E solo mesi dopo, in occasione di una nuova tiratura in ristampa. L'idea era carina ma non potendo approfondire... Piuttosto non ho mai capito il perché di una distribuzione tanto disastrosa (sembra che in pochi abbiano tutti i numeri) o il perché non passare anche in fumetteria (a parte 3 in tutta Italia!!!)
RispondiEliminaPeccato. Magari mi piaceva, chissà.