domenica 19 ottobre 2014

Il secondo tentativo bonelliano di conquistare la Francia

da (A SUIVRE) 186 del luglio 1993
da (A SUIVRE) 187 dell'agosto 1993

10 commenti:

  1. Collection spaghetti... ahahaha!
    Come se noi i fumetti francesi li chiamassimo Collezione Escargot :p
    La grafica era terribilmente anni '90, sembra da fumetto Marvel importato^^

    Moz-

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    1. Titolo veramente orribile, noi potremmo proporre L'Antologico dei Mangiarane. Ma dai...

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    2. Anch'io mi sono interrogato sull'identità del copertinista, soprattutto per quel che riguarda il cupissimo Nathan Never. Penso che almeno alcune copertine fossero fatte da Villa.

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  2. Ma Collection Spaghetti è solo il titolo dell'articolo, giusto? Quello vero sembra Collection 2 Heures 1/2. Vergognoso, comunque. Non hanno mai trattato bene i nostri personaggi. Mi sembra di ricordare che in un articolo definirono Dylan Dog come un personaggio guascone e frivolo :)

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  3. Risposta collettiva: guardate che in questi pezzi, forse anche per la volontà di Casterman e Glénat di fare cartello, i fumetti bonelliani sono trattati benissimo rispetto alla stampa di cui "godono" Oltralpe (e non solo, ho visto Tex essere definito "porqueria" in più di un blog in lingua spagnola).
    In un numero di Bodoi avevano ironizzato sul Texone di Kubert dicendo che in Tanganyka o chissà dove, comunque da qualche parte nel DOM TOM, lo avrebbero aspettato con trepidazione. Sottointendendo l'arretratezza culturale delle ex colonie e la povertà intellettuale del nostro Tex.
    Un termine spregiativo che si usava in Francia (non so se si usa ancora) per chiamare i fumetti di stampo bonelliano è "talking heads" visto che il formato ridotto e la gabbia a sei vignette quadrate porta i disegnatori a concentrarsi su primi piani e dettagli mentre le panoramiche dettagliatissime della BéDé non sono possibili.
    In tutta franchezza, pure a me vedere Sicomoro che disegna Dylan Dog (quando ha una serie stupenda, La Porte au Ciel, in stand-by da anni) è sembrato come se Visconti dirigesse un film di Pierino. Che poi Fellini in effetti diresse Alvaro Vitali in 4 o 5 occasioni, ma credo di aver reso l'idea.

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    1. Che poi ognuno ha la sua scuola. Se dobbiamo metterla sotto questo punto di vista, i fumetti francesi sono sicuramente più statici di quelli giapponesi... quindi?
      Ognuno ha il suo modello, e le differenze sono belle anche per questa ragione :)

      Moz-

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    2. Sicuramente. I francesi però sono piuttosto conservatori per queste cose. Anche se curiosamente i manga che citi mi pare godano tuttora di buon successo anche Oltralpe.

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    3. Sono d'accordo sulla gabbia bonelliana. Qualche centimetro in più aiuterebbe. Ma i fumetti Bonelli sono molto seguiti anche in Brasile e nei Balcani. Che i francesi critichino la "noia" delle produzioni italiche, mi fa tanto ridere. Sono due mercati completamente diversi. Loro portano avanti serie a botta di 48 pagine all'anno (al limite 96), qui a botta di 1200 pagine e più. Sono due lavorazione che l'una con l'altra ci "accocchiano" poco o nulla.
      Mi fa ridere ancor di più chi si riferisce a Kubert in quel modo, qualsiasi sia l'opera in questione.

      A parte questo devo dirti che a me non dispiacciono affatto gli "incontri" come quello che citi. Mi è piaciuto che Sicomoro abbia messo le mani su Dylan Dog (e spero che possa presto rimettere mano alla bellissima La Porte au Ciel), mi fa piacere che Gipi abbia messo giù una variant cover, così come Enrique Breccia, e mi fa piacere che il Tex di Serpieri verrà portato in edicola in un formato nuovo e diverso.

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    4. In effetti nel difendere i prodotti bonelliani in terra di Francia i vari editori che si sono avvicendati nel proporli hanno ricordato come in Italia non esiste che un mese ci siano ritardi nelle uscite, anche a costo di far disegnare la fine di un episodio a un altro disegnatore. Un esempio per gli autori franco-belgi che non di rado accumulano ritardi di ANNI.
      Ma come argomentazione non ha funzionato.

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