Nuovo episodio
de Il Morto fondamentale per lo
sviluppo della serie e quasi a sottolinearlo è stato stampato su carta di
maggiore grammatura, più piacevole e consistente e che porta alla fine a un
maggiore spessore del volumetto.
Come da
migliore tradizione della saga, anche questo episodio è una cartina di
tornasole della desolata società italiana di questi anni: il pensionato Umberto
Rizzo e la moglie Egle stanno attraversando un periodo di ristrettezze
economiche che li costringe a vendere parte della loro riserva di lingotti
d’oro. Un gioielliere senza scrupoli (forse il gestore di un negozio “compro
oro” sarebbe stato più incisivo) decide di rapinarli ma i suoi sgherri
devono fare i conti col fatto che Umberto non è assolutamente indifeso come
sembra, essendo stato un istruttore dei corpi speciali, e soprattutto con Peg/Il Morto che
arriva proprio da Rizzo dopo aver scoperto che il suo precedente contatto è
deceduto.
Come dicevo in
apertura Improbabili Omicidi è uno snodo importante della
serie, visto che l’ex istruttore di Peg lo mette (e ci mette) a conoscenza di
parecchi dettagli del suo passato. Nel mentre ci si mette di mezzo anche il
commissario Berri, la cui esistenza avevo totalmente rimosso, ovvero il
Ginko/Milton de Il Morto.
La sceneggiatura
di Ruvo Giovacca procede inesorabile e incalzante, alternando scene concitate
ad altre più lente e cariche di tensione. Ottima come sempre la documentazione
profusa nella stesura del soggetto, che dà un tocco di realismo e la piacevole
impressione che ci sia stato un certo lavoro alla base della storia. E notevole
anche la carrellata di personaggi al di là di ogni possibile redenzione. Non
male i rari siparietti di cui sono protagonisti i personaggi sullo sfondo, che
infondono un ancora maggiore senso di realismo e attualità alla vicenda.
Unico neo: la
storia si conclude troppo rapidamente e certi passaggi sul finale vengono
lasciati all’immaginazione del lettore (non viene mostrato come ha fatto il
gioielliere ad averla vinta sui due killer professionisti né come il Morto sia
riuscito a intervenire tanto tempestivamente).
Ai disegni
l’esordiente (io almeno non l’ho visto nelle etichette del mio blog) Claudio
Montalbano fa un buon lavoro pur con qualche perdonabile scivolata. Ovviamente
essendo le chine di Francesco Triscari e più in generale l’elaborazione grafica
dello Studio Telloli è difficile dire quanto alla fine Montalbano abbia messo
di suo, ma comunque il risultato è soddisfacente.
In appendice
torna H. W. Grungle con una storia
originale e molto simpatica, oltretutto efficacemente disegnata da una
promettente Laura D’Allura.
Purtroppo nelle edicole di zona Il morto non arriva e, avendo bucato le ultime fiere torinesi mi rimane solitario in libreria il solo numero uno che onestamente mi aveva solleticato l'appetito. S'attende la fiera d'autunno per recuperare qualcosina.
RispondiEliminaClaudio Montalbano da 3-4 anni è un abituale collaboratore dell'Aurea. Ha firmato sia serie che autoconclusivi, sui settimanali quanto su albi bonellidi (Unità speciale).
RispondiEliminaquindi non è un esordiente... il che mette il suo lavoro un po' in prospettiva ma tutto sommato rimane comunque valido anche considerando che è già un professionista.
EliminaPer "strapparlo" all'Aurea evidentemente la Menhir non lavora pro bono: sono contento di sapere che è in buona salute.
Nel mio quartiere multi etnico i Compro Oro chiudono uno dietro l'altro x esser sostituiti da botteghe di parrucchiere o fast food o sale giochi o saune. Se ne stanno andando come i negozi in cui si vendevano sigarette elettroniche per emettere nuvole elettroniche. Può darsi che gli autori de Il Morto abbiano avuto paura di datare troppo il loro fumetto.
RispondiEliminaSpero che i signori della redaz della testata finalmente si degnino di dirmi cosa ne pensa del concetto della serie American Egle che ho trasmesso questa estate alla loro attenzione e che racconta di una ex maitresse presa di peso dai racconti di Piero Chiara con una passione x i gadgets USA degna di Renzo Arbore che risolve i problemi di cuore e di altra natura dei suoi ex clienti ormai stagionati come una Parker Payne in gonnella. Tascabile , b/n, disegnata in stile Paul Payne ( nickname del compianto Paolo Piffarerio ndr ). Sperem.
Nel tuo quartiere il tempo scorre all'indietro? Ganzo! Le sigarette elettroniche dicevano che erano innocue, invece il mio amico Trebio ci ha preso il vizio e ora spende un casino di soldi... bastardi :-(
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