Tra i nomi più importanti del fumetto non solo Moebius è stato vittima della maledizione del sesto dito. In una delle storie di Abominevole, La Gabbia, è successo pure a Hermann:
E in una storia breve pubblicata su Orient Express 19, A qualcuno va bene, persino Sergio Toppi prese lo stesso abbaglio:
Non fu per questo, però, che Toppi venne contestato nella pagina della posta di un numero successivo, ma perché la natura fantascientifica del racconto sembrava snaturare la rivista di Bernardi rendendola più vicina alla concorrente L'Eternauta.
Nei fumettistici anni '80 ci si poteva lamentare per la presenza di Toppi, tanto era ricca l'offerta. Bei tempi.
Ripeto e ribadisco: facciamo disegnare a questa gente una miniserie di sette-otto numeri "El Eternauta : La venganza de los Manos". Vedrai che non sbagliano più. Come Brian di Nazareth quando sbaglia a scrivere sul muro "Romani Ite Domum"...
RispondiEliminaE vabbè, succede... oggi in Wolverines 2 ho letto una storia in cui c'era un mostro a cui avevano tagliato le mani ma il disegnatore alla terza tavola se l'è scordato e ha continuato a disegnarlo con le mani... sarà che forse si rigenerava...
EliminaLa mano aveva sei dita perchè era una storia sci-fi. Da quel che ricordo si raccontava di alcuni esploratori cosmci immortali chiamati Eternauti che capitavano in un pianeta in cui i nativi aassumevano una droga chiamata Abbaglio che filtrava la loro percezione del mondo, moltiplicando pani, pesci e dita. Una satira dei casi Mamma Ebe e Verdiglione di quegli anni. Forse sarebbe stato meglio che Sergio proposse il fumetto a Frigo o Linus. Pazienza.
RispondiEliminaEh, no, Crepascolo, mi spiace fartelo notare ma qui ti sbagli. Insomma, come dire, Toppi.
EliminaAnche il Maestro e papà del Collezionista fece qualche ciambella senza buco: sei un ragazzo di sostanza e letture e forse ricorderai quando decise di sfidare la Disney con il suo roditore antropomorfo e con i guanti gialli a sei dita, ma sappiamo tutti e due che Toppilino fu un flop...
RispondiEliminanon così fu per Topo Lino, giornale concorrente (o testata sostituentesi?) di Topolino, così battezzato per non sfidare i detentori dei diritti disneyani.
EliminaNerbini tuttavia non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Inoltre, la vicenda si era complicata ulteriormente anche per l'intervento dell'editore Carlo Frassinelli di Torino, il quale, ritenendo di avere l'esclusiva assoluta di pubblicare materiale cartaceo Disney (era in procinto di dare alla stampa due libri su Topolino), diffidò la Nerbini imponendole la sospensione del giornale. In realtà, si scoprì entro pochi giorni che Frassinelli possedeva solo i diritti dei due libri Disney che era in procinto di pubblicare, per cui le sue accuse erano infondate, ma restava comunque il fatto che le proteste di Emanuel erano invece fondate, seppur Nerbini avesse sbagliato in buona fede. Per cui, in seguito alle proteste di Emanuel (e di Frassinelli, sebbene queste ultime infondate), a partire dal n. 3, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n. 5, grazie alla compera dei diritti di pubblicazione dal King Features Sindacate.
EliminaDoveva chiamarsi Lino Topo ( citaz di Lupo Alberto/Alberto Lupo ). Il concetto nella sua fase embrionale era raccontare le avventure di un cartoonist che era anche un roditore antropomorfo e che metteva su carta le vicende a cui prendeva parte. Toppi disegnò per intero " Caramelle non ne voglio più " in cui Lino litigava con la sua Minnie ( ribattezzata Kara Mella ndr ) x futili motivi. Kara seguiva un collezionista di comics a caccia di un fantomatico fumetto sci-fi su una tribù di homo superior con sei dita. Lino la inseguiva in un tour de force dimensionale che prevedeva la rivisitazione di Slumberland e della contea di Coconino, poi tornava a casa e trovava il fumetto agognato nel Frigo. Per ragioni che non conosco la storia non fu mai pubblicata. Peccato.
RispondiEliminaSo goes life.
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