domenica 1 maggio 2016

Daredevil 1: Giustizia Cieca

Veramente molto buone le storie di questo volume cartonato dedicato a… Daredevil (che giustamente all’interno del fumetto è sempre chiamato Devil come lo conosciamo in Italia). Da quello che leggo nell’introduzione, Matt Murdock è tornato ad operare a New York nelle doppie vesti di avvocato e supereroe dopo un periodo di riflessione on the road a seguito di eventi drammatici e imbarazzanti per la sua reputazione.
Mark Waid scrive con piglio scanzonato e divertito producendo dei bellissimi dialoghi ed è incredibile come riesca a far funzionare il mix di realismo giudiziario e di scazzottate con alcuni tra i villain più ridicoli che abbia mai visto (un tizio fatto di… teletrasporto, un tizio fatto di onde sonore e una specie di wrestler mutante). I personaggi principali sono tutti interessanti e ben delineati.
Ai disegni Paolo Rivera fa un ottimo lavoro, ostentate citazioni kirbyane a parte: non è un disegnatore spettacolare come possono esserlo Van Sciver o Pasarin o Bryan Hitch ma non sbaglia un’inquadratura ed è molto elegante nella sua sintesi, oltre a essersi inventato delle soluzioni perfette per rendere la particolare percezione che il protagonista cieco ha del mondo. Poco importa che spesso i suoi personaggi siano degli armadi con una testolina in cima: dopotutto sono supereroi anche quando vestono in borghese. Peccato che i colori non siano allo stesso livello dei disegni e soprattutto che la qualità di stampa sia zoppicante (anzi, decisamente pessima soprattutto nel primo episodio presentato).
Marcos Martin che ha disegnato metà degli episodi del volume è a un livello nettamente inferiore rispetto a quello di Rivera: molta meno fantasia, poca attenzione alle anatomie e nasi impossibili. Si è visto di peggio nel mercato statunitense, ma anche tanto di meglio.
Nel complesso questo Daredevil è stato un’ottima lettura, spero che pubblichino il seguito quanto prima.

5 commenti:

  1. Non ci crederai ,ma il bimbo che fui aveva detto come DD filtrasse il mondo già nei fifities , analizzando poche vignette di Wally Wood con i semicerchi degli ipersensi che andavano da Cornetto verso gli oggetti sui quali rimbalzavano. Mai stato una cima, ma avevo comunque realizzato che le sagome blur di Colan/Palmer colorate di viola ( saga di El Condor per es ) decenni prima di purple rain non erano la strada giusta. Clap your hands everybody for Mark The Nerd Waid che ha meditato sulla cosa e che si è anche sintonizzato con Paolo e Marcos xchè DD avesse il linguaggio del corpo di un fighter che non usa gli occhi.
    Il DD di Ron Garney - da quello che è rimasto impigliato in rete - tenta una altra via x raccontare il mondo come appare al senso radar di Scavezzacollo, ma mi pare di capire che i toni siano cupi come nella fiction di Netfix o nei fumetti da Miller a Bendis.
    Io ho proposto alla Dizmarva qualche tempo fa un serial con segno alla Serge Clerc e DD che canta Puttin' on The Ritz mentre danza leggero sui tetti combattendo minacce come il Matador o la Rana, ma mi è stato detto esattamente cosa potevo farci con la mia idea di un racketeer chiamato Don De Carlo e le sue Marvellous Magnificent Models. Cattivi.

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  2. Nei sixties Wally, ma io ho letto le sue cose negli albi Corno nel corso del decennio successivo.

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    1. quindi volevi scrivere nei Seventies, non nei Fifties... Crepascolo, vuoi farmi uscire matto!

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  3. Ops. Devo cominciare a rileggere quanto scrivo. Ho sempre evitato di farlo perchè raramente i miei deliri mi sono sembrati accettabili quando mi è capitato di inciamparci. Sorry.

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