Come credo di avere già scritto,
è stata una fortuna che abbia cominciato a leggere Il Morto a serie già iniziata, quando hanno cominciato a
distribuirlo nelle edicole, perché altrimenti non so se avrei seguito la
collana vista la qualità non esaltante dei primi numeri, soprattutto per quel
che riguarda i disegni. Di questo numero 4 in particolare, redistribuito in edicola come
i precedenti 3.
Peg/Il Morto giunge nel paesino
di Torrescura e viene ospitato per qualche giorno nell’agriturismo degli Zanerbi
in cambio di un favore. Il suo passato nella veste di un manipolo di killer lo
raggiunge sin lì, proprio quando ha trovato una persona che potrebbe far luce
sulla sua identità e sui suoi trascorsi. Come da copione questo ex-commilitone
finisce ammazzato prima di poter rivelare troppo, anche se gli indizi che
fornisce sono fondamentali.
I disegni di Biagio Leone sono
purtroppo molto acerbi, legnosi e spesso poco proporzionati. L’intervento dello
Studio Telloli non è riuscito a smussare le sue imprecisioni, o forse in
origine erano ancora peggio. Anche i testi di Giovacca stavolta non sono al
top: c’è un po’ di confusione nello sviluppo della trama a causa dei nuclei
familiari coinvolti non ben definiti (gli Zanerbi e i Moraghi) e l’espediente
dell’incidente col trattore viene un po’ abusato. Non mancano momenti leggeri
con intenti umoristici ma con un disegno migliore avrebbero funzionato meglio.
In appendice ci sono la parte
conclusiva della storia di Gary di
Fulber (bellissimi i disegni, mi aspettavo però qualcosina di più: alla fine
tutto si riduce a una carrellata sulla storia del castello di Thun) e un
simpatico episodio di H. W. Grungle ottimamente
disegnato da Lucio Leoni ed Emanuela Negrin.
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