Finalmente un volume originale
nella collana Historica. Certo, anche
La Compagnia del Crepuscolo
è tutt’altro che banale ma per me rientra più nel genere fantasy che in quello
storico.
Come intuibile dal titolo, questo
fumetto (originariamente edito in Francia in due volumi) racconta delle
conseguenze della morte di Stalin e della sotterranea e chirurgica lotta tra i
suoi successori per arrogarsi il potere, meglio se assoluto. Fabien Nury, già
sceneggiatore dello splendido C’era una volta in Francia
sceglie un registro che, seppur basato su una scrupolosa documentazione,
privilegia il grottesco e il sarcastico. Il risultato è deflagrante e porta a
una narrazione serrata e coinvolgente che tiene incollato il lettore fino
all’ultima pagina. È anche vero che la realtà supera la fantasia e che le
incredibili bassezze di cui furono capaci Berija, Mikoyan e gli altri (e i metodi
con cui le perpetrarono) superano le efferatezze di Jodorowsky o le trovate più
estreme di Warren Ellis, quindi Nury ha potuto pescare in un contesto già ben
definito.
Con questo non voglio sminuire i
suoi meriti: con consumata abilità Nury ha saputo unire l’incipit della storia
al suo finale e l’ha fatta cominciare come piace a me, con un evento
apparentemente banale che riguarda dei personaggi secondari. La morte di Stalin mi ha ricordato un Battuta di Caccia
virato sul tragicomico.
Dunque, passiamo ai disegni di
Thierry Robin… Non mi piace per niente il suo stile caricaturale. Funziona
senz’altro benissimo in opere fantastiche come il suo Koblenz (almeno, da quello che ne ricordo su BoDöi) ma i ritratti di Stalin con il nasone non si possono vedere:
tolgono molto del pathos alla storia. E il suo tratto impedisce di capire se la
figlia di Stalin fosse veramente brutta come la accusa il padre per
giustificare l’eliminazione di un suo spasimante: tanto tutte le donne di
Koblenz sono disegnate nella stessa maniera.
Ciò detto, è innegabile che Robin
sappia raccontare molto bene, sottolineando gli elementi che devono avere più
importanza, organizzando le tavole in un’architettura non banale e dando
vivacità al tutto. Se solo fosse un po’ realistico, dannazione… condivido la
necessità di calcare la mano sui personaggi ma Berija che somiglia all’Iguana
di Trillo e Mandrafina è difficile da prendere sul serio, tanto più che una
rapida ricerca su internet dimostra che i volti dei protagonisti sono stati
abbondantemente deformati fino a non somigliare più ai loro modelli di partenza.
A integrare il volume ci sono
delle prove di Thierry Robin e alcune tavole tratte da un suo progetto poi
abortito sulla vita di Stalin. Fabien Nury presenta invece due pagine di
sceneggiatura e racconta l’aneddoto che ha portato al loro inserimento nel
fumetto.
Fondamentale la postfazione di Jean-Jacques
Marie per meglio comprendere alcuni dettagli della trama e le scelte compiute
dallo sceneggiatore.
Era da parecchio che non provavo
tanta soddisfazione nel riporre un volume di Historica nella collezione.
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