venerdì 7 ottobre 2016

Historica 48: La morte di Stalin

Finalmente un volume originale nella collana Historica. Certo, anche La Compagnia del Crepuscolo è tutt’altro che banale ma per me rientra più nel genere fantasy che in quello storico.
Come intuibile dal titolo, questo fumetto (originariamente edito in Francia in due volumi) racconta delle conseguenze della morte di Stalin e della sotterranea e chirurgica lotta tra i suoi successori per arrogarsi il potere, meglio se assoluto. Fabien Nury, già sceneggiatore dello splendido C’era una volta in Francia sceglie un registro che, seppur basato su una scrupolosa documentazione, privilegia il grottesco e il sarcastico. Il risultato è deflagrante e porta a una narrazione serrata e coinvolgente che tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina. È anche vero che la realtà supera la fantasia e che le incredibili bassezze di cui furono capaci Berija, Mikoyan e gli altri (e i metodi con cui le perpetrarono) superano le efferatezze di Jodorowsky o le trovate più estreme di Warren Ellis, quindi Nury ha potuto pescare in un contesto già ben definito.
Con questo non voglio sminuire i suoi meriti: con consumata abilità Nury ha saputo unire l’incipit della storia al suo finale e l’ha fatta cominciare come piace a me, con un evento apparentemente banale che riguarda dei personaggi secondari. La morte di Stalin mi ha ricordato un Battuta di Caccia virato sul tragicomico.
Dunque, passiamo ai disegni di Thierry Robin… Non mi piace per niente il suo stile caricaturale. Funziona senz’altro benissimo in opere fantastiche come il suo Koblenz (almeno, da quello che ne ricordo su BoDöi) ma i ritratti di Stalin con il nasone non si possono vedere: tolgono molto del pathos alla storia. E il suo tratto impedisce di capire se la figlia di Stalin fosse veramente brutta come la accusa il padre per giustificare l’eliminazione di un suo spasimante: tanto tutte le donne di Koblenz sono disegnate nella stessa maniera.
Ciò detto, è innegabile che Robin sappia raccontare molto bene, sottolineando gli elementi che devono avere più importanza, organizzando le tavole in un’architettura non banale e dando vivacità al tutto. Se solo fosse un po’ realistico, dannazione… condivido la necessità di calcare la mano sui personaggi ma Berija che somiglia all’Iguana di Trillo e Mandrafina è difficile da prendere sul serio, tanto più che una rapida ricerca su internet dimostra che i volti dei protagonisti sono stati abbondantemente deformati fino a non somigliare più ai loro modelli di partenza.
A integrare il volume ci sono delle prove di Thierry Robin e alcune tavole tratte da un suo progetto poi abortito sulla vita di Stalin. Fabien Nury presenta invece due pagine di sceneggiatura e racconta l’aneddoto che ha portato al loro inserimento nel fumetto.
Fondamentale la postfazione di Jean-Jacques Marie per meglio comprendere alcuni dettagli della trama e le scelte compiute dallo sceneggiatore.
Era da parecchio che non provavo tanta soddisfazione nel riporre un volume di Historica nella collezione.

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