Inaspettatamente (credevo
uscissero tutti a Lucca) mi sono visto recapitare in casella i primi due numeri
di IT Comics che avevo ordinato. O, per meglio dire, i rispettivi numero 1
delle due serie della collana/casa editrice IT Comics.
La prima cosa che colpisce è che
a un prezzo tutto sommato basso (3 euro) corrisponde una buona qualità di materiali
e cura editoriale: si tratta di volumetti 17x24 spillati di 28 pagine a colori
su carta patinata stampati in maniera ineccepibile e abbelliti da una grafica
semplice ma elegante che identifica subito l’appartenenza al progetto IT Comics
senza essere invasiva e rubare spazio all’identità grafica dei singoli
progetti. Anche di refusi se ne sono visti pochissimi.
La copertina che ho io è diversa. |
Regan di Davide Barzi e Carolina Livio è un fumetto originale e un
po’ spiazzante – il che è già una buona cosa. Il 25 dicembre 1984 degli
adolescenti cercano di fare un rito satanico per invocare un demone. Il fatto
che il testo dell’evocazione è la traduzione di Last Christmas degli Wham! dovrebbe far capire il tono della
storia, eppure nel fumetto non mancano sequenze decisamente truci come lo
sgozzamento di una capra in piena vista con la successiva perquisizione delle
sue viscere.
Fermo restando che Regan è dichiaratamente una satira su
miti e riti degli anni ’80, non è chiaro dove Barzi voglia andare a parare, se
nell’umorismo tout-court, nella
parodia grottesca o in uno splatter vero e proprio venato di ammiccamenti.
Purtroppo la storia finisce con un cliffhanger,
essendo appunto il primo numero di una (mini?)serie e la vera azione si
comincerà a vedere nei prossimi episodi.
I disegni di Carolina Livio, di
stampo umoristico, sono decisamente buoni ma vengono sacrificati dai colori di Federico
Santagati: sicuramente è stata una scelta voluta e consapevole ma tutti gli
effetti e i pattern con cui riempie
le tavole (forse a simulare i retini dei vecchi comic book) finiscono per coprire e confondere il tratto della
disegnatrice.
Poco sopra ho parlato dei refusi
quasi inesistenti: in Regan non mi
pare che ce ne siano ma il giorno in cui si svolge la storia passa dal 25
dicembre 1984 della didascalia iniziale al Natale del 1985 in un dialogo, e il
riassunto nella presentazione/catalogo dei volumi in appendice colloca la
storia nel gennaio 1985!
Chi è Gomez? lo avevo ordinato perché dalla descrizione mi sembrava
una cosa sperimentale. In realtà è un noir
che parte da un’idea molto originale: in una classica metropoli avvolta dalle
ombre agisce un giustiziere totalmente nudo e privo di faccia. Fabio Folla
scrive in maniera piacevole e coinvolgente e nonostante anche questo primo
fascicolo sia solo la presentazione della serie mette un bel po’ di carne al
fuoco e non si limita a fare l’introduzione di quello che succederà. D’altra
parte, avendo per protagonista un personaggio privo di bocca che quindi non può
parlare, i comprimari hanno un ruolo molto importante e l’autore ne ha creati
di molto interessanti.
La parte più notevole di Chi è Gomez? è comunque quella grafica,
in cui Folla realizza delle tavole molto raffinate che mi hanno ricordato certi
speramentalismi di autori spagnoli. L’equilibrio tra realismo e caricatura e
quello tra estetica ed espressività è comunque perfetto. Purtroppo il lettering
scelto non mi pare al livello delle sue doti grafiche, così come la
punteggiatura disinvolta e i “perchè” invece di “perché” (terribili poi gli “hei”
al posto di “ehi”!) danno all’insieme un’impressione di dilettantismo
assolutamente indegna dell’alta qualità di Chi
è Gomez?.
Per quel che mi riguarda
l’esperienza con IT Comics si apre nel migliore dei modi, d’altra parte i nomi
di professionisti affermati tra gli autori dovevano già essere un segnale della
qualità del progetto. Recentemente Fumo
di China ha dedicato un pezzo all’etichetta editoriale con alcune
interviste, a cui rimando per approfondimenti. Magari a Lucca prenderò qualche
altro volumetto. Al momento il solo limite della collana/casa editrice è che
pubblica serie e non one-shot, che
avrebbero potuto essere più appaganti per il lettore invece che attendere i
numeri successivi che probabilmente non usciranno a ritmo serrato (i
professionisti già inseriti nell’ambiente privilegeranno i lavori più stabili e
pagati, ci vorrà il tempo fisiologico per tirare le somme sul venduto, ecc.).
La generazione che era adolescente al tempo degli Wham e ha avuto 30 anni per sedimentare l'odio nei confronti del song Last Christmas è ora il target di chi fa fumetto indipendente. Parliamo di persone di 40/50 anni - presente ! - che ricorda ancora i Last Kidz di Recchioni e Venturi ( nel senso di Walter e non di Andrea ndr ) e che al suono Regan/Reagan associa il video Land of Confusion dei Genesis con i pupazzi di gomma dei leaders, il Ronnie criomantenuto di Dark Kinght Returns e le battute in Back to the future ( il Doc del 1955 alla notizia che un attore di western è il prez nel 1985 si chiede se per caso John Wayne non sia il ministro della Difesa ).
RispondiEliminaMi pare che Barzi e Livio parlino proprio a me, ma come ho sentito dire da più parti - ricordo un inciso per esempio di Tito Faraci - è pericoloso dare al pubblico quello che crede di volere.
Al pubblico bisogna dare schiaffoni, altroché.
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