Inaspettatamente bello questo
secondo e conclusivo volume de Il Fronte
Orientale (ma non sarebbe stata molto meglio la traduzione letterale del
titolo originale, L’Esercito dell’Ombra?).
Come avevo subodorato
Olivier Speltens ha progressivamente preso mano col disegno ed è diventato
molto più espressivo, armonioso ed efficace. Non solo: a livello di colorazione
e decors digitali ha fatto un lavoro
eccezionale, probabilmente esaltato dall’ottima stampa della Mondadori, che
rende tutte le tavole molto suggestive e leggibili senza tradire l’occasionale
collage – per quanto certi elementi meno che secondari come gli alberi in
lontananza non siano proprio amalgamati benissimo col resto, ma sono inezie.
Benché Il Fronte Orientale rimanga un fumetto di guerra, anche i testi
sono stati piacevoli e hanno riservato qualche sorpresa. Nel primo capitolo, Terra bruciata, viene narrata la disperata
ritirata dei tedeschi dalla Russia attraverso l’Europa dell’Est, mentre il
secondo, Eravamo uomini, mette in
scena l’orrore della Germania stessa nel 1945, ormai prossima alla resa. La
storia si concentra principalmente su Kessler, Klüger e Hartmann e nonostante
gli inevitabili stereotipi del genere (assai poco invasivi, comunque) Speltens
emerge per la sua verve narrativa, ossia
la capacità di coinvolgere il lettore nelle situazioni in cui si ritrovano i
suoi “eroi” rendendoli molto realistici. Ulteriore motivo di lode, la
monumentale documentazione che traspare dalla lettura: non mi riferisco tanto
ai dettagli tecnici quanto agli episodi evidentemente reali che sono stati
inseriti nel tessuto narrativo con grande maestria.
Poiché anche questo numero di
Historica raccoglie due episodi dalla canonica durata di 46 tavole come il precedente,
in appendice c’è un sedicesimo in più con storyboard, studi e matite. Ci sono
anche delle illustrazioni a colori probabilmente usate come copertine, forse di
qualche tirage de tête: dato il tono
estremamente crudo della serie è un po’ spiazzante vedere quelle con le pin up!
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