La collana è un’altra ma il
formato e la grafica sono gli stessi dei Tex “alla
francese”, solo la quarta di copertina è marrone invece che blu. A
differenza degli altri, questo volume è uscito come omaggio al creatore grafico
di Tex nel centenario della sua
nascita. Gli Sterminatori è la
ristampa a colori di un episodio di Tex
che avrebbe dovuto avere originariamente un’altra destinazione, cioè un albo
cartonato di grande formato, ma che venne inserito nella collana regolare perché
i tempi (era il 1971) non erano ancora considerati maturi. Anche se a me
francamente sembra che ci fosse anche un tentativo di frammentazione seriale,
visto che ogni 10 tavole l’azione giunge a un punto fermo e la prima vignetta
della tavola successiva si presta a riassumere gli eventi fino a quel punto.
Gli Sterminatori del titolo sono
dei cacciatori di bisonti che agiscono indisturbati nel territorio degli
indiani Utes grazie alla connivenza di un insospettabile commerciante e del
rappresentante degli affari indiani locale. Dopo un mese dall’ultimo massacro
(ai cacciatori interessano solo le pelli dei bisonti e le carcasse, ormai
inutilizzabili dagli indiani, sono lasciate a putrefarsi) Tex interviene su
richiesta di un amico Ute e dopo aver individuato i cacciatori risale fino ai
responsabili della congiura. Tex compare con calcolato ritardo nella vicenda ma
si rifà abbondantemente alla fine dove risolve la situazione con una
scazzottata lunga 11 pagine sulle 51 che compongono il fumetto.
Si tratta di una storia frenetica
e ruspante, pur con le sue molte didascalie e qualche termine desueto, che a
conti fatti in un albo alla francese non ha forse la sua dimensione ideale. La
rottura della proverbiale gabbia bonelliana è solo illusoria: è evidente che le
tavole sono state pensate come tali e non come semplice assemblaggio di tre
strisce (molte vignette presentano elementi che sfociano nelle altre, e spesso
le tavole presentano delle architetture raffinate che danno risalto agli
elementi più utili alla narrazione) ma alla fine sono pur sempre le canoniche 6
vignette per tavola. Lo stesso difetto che avevano anche i volumi della collana
Un Uomo Un’Avventura realizzati da
D’Antonio e Tacconi e dagli stessi Bonelli & Galep, che si traduceva in un
tempo di lettura più breve rispetto a quello degli altri.
Di certo il formato più grande
rende maggiore giustizia ad alcuni intensissimi primi piani di Galep e alla
monumentalità di certi sfondi, ma tutto sommato sono cose che anche nel
canonico 16x21 avrebbero avuto il loro risalto e che non necessitavano di un
formato più grande per essere godute appieno. Basta confrontare la splash page (certo,
presenta tre vignette ma il concetto è quello di una splash page) di pagina 15
con quelle analoghe che possiamo trovare nel volume disegnato da De Vita.
Gli Sterminatori si segnala però per una bella colorazione a opera
di Oscar Celestini, dalle tinte accese e squillanti ma con delle azzeccate
campiture squadrate a sfumare i colori saturi che ben si sposano con lo stile
di Galep. Oltretutto il disegnatore in molte scene abbondava di neri, ma Celestini
è riuscito ad assecondarne perfettamente le atmosfere (notturne o albeggianti)
senza coprire il suo lavoro o senza farsi seppellire a sua volta dalle dense campiture.
Inoltre Celestini fa un uso avveduto e funzionale di certi effetti: forse la
polvere aerografata sollevata da cavalli e bisonti in corsa dopo un po’ diventa
leziosetta, ma la prospettiva aerea con cui ha dato profondità alle vignette
(gli elementi più lontani sono sbiaditi per far risaltare quelli in primo
piano) mi sembra un bel tocco di classe. La buona qualità della carta
contribuisce all’ottima resa finale.
Purtroppo del retroscena sulla
genesi della storia promesso nell’introduzione da Davide Bonelli non c’è che un
vago accenno nella postfazione di Frediani, ma evidentemente non c’era poi
molto da dire oltre a quello che ho riassunto in apertura.
6,90 euro ben spesi, anche se Kit
Carson è assente e Tex non si mangia nemmeno una bistecca alta tre dita.
Lieti ti sia piaciuto nel complesso. Sai che sei il nostro lettore tipo dal tempo in cui ci fermammo con il numero ventisette quando ci hai detto che Cico Cocainomane non era una buona idea. Sarebbe stato il primo albo a colori della serie dedicata al simpatico panzone messicano e non ti dico la fatica di aerografare i suoi deliri di onnipotenza e le citaz dallo Scarface di Pacino, ma abbiamo seguito la tua indicazione e bon. Potrei lamentarmi dicendoti che ci avevo messo mesi a scrivere il plot e a disegnarlo in stile riduzione a fumetti di 1941 ( di Spielberg ) ad opera di Rick Veitch, ma non lo farò. Nono.
RispondiEliminaTi confesso però che anche gli Sterminatori è costato sangue, sudore e lacrime. Ho ripreso alcune pose di Chris Waltz per il Tex della Cover e ho cercato di riprodurre il segno del Galep de Un Uomo Una Avventura evitando di infilare anche qui Dick Widmark. Anni ed anni di Cartoon Network e del Paperinik di Lavoradori e co hanno smussato il mio interesse e talento per il segno realistico/avvventuroso e non vedo l'ora che Dave Bonbon Bonelli mi permetta di lavorare su qualcosa nel mood di Leo Pulp. Vedremo.
Ora scappo perchè devo ultimare le tavole di Cico Dottor Stranamore - adorerai il villain con il ciuffo arancione che parla di corsa agli armamenti in un contesto steampunk - che sto realizzando in stile del webcomic Bonelli Kids. Ciao.
1941
Elimina1941 Allarme a Hollywood da noi. Un flop in patria. Steve non doveva prendere x i fondelli i suoi connazionali.
RispondiElimina1491
EliminaVisto che l'albo a colori è ormai un appuntamento semestrale, mi sa che hanno piazzato lì la ristampa perché sono arrivati lunghi con qualche altro lavoro.
RispondiEliminaIn ogni caso poco male. Un Galep colorato bene, val sempre la pena. Tanto più che non ricordo di aver mai letto questa storia. Credo.
I colori sono piaciuti a me... magari a un texofilo fanno schifo. :D
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