venerdì 24 febbraio 2017

Tex Stella d'Oro 25: Gli Sterminatori

La collana è un’altra ma il formato e la grafica sono gli stessi dei Tex “alla francese”, solo la quarta di copertina è marrone invece che blu. A differenza degli altri, questo volume è uscito come omaggio al creatore grafico di Tex nel centenario della sua nascita. Gli Sterminatori è la ristampa a colori di un episodio di Tex che avrebbe dovuto avere originariamente un’altra destinazione, cioè un albo cartonato di grande formato, ma che venne inserito nella collana regolare perché i tempi (era il 1971) non erano ancora considerati maturi. Anche se a me francamente sembra che ci fosse anche un tentativo di frammentazione seriale, visto che ogni 10 tavole l’azione giunge a un punto fermo e la prima vignetta della tavola successiva si presta a riassumere gli eventi fino a quel punto.
Gli Sterminatori del titolo sono dei cacciatori di bisonti che agiscono indisturbati nel territorio degli indiani Utes grazie alla connivenza di un insospettabile commerciante e del rappresentante degli affari indiani locale. Dopo un mese dall’ultimo massacro (ai cacciatori interessano solo le pelli dei bisonti e le carcasse, ormai inutilizzabili dagli indiani, sono lasciate a putrefarsi) Tex interviene su richiesta di un amico Ute e dopo aver individuato i cacciatori risale fino ai responsabili della congiura. Tex compare con calcolato ritardo nella vicenda ma si rifà abbondantemente alla fine dove risolve la situazione con una scazzottata lunga 11 pagine sulle 51 che compongono il fumetto.
Si tratta di una storia frenetica e ruspante, pur con le sue molte didascalie e qualche termine desueto, che a conti fatti in un albo alla francese non ha forse la sua dimensione ideale. La rottura della proverbiale gabbia bonelliana è solo illusoria: è evidente che le tavole sono state pensate come tali e non come semplice assemblaggio di tre strisce (molte vignette presentano elementi che sfociano nelle altre, e spesso le tavole presentano delle architetture raffinate che danno risalto agli elementi più utili alla narrazione) ma alla fine sono pur sempre le canoniche 6 vignette per tavola. Lo stesso difetto che avevano anche i volumi della collana Un Uomo Un’Avventura realizzati da D’Antonio e Tacconi e dagli stessi Bonelli & Galep, che si traduceva in un tempo di lettura più breve rispetto a quello degli altri.
Di certo il formato più grande rende maggiore giustizia ad alcuni intensissimi primi piani di Galep e alla monumentalità di certi sfondi, ma tutto sommato sono cose che anche nel canonico 16x21 avrebbero avuto il loro risalto e che non necessitavano di un formato più grande per essere godute appieno. Basta confrontare la splash page (certo, presenta tre vignette ma il concetto è quello di una splash page) di pagina 15 con quelle analoghe che possiamo trovare nel volume disegnato da De Vita.
Gli Sterminatori si segnala però per una bella colorazione a opera di Oscar Celestini, dalle tinte accese e squillanti ma con delle azzeccate campiture squadrate a sfumare i colori saturi che ben si sposano con lo stile di Galep. Oltretutto il disegnatore in molte scene abbondava di neri, ma Celestini è riuscito ad assecondarne perfettamente le atmosfere (notturne o albeggianti) senza coprire il suo lavoro o senza farsi seppellire a sua volta dalle dense campiture. Inoltre Celestini fa un uso avveduto e funzionale di certi effetti: forse la polvere aerografata sollevata da cavalli e bisonti in corsa dopo un po’ diventa leziosetta, ma la prospettiva aerea con cui ha dato profondità alle vignette (gli elementi più lontani sono sbiaditi per far risaltare quelli in primo piano) mi sembra un bel tocco di classe. La buona qualità della carta contribuisce all’ottima resa finale.
Purtroppo del retroscena sulla genesi della storia promesso nell’introduzione da Davide Bonelli non c’è che un vago accenno nella postfazione di Frediani, ma evidentemente non c’era poi molto da dire oltre a quello che ho riassunto in apertura.
6,90 euro ben spesi, anche se Kit Carson è assente e Tex non si mangia nemmeno una bistecca alta tre dita.

6 commenti:

  1. Lieti ti sia piaciuto nel complesso. Sai che sei il nostro lettore tipo dal tempo in cui ci fermammo con il numero ventisette quando ci hai detto che Cico Cocainomane non era una buona idea. Sarebbe stato il primo albo a colori della serie dedicata al simpatico panzone messicano e non ti dico la fatica di aerografare i suoi deliri di onnipotenza e le citaz dallo Scarface di Pacino, ma abbiamo seguito la tua indicazione e bon. Potrei lamentarmi dicendoti che ci avevo messo mesi a scrivere il plot e a disegnarlo in stile riduzione a fumetti di 1941 ( di Spielberg ) ad opera di Rick Veitch, ma non lo farò. Nono.
    Ti confesso però che anche gli Sterminatori è costato sangue, sudore e lacrime. Ho ripreso alcune pose di Chris Waltz per il Tex della Cover e ho cercato di riprodurre il segno del Galep de Un Uomo Una Avventura evitando di infilare anche qui Dick Widmark. Anni ed anni di Cartoon Network e del Paperinik di Lavoradori e co hanno smussato il mio interesse e talento per il segno realistico/avvventuroso e non vedo l'ora che Dave Bonbon Bonelli mi permetta di lavorare su qualcosa nel mood di Leo Pulp. Vedremo.
    Ora scappo perchè devo ultimare le tavole di Cico Dottor Stranamore - adorerai il villain con il ciuffo arancione che parla di corsa agli armamenti in un contesto steampunk - che sto realizzando in stile del webcomic Bonelli Kids. Ciao.

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  2. 1941 Allarme a Hollywood da noi. Un flop in patria. Steve non doveva prendere x i fondelli i suoi connazionali.

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  3. Visto che l'albo a colori è ormai un appuntamento semestrale, mi sa che hanno piazzato lì la ristampa perché sono arrivati lunghi con qualche altro lavoro.
    In ogni caso poco male. Un Galep colorato bene, val sempre la pena. Tanto più che non ricordo di aver mai letto questa storia. Credo.

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    1. I colori sono piaciuti a me... magari a un texofilo fanno schifo. :D

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