martedì 19 settembre 2017

Historica Biografie 5: Robespierre

Il volume segue l’ascesa e la caduta di Robespierre durante la Rivoluzione Francese e il successivo Terrore, dal 1789 al 1794. Pur se ambientato in un lasso di tempo tutto sommato ristretto, il susseguirsi di avvenimenti e personaggi che affollano la scena avrebbe probabilmente meritato un ulteriore volume per sviluppare compiutamente tutta la vicenda e non lasciare dubbi sulla sorte di alcuni coprotagonisti che escono di scena con la frenesia che caratterizzava quel periodo storico. Più che per gli altri volumi, qui l’approfondimento storico di Hervé Leuwers diventa importante.
Lo stile di Gabella è quello fluente e piacevole che già gli avevo riscontrato in Caterina de’ Medici, ma stavolta raccapezzarsi in questo tourbillon di eventi è più difficile, tanto più che per inserire più sequenze ed informazioni possibili il ritmo è frammentario. Da circa metà volume, dopo un certo entusiasmo iniziale, la lettura si è trascinata lentamente, finché a due pagine dalla conclusione Gabella mi ha dato uno scossone grazie a un bell’espediente narrativo con cui ha ravvivato l’attenzione e ha anche formulato delle considerazioni sull’operato di Robespierre (condivise anche da Leuwers) che ben si sono integrate con la parte narrativa.
Ai disegni Roberto Meli fa un buon lavoro: alla sua base realistica impone un’inchiostrazione bella pastosa che rende espressivi i volti e tridimensionali le figure. Questa sua scelta stilistica comporta però anche una minore definizione dei dettagli delle figure in secondo piano nelle scene di massa, che d’altra parte sono tantissime – onore al merito al disegnatore che si è accollato questa corvè. Vanno segnalati anche i meriti della colorista Chiara Zeppegno, anche lei piuttosto espressionista ma per fortuna poco coprente, e della stessa Mondadori che ha stampato le tavole di Meli perfettamente.
Segnalo solo che a pagina 30 un personaggio viene erroneamente declinato al femminile: la «cittadina Camille» è Camille Desmoulins. Ma d’altra parte il tapino avrebbe subito ben peggio da Robespierre che la confusione sul suo sesso.

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