Continua serratissima la trama
iniziata due numeri fa. Proprio riprendendo dalla fine del numero 29,
un turista rinviene in Egitto la pen drive perduta e, credendo che contenga
chissà quali filmati porno (!), la porta da uno specialista per accedere ai
file criptati.
Peg dal canto suo è costretto
dalla compagna a fare armi e bagagli dopo gli eventi del numero scorso,
messo di fronte a un ultimatum con le parole «Preferisco una vita monotona e
noiosa ad una pericolosa!». Nel mentre il loschissimo Aurelio Gardo viene messo
al corrente che Zaxan è ancora vivo e, per quanto incredulo, decide di correre
ai ripari affidandosi a un killer dalla professionalità encomiabile.
Memoria Criptata è un episodio molto articolato che segue varie
trame: i segreti contenuti nei file criptati (progetti militari, altro che
porno amatoriale russo) attirano l’attenzione di più organizzazioni, il killer
assoldato da Gardo ha il suo bel daffare ma alla fine dimostrerà quanto sia
effettivamente professionale (forse in un omaggio a Il Buono, il Brutto, il Cattivo?) e Peg deve a sua volta farsi
decrittare i file che ha nella pen drive recuperata lo scorso numero.
Ovviamente questi tre filoni finiranno per intrecciarsi fino a costruire un unico
mosaico complesso e coerente, in cui farà un gradito ritorno un personaggio dei
primi numeri, sullo sfondo della comune di artisti “Le Muse Aliene”. Anche il
redivivo Zaxan farà un’apparizione alla fine, sfoggiando però un volto diverso
da quello di Moggi! Forse il team della Menhir avrà preferito evitare di
incorrere in noie legali ma io purtroppo non ho letto il numero 12 e quindi non
so che fine avesse fatto quel personaggio: forse si sarà sottoposto a una plastica
facciale.
Nonostante la complessità nel
seguire le varie vicende parallele, la storia si legge con piacere e i molti
personaggi che intervengono sono tutti molto ben caratterizzati, anche
fisicamente. Non mancano riferimenti all’attualità sociale, e proprio a tal proposito
ho riscontrato l’unico passaggio poco riuscito: il collegamento grafico dalla
tavola di pagina 39 a
quella di pagina 40 non “funziona” molto bene (prima il killer-mendicante è ancora
coperto dai giornali, poi lo vediamo comodamente seduto sulla panchina). Forse
la cosa è dovuta al tipo di lavorazione dello Studio Telloli, per cui lo stesso
disegno di base può servire da elemento di più vignette.
Graficamente Piero Conforti,
inchiostrato da Ivano Codina, è diventato ancora più bravo e in questo episodio
è molto più espressivo e dinamico del solito. Non male la carrellata di
“donnine” in cui si profonde all’inizio.
Purtroppo la periodicità
rarefatta con cui esce Il Morto non
permette di stare “sul pezzo” quanto una storia così serrata meriterebbe, ma a
leggere l’anticipazione del prossimo numero sembra che la trama prenderà
un’altra piega. Vedremo.
In appendice c’è una storia breve
dell’ormai classico H. W. Grungle,
scritta da Daniele Biglia e disegnata più che dignitosamente da Gioele
Vimercati.
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