lunedì 5 marzo 2018

Fumettisti d'invenzione! - 129

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)

THE ART OF CHARLIE CHAN HOCK CHYE (L’ARTE DI CHARLIE CHAN HOCK CHYE)
(Stati Uniti/Malesia 2015, © Sonny Liew, mockumentary)
Sonny Liew

La storia recente di Singapore vista attraverso il filtro della storia personale di un autore inventato.
Charlie Chan Hock Chye, fumettista di Singapore che iniziò la professione nel 1954 a 16 anni, viene intervistato da Sonny Liew; Chan Hock Chye ha realizzato fumetti di diverso tipo e in gran quantità, la cui costante sembra essere il tiepido successo. Col tempo inserirà sempre più commenti politici avversi al primo ministro Lee Kuan Yew, realmente esistito e che resse il potere a Singapore per ben 31 anni, fino al 1990. Sfilano quindi vari fumetti inventati realizzati secondo stili famosi conosciuti anche in occidente, occasionalmente scritti da altri fumettisti d’invenzione come Bertrand Wong o gli amici di gioventù di Charlie.
Pseudofumetti: nel corso del libro vengono presentati moltissimi esempi della multiforme attività di Chan Hock Chye, fumetti e copertine evidentemente ispirati a Tezuka, Hergé, Barks, McKay e altri più moderni. Un suo lavoro di cui ci viene presentato un lungo estratto è I Giorni di Agosto, che Chan Hock Chye realizzò dopo una partecipazione alla convention di San Diego del 1988.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)

MACERIE PRIME
(Italia 2017, © Zerocalcare, drammatico, autobiografia)
Zerocalcare [Michele Rech]

Zerocalcare ha sempre parlato di se stesso e della sua generazione nelle sue opere; Macerie Prime riveste un particolare rilievo dal punto di vista della sua professione di fumettista.
L’autore è ormai subissato dalle noie che si accompagnano al successo e il suo carattere arrendevole non lo aiuta a vivere serenamente la sua professione e nemmeno la vita privata. Un gruppo di conoscenti con cui si ritrova per il matrimonio del comune amico Cinghiale gli chiede una collaborazione per un bando europeo, rinfacciandogli occasionalmente la sua notorietà di cui comunque approfitta.
La storia proseguirà in un secondo volume in uscita a maggio 2018, scelta dettata dal fatto che anche nella storia saranno passati sei mesi, con le conseguenti evoluzioni dei personaggi e delle loro vite.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

VIGNETTE DI HANS-GEORG RAUCH
(Germania 1965, © eredi Rauch, in Der Spiegel, Stern, Observer, New York Times, satira, umorismo)
Hans-Georg Rauch
Nelle fitte e dettagliatissime immagini di Rauch, talvolta realizzate ripetendo ossessivamente uno stesso elemento, fa capolino ogni tanto qualche elemento metanarrativo, come il bordo di una vignetta che crolla o un pennino colto nell’atto di disegnare le vignette stesse.

[ALTRO] SAGGISTICA (categoria non presente nel volume di Castelli)

MANTLO: A LIFE IN COMICS
(Stati Uniti 2007, Sleeping Giant, biografia)
David Yurkovich

Breve biografia dello sceneggiatore William “Bill” Mantlo, molto attivo presso la Marvel negli anni ’80, integrata da commenti di altri professionisti e interviste ad altri autori. Viene inoltre presentato del materiale inedito di Mantlo, occasionalmente disegnato dallo stesso Yurkovich.
Il libro è stato concepito come sistema per raccogliere fondi per l’assistenza sanitaria a Mantlo, costretto in un ospedale dopo un grave incidente avvenuto nel 1992.

19 commenti:

  1. Invenzioni...

    Buonasera Luca. Oggi mentre facevo la spesa al supermercato ho visto l'"invenzione" di alcuni fumettisti che a mio modesto avviso (e per quel poco che ho potuto capire senza togliere il cellofan)andrebbero metaforicamente incappucciati e caricati di legnate, et eziandio presi a calcinculo per il tempo necessario a compiere il giro dell'orbe terracqueo, e per finire inchiodati a terra accanto a un nido di formiche rosse in stile Apache Coyoteros.
    Insomma ho visto l'ultimo numero di Zagor, e ho avuto una stretta all'intestino (al cuore no, sarebbe troppo).
    Non voglio farla troppo lunga, so che c'è ben di peggio a questo mondo, ma una cosa di tal genere non è che mi aiuta molto a uscire dalla depressione.

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    1. Immagino ti riferisca all'allegato con Jovanotti (dal preambolo temevo qualcosa tipo un fumetto-apologia del nazismo!)
      Beh, dai, mi risulta che costi uguale e che quindi l'allegato sia gratis. Che male c'è? Certo, spiace vedere (o perlomeno immaginare) che un colosso come la Bonelli debba ricorrere a questi sistemi un po' artificiali per allargare il suo bacino d'utenza, ma tant'è.

      Proprio oggi scorrendo il materiale per i Fumettisti d'Invenzione in attesa di verifica/approfondimento/pubblicazione ho rivisto la storia collettiva che mi segnalasti due anni or sono. Devo decidermi a metterla...

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    2. Sì, di male non c'è nulla, ma sai, se vai a vedere sul sito di Bonelli (dove Mashiero spende parole "alate" che mettono tanta tristezza, manco Cherubini fosse Bob Dylan), nel colonnino a destra sbuca la notizia che il copertinista di Mercurio Loi fa i cartoni animati per i concerti di Jovanotti, quindi più che un allargare il bacino di utenza, mi sembrano gli scambi di favori fra compagnucci.
      Perfettamente legittimo, si intende.

      Cosa allarghi il bacino di utenza, se Jovanotti ci ha più o meno la stessa età "editoriale" di Zagor, e anche lui come Zagor ancora si atteggia a giovane eroe, ma lui lo vedi che è vecchio...
      Ma certo che non c'è niente di male, anche Castelli a volte in Martin Mystere ha inserito personaggi reali, però con maggior buon gusto (non Fred).
      Ecco, dispiace vedere una cosa così, tanto di cattivo gusto che non credo Gianluigi o Sergio Bonelli l'avrebbero avallata.

      Piuttosto, mi viene in mente che recentemente ho trovato un albo degli Aristocratici ["Gli Aristocratici in azione", Album di Mobydick, Massimo Baldini editore, agosto 1991], dove Castelli in una storia inserisce una doppia citazione: Mette come poliziotto americano spocchioso il Dick Tracy interpretato da Warren Beatty, e gli fa organizzare (insieme con l'ispettore Allen) un'appuntamento - trappola per gli Aristocratici che è identico a quello usato in una puntata della prima serie di Lupin terzo, da un ispettore francese e da Zenigata... in pratica si presentano all'appuntamento tante persone travestite da Aristocratici (come nel cartone si presentavano a Zenigata e all'ispettore francese tanti finti Lupin).
      Infatti il personaggio che ha la faccia di Warren Beatty, si traveste anche lui, finendo per somigliare all'ispettore francese della storia di Lupin.
      Spiegato così a parole è terribile, sembra che io stia delirando, ma se non hai questa storia posso mandarti qualche scansione. Nello stesso albo, c'è una storia con gli Aristocratici che, chiamati da Peppe er Pantera/Vittorio Gassman si recano in Italia per aiutare i Soliti Ignoti.
      Ma era normale Castelli, o reduce da qualche trauma? :D

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    3. La citazione di Mashiero (come veniva chiamato su una fanzine rivale di Fumo di China dov'era lo scudiero di "Spiritellus") ti fa onore, ma d'altronde so che da te posso aspettarmi queste chicche!

      Gli Aristocratici furono prodotti almeno sino alla fine degli anni '80 (Dick Tracy sarà del 1987/88)? Non lo sapevo. Comunque la scena che hai descritto è fighissima, me li vedo tutti i "sosia"! Che poi quando nei fumetti si usa questo artificio i "doppioni" hanno persino gli abiti uguali!
      Grandissimo Castelli, che se non ricordo male citò i suoi stessi aristocratici in uno dei primi Martin Mystère.

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    4. Il film è del '90, comunque appena posso ti faccio gli scan della storia, che è veramente folle, ma molto figa, soprattutto per chi conosce e ama il primo Lupin-giacca-blu.

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    5. Addirittura del '90. Gli Aristocratici hanno avuto una vita assai lunga (per quanto, immagino, frammentaria con salti di anni tra una ripresa e l'altra).

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  2. Crepascolino soffre i viaggi in auto se non ascolta musica. Nella sua playlist Twenty One Pilots, Rovazzi e persino Adriano Pappalardo perchè i miei suoceri ascoltano solo Radio Italia. Apprezza anche cose come Sei come la mia moto/sei proprio come lei / andiamo a farci un giro/ fossi in te io ci starei. Così in uno dei tanti brainstormings nella sala delle riunioni di Via Buonarroti, ho proposto un team up tra Zagor-te-nay ed il Cherubini nazionale. La mia idea era di iniziare con un altroquando nomato Ombelico del Mondo in cui il Gran Consiglio degli Immortali Jovanotti espelle Kerubino colpevole di superbia per aver tentato di mettere in scena Il Più Grande Spettacolo dopo il Big Bang. Molto caduta di Lucifero, I know. Kerubino doveva precipitare attraverso un varco dimensionale nella foresta/palude di Darkwood. Quattrocento pagine disegnate da Laurenti. Una nuova Odissea Americana che ammiccasse ai fans della prima ora che adorano il dinamico duo Nolitta /Ferri. Forse era troppo ambizioso. Sono stato accusato di essere superbo come il Primo dei Caduti, ma l'idea è rimasta sul tavolo ed è stata limata e cesellata. Vedremo.

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    1. Secondo me non andava bene l'ombelico del mondo.
      L'ombelico, "esso", come direbbe il buon Renato, come buco del mondo è troppo inflazionato.
      E poi è cicatrizzato, non può espellere alcunché.
      Il principe Kerubinos se lo merita tutto, di essere espulso da ben altro, e più ampio e confortevole buco dell'umana struttura corporea...

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  3. Se Nando Tacconi fosse ancora nella Realtà Prima, sarebbe il disegnatore ideale per una serie nomata Gli Aristocratici Jovinotti in cui attempati sempreverdi nomati Morando, Pooh e Vasko sono una posse di teddy-boys fuori tempo massimo che si spostano nello spazio tempo a bordo di un Tardis nomato Villa Arzilla.

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    1. Allora non di Teddy-boys, semmai di Teddy-Bob... vista la loro analoga età editoriale.

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    2. Ci vedrei bene pure Max Pezzali.

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    3. Max Pezzo. Investigatore privato nel Giardino della Vittoria della colonia extramondo numero 883. Testi di Bilotta, disegni di Vittorio Giardino. Uno zinzino Blade Runner, uno zinzino retorica del Camogli sbocconcellato con la testa altrove nel crepuscolo. La critica lo adorerà. Come Barokko di Bacilieri. Post moderno.

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    4. Bacilieri, appunto, quello di "Una storia del cazzo"... :-D
      Evviva evviva, sembra quasi di essere tornati sul blog di Quello - che - piaceva - alle - ragazze"...

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  4. Luca, la scansione della storia dei sosia l'ho fatta...
    Son venute fuori 15 pagine, che fo, te le mando?
    Magari un po' per volta, 2 pagine a botta come allegati...

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    1. Ma certo, mi hai incuriosito di brutto.
      Oltretutto tu hai citato l'Agente Allen nel tuo sunto. Orbene, pare che Agente Allen fosse uno spin off degli Aristocratici! Non ricordo dove l'ho letto.

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    2. Mi pregio inviarLe le pagine della storia degli Arì.
      Le confermo altresì che il film di Dick Tracy con Warren Beatty e Maddy, è del 1990.
      Fonte sicurissima, l'ho letto su Wikipedia! :-D

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    3. Grazie mille! Ti dirò che visto l'anno di pubblicazione e realizzazione (non prima del 1990, come anche tu sottolinei) trovo i colori un po' sorpassati.

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    4. Ecco, io li trovo proprio cafoni, troppo squillanti (non tanto l'impermeabile giallo di Tracy, che deve esserlo, ma il biondo dei capelli di Allen, che è lo stesso giallo, potevano invece farlo più chiaro) e ti dirò che nelle scan sono anche un po' attenuati.

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    5. Esatto, sembrano quelli de Il Giornalino a cavallo tra anni '70 e '80 buttati su alla meno peggio, ma ovviamente non può essere vista la citazione del film.

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