Prima di procedere all’acquisto
di questo volume ho voluto vedere in rete qualche saggio del lavoro di
Hartmann, che non mi ha esattamente entusiasmato: a quanto pare, si limitava a
modificare le foto con qualche programma. Ma in quest’epoca di stilizzazione
estrema e di bozzettismo spacciato per stile, mi andava bene pure un lavoro
realizzato così. Invece ho avuto una sorpresa: Hartmann parte sì da fotografie,
ma realizza le sue tavole in maniera classica, colorandole con l’acquerello o
con le tempere. Graficamente, Orge
Barbariche è veramente molto bello. E nel suo genere anche i testi sono
decisamente riusciti.
Le protagoniste che si alternano
sulla scena sono l’inquisitrice Yevlena, la barbara Zoia e la ladra Hsu. Le
dinamiche che muovono le trame sono costanti: Yevlena elimina tramite il sesso
i demoni che viene chiamata ad affrontare (traendo sommo godimento nel
processo), Zoia finge di essere una selvaggia ingenua per poi rivalersi sui
“civilizzati” che si illudevano di aver approfittato di lei e Hsu riesce con la
sua astuzia e le sue grazie a cavarsi d’impiccio dalle situazioni in cui i
maschi (e non solo) la mettono.
Gli stereotipi del genere fantasy
vengono allegramente virati in chiave pornografica e nelle sette tavole di cui
si compone ognuno dei sei episodi c’è anche un po’ di spazio per qualche
situazione sottilmente ironica (l’abate che ha chiesto l’esorcismo di una
succube ne diventa cliente una volta che viene “riconvertita” in prostituta da bordello)
nonostante la maggior parte dello spazio sia ovviamente dedicato alle scene di
sesso e a un umorismo di grana grossa.
Le protagoniste sono ben
caratterizzate, inoltre Hartmann ha saputo creare con pochi dettagli un
universo narrativo piuttosto articolato e coerente, e addirittura ha impostato
una continuity, evidente soprattutto
negli episodi di Hsu.
I disegni come dicevo sopra sono
veramente molto belli, l’uso di fotografie (o fermo immagine da film porno) è
evidente ma c’è una grande attenzione anche per gli sfondi e soprattutto per le
espressioni dei personaggi. Immagino che Hartmann abbia fatto posare degli
amici per ottenere la giusta “recitazione” e per usufruire di un campionario di
facce che non fossero tutte uguali. In particolare, le sue donne tendono ad
avere un naso poco pronunciato, cosa che mi fa pensare che abbia usato la
stessa modella per i primi piani modificando poi i disegni a seconda della
necessità (Hsu, ad esempio, è asiatica).
A metà strada tra i racconti
brevi di Alligo e Gaudenzi per Playboy
(ma molto più spinti) e Ironwood di
Willingham, questi fumetti si fanno ammirare e leggere con grande piacere. Il
formato lascerebbe pensare a una precedente serializzazione su rivista, anche
se ormai non credo ne esistano più. Erich Hartmann mi sa tanto di autore
spagnolo sotto pseudonimo, tanto più che una taverna si chiama “Nivel XIII”.
Curiosamente, ho notato lo stesso problema della scansione da carta per artisti
presente in Jonas Fink,
qui smussato dall’utilizzo di una carta meno granulosa.
La versione italiana a cura di EF Edizioni presenta qualche
refuso nei testi e una punteggiatura decisamente fantasiosa. Inoltre, per
quanto possa sembrare assurdo lamentarsene in un fumetto porno, la terminologia
usata nella traduzione non sempre mi è sembrata adeguata: cercare di capire
cosa vuole dire un personaggio toglie immediatezza ai dialoghi e a una
narrazione che invece dovrebbe essere frizzante e spedita, e in più di
un’occasione mi è sembrato che si sia perso per strada un gioco di parole.
Spero vivamente che questo volume
non resti isolato e abbia un seguito, perché le vicende delle tre eroine sono
appassionanti e finora hanno appena cominciato a ingranare.
Luca, ho visto in edicola un enorme e succulento librone intitolato "Valentina 2".
RispondiEliminaTu che sei estimatore di Crepax, quando ce la fai una bella recensione di questa somma opera? :P
(facciamoci due risate, va' che son giornate brutte...)
In effetti una recensione del genere è in programma,ma non prima di aver trovato un disegno di Kirby anatomicamente corretto. Mi sa che dovrai attendere un bel po'
EliminaIl padre di un mio amico ci rimase acchiappato con la mitica "radio-stereo" Same-Govj, ma qualche anno prima, mi pare che costasse sulle 15.000 lire.
RispondiEliminaSi voleva comprare un super mega stereo per 15 zucche...
Sarà diventato sicuramente un elettore di Forza Italia.
Mi sfugge il collegamento ma non posso che assentire.
EliminaTi sfugge perchè era un commento per imago recensio.
EliminaQuesto ti fa capire come son messo :D
Però ci sta con l'arte di Crepax: te lo descrivono come uno stereo hi-fi, e ti trovi in mano una radiolina...
Su Linus proponevano degli stereo e delle radio fortemente scontati per gli abbonati.
EliminaSì mi ricordo...
EliminaMa era proprio Taaanti anni fa giusto?
Nel periodo dei wutki ecc. ecc.
O forse mi sbaglio, ma negli inserti degli anni 60 c'erano pubblicità di stereo (veri).
Purtroppo c'era anche Crepax.
Eliminavabbè, c'è di peggio.
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