Mai letto Larry Yuma in vita mia, se non forse su qualche Giornalino prestato alle elementari di
cui comunque non serbo il ricordo. Ma questo episodio speciale conclusivo mi
intrigava e quindi eccoci qua. Ufficialmente quattro mesi dopo la pubblicazione
effettiva, risalente a novembre 2017 – ma a Lucca mica l’ho visto, sennò l’avrei preso là. Siccome viene ribadito in più
occasioni che Gualandris vorrebbe disegnare Tex
e alla conferenza di presentazione a Lucca venne confermato che lo stava facendo,
in effetti è probabile che sia uscito ancora prima di quell’occasione.
Delle 48 pagine del brossurato
con bandelle solo 22 sono dedicate al fumetto, le altre presentano varie
introduzioni e una lunga intervista al disegnatore Gualandris. Ad aprire le
danze c’è un intervento nientemeno che di Mauro Boselli, a sancire idealmente
il passaggio del disegnatore alla Bonelli.
La storia, organizzata sulle tre
strisce bonelliane, è classica nei contenuti ma molto moderna nella
realizzazione, affidandosi principalmente ai disegni e alla inquadrature per
raccontare la vicenda senza appesantire la lettura con dialoghi e didascalie –
queste ultime sono assenti del tutto.
Non conoscendo Larry Yuma probabilmente mi sono perso
più di un rimando alla serie classica: L’Ultima
Sfida in sé è un tipico canovaccio western che, contrariamente a quanto
potrebbe far intendere il titolo e senza voler spoilerare nulla, non pone
necessariamente fine alle vicende del protagonista. Non c’è quindi molto da
dire sui testi, sia per la strettissima adesione ai dettami del western sia per
non anticipare nulla a chi deve ancora leggere la storia.
È il caso invece di soffermarsi
sui bei disegni di Giorgio Gualandris, di cui Allagalla pubblicò già anni fa un
compendio di lavori intuendone le grandi potenzialità. Il suo stile è solido e
robusto, rispettoso dell’anatomia e dei panneggi delle vesti ma anche dinamico
ed espressivo. Solo il protagonista (forse ispirato al volto di Nizzi?) è una
maschera d’indifferenza, ma immagino sia una cosa voluta e coerente col suo
carattere. Gli interni delle abitazioni, gli sfondi e i panorami sono
curatissimi, anche se talvolta fisiologicamente sintetici, e in più di una
postura ho ravvisato la passione dichiarata di Gualandris per Claudio Villa. La
scelta delle inquadrature è poi, come accennato, molto oculata ed espressiva –
essendo anche il frutto di uno scrupoloso lavoro di supervisione da parte di
Nizzi, come ricordato nel’intervista.
Curiosamente, la qualità di
stampa è pessima. Considerando l’ottimo livello degli altri prodotti Allagalla
è probabile che la causa vada ricercata nelle scansioni non ottimali che lo
stesso Gualandris ha eseguito, e che rendono tutti i tratteggi frastagliati
fino a far sparire i più piccoli o amalgamare malamente quelli più vicini tra
loro. Ma poiché questo stesso episodio compare anche nell’ultimo integrale di Larry Yuma, dove sperabilmente è
stampato meglio, chissà che non si tratti di una strategia per “invitare” a
comprarlo e godere così dei disegni di Gualandris come meritano.
E' uscito a dicembre a Reggio Emilia. Io lo avevo prenotato a Lucca Comics e l'ho ritirato a Collezionando (ancora devo leggerlo). Il volto di Larry Yuma è ispirato a Clint Eastwood e quindi è giusto che non abbia molte espressioni. Quandi dici che la storia di Gualandris compare nell'ultimo integrale, ti riferisci a quello a colori allegato alla Gazzetta?
RispondiEliminaNo, intendevo nel numero 10 di Allagalla: non c'è? Peccato per Gualandris, allora.
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