Paul Kirchner nutre una passione
per gli autobus che sfocia nel feticismo. Le sue tavole sono costituite da due
strisce sovrapposte in cui i mezzi di trasporto vengono ritratti con
calligrafica precisione e sono protagonisti, testimoni o semplice sfondo di
situazioni surreali. Le uniche due altre costanti delle sue strisce (ma ben
poco costanti) sono il proverbiale travet
pelato con occhiali e impermeabile e un segaligno conducente.
È impossibile portare qualche
esempio dell’umorismo di Kirchner senza rovinare la sorpresa, cosa che è stata
fatta regolarmente in entrambi i risguardi della copertina, per cui non lo
faccio. Immaginate le possibili derive fantastiche che può avere la situazione
di partenza di un uomo che aspetta un autobus, e combinatele con le potenzialità
offerte dal fumetto di giocare con i contorni delle vignette o con
l’ambivalenza di un segno: da lì Kirchner sviluppa un suo discorso di volta in
volta metafisico, fantascientifico, parodistico o semplicemente non-sense.
Il fumetto underground e l’opera di Möebius e Druillet sono le influenze
dichiarate dell’autore, e soprattutto dei primi due si trova traccia nel fitto
tratteggio di Kirchner, che in un’occasione risale il suo albero genealogico
artistico fino all’incisione ottocentesca. Il suo segno grosso e poco modulato
gli preclude espressività e dinamismo troppo accentuati, il che alla fine fa il
suo gioco rendendo le sue strisce ancora più stranianti nella loro contemplativa
austerità.
Con Il Bus si sorride e ogni tanto si ride di gusto, e nel frattempo ci
si può gustare lo stile simpaticamente raffinato di Kirchner. Più o meno: anche
la tipografia a cui si è affidato Barta Edizioni trasforma le linee rette in
segni dentellati, come ormai ben pochi riescono a evitare che succeda.
Nella postfazione (e in un
disegno che l’accompagna) viene citato un secondo volume de Il Bus, spero di vederlo presto.
Una curiosità: credo di aver
letto il primo fumetto che Kirchner fece per Heavy Metal, in un vecchio numero che acquistai in Inghilterra più
di 25 anni fa! Una simpatica storiella fantasy sui tarocchi, ammesso che fosse
quello.
Sarà mio a Collezionando, le edizioni Barta sono vicine a Lucca ed avranno il loro stand come l'anno scorso.
RispondiEliminaIo le ho scoperte proprio con questo volume. Ho guardato le altre proposte della collana in cui è inserito Il Bus, Fumisteria, e sono piuttosto allettanti.
EliminaIo l'anno scorso comprai Bandierine, di vari autori, e Ötzi di Mikel Begoña e Iñaket che è molto bello. Quello che non mi ha convinto è Mariem Hassan - Io sono Saharaui.
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