martedì 31 luglio 2018

Un cliffhanger lungo 25 anni

Sul numero 124 de L'Eternauta compariva (dopo vari annunci sulla collana Grandi Eroi, se ricordo bene, e privato del colore) il tredicesimo episodio di Jugurtha: Il Grande Antenato. Quel numero era datato agosto 1993 ma con ogni probabilità, come era comune per gli speciali estivi della Comic Art, era uscito a luglio insieme al 123.
Il Grande Antenato si concludeva con un bel cliffhangerone e per un po' rimasi in attesa di sapere come sarebbe andata a finire la vicenda di Jugurtha e delle sue donne. Finalmente da oggi posso saperlo:
Praticamente dopo 25 anni esatti da quella prima lettura.

11 commenti:

  1. Ammazza, come Twin Peaks praticamente... :)

    Moz-

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  2. Bella, la serie? La Gazzetta la proporrà nell'imminente collana, ma a pelle non mi attira moltissimo. Certo, se Hermann non si fosse limitato a disegnare solo i primi due episodi, forse la situazione sarebbe stata diversa...

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    1. Sbaglio o dopo la disegnava Franz?

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    2. A me non dispiace affatto, anche se non la considero tra i capolavori del fumetto franco-belga (anche se... chissà, vediamo come andrà a finire negli ultimi episodi). I primi due episodi, cfr. anche il commento di cui sotto di J_D_La_Rue, erano abbastanza scrupolosi storicamente e francamente anche noiosetti. Hermann, tra l'altro, non si poteva guardare, come nel primo Bernard Prince! :D
      La saga è stata ripresa dopo circa dieci anni (non fidarti delle datazioni ufficiali: fanno riferimento alle ristape in volume e non alla prima apparizione su rivista) e con l'arrivo di un tono più fantasy e del grande Franz con le sue donnine per me è decollata.

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  3. E come è andata a finire?
    Io Jughurta lo leggevo su Lanciostory (o Skorpio) nei primi '80 se non sbaglio.
    Quello che ricordo è che aveva un cugino stronzo, che combatteva i Romani e che a un certo punto virò decisamente verso il fantasy e si mise a viaggiare, abbandonando decisamente ogni verosimiglianza storica. Una specie di Prince Valiant numida.

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    1. Non l'ho ancora letto!
      Sfogliando il MAXI, però, più che con Prince Valiant noto delle somiglianze con Throgal.

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    2. Certo, dicevo somiglianze come tipologia di narrazione/personaggio.

      A me lo storicismo dei primi episodi giugurtini piaceva molto.
      Se fai un fumetto basato su una persona reale (il principe numida), sì, lo romanzi, ma non mi piace che vada decisamente sul fantasy.

      Come se Wood invece che creare Dago avesse usato Giovanni delle Bande nere e lo avesse fatto finire nel nuovo mondo ecc. ecc.
      Invece come tu ben sai in Dago c'è un uso più intelligente dei comprimari "storici" che sono sì romanzati, tipo Benvenuto Cellini, ma sempre abbastanza aderenti al reale.

      E' anche vero che l'antichità è un contesto diverso... a Sargon, Hattusil e Luggal Zagizi gli puoi far fare quel che vuoi... ma lo stesso trovo che la deriva fantasy di Jughurta sia un po' esagerata.
      Il primo Bernard Prince era bello.

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    3. Chissà quali furono le ragioni alla base della ripresa di Jughurta dopo anni... Che poi tanto fantasy non era, diciamo "fantasioso", c'erano mostri ma venivano spiegati razionalmente. Il Giugurta storico era morto in carcere, quindi per forza non lo si poteva più usare.
      I disegni del Generale Satan erano tremendi: mi ricordo ancora i cavalli che sembravano metallici! Anche il primissimo Comanche soffriva dello stesso eccesso caricaturale, poi per fortuna Hermann divenne il maestro che conosciamo. Ma si dice che fosse Greg a "suggerire" ai suoi disegnatori di disegnare i personaggi con dei testoni, in modo che si vedessero meglio le espressioni.

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    4. Per quel poco che ne capisco il caricaturismo è un peccato originale dei franco-belgi.
      Ma non me la sento di stigmatizzare il primo Hermann... sarebbe come dire che i primi Jeff Hawke di Jordan erano legnosi.
      Vabbé, poi si è evoluto, almeno nel disegnare gli alieni, perché una certa legnosità nelle figure umane l'ha sempre conservata.
      Ma ripeto, l'errore di fondo è nel voler fare il fumetto basato sul personaggio storico.
      Torniamo a Wood: quando si ha l'intelligenza di fare l'eroe fittizio (l'eroe-archetipo, Nippur, Dago) che incontra i personaggi reali è fatta: ne può incontrare quanti vuole e risulteranno sempre verosimili.
      Quanti ne ha incontrati Dago? Centinaia, da Baiardo a Dracula... dura da digerire come cronologia, ma verosimile da leggere.
      Certo, nei "tempi eroici" si poteva ancora usare solo il nome e farci un personaggio avulso dal reale (il Kit Carson di Albertarelli, o di Bonelli o di Salinas ecc., il Davy Crockett di Paparella-Martina), ma non credo che fosse questo il senso dell'originale Jughurta.
      Penso che nelle intenzioni dovesse essere più come Alix.

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    5. Da quello che posso immaginare io, dall'idea originale di fare un fumetto storico attendibile e forse con intenti didattici si è deciso di tentare la carta dell'avventuroso, forse perché il personaggio era già conosciuto ai lettori di Tintin o magari perché Vernal come redattore aveva un certo potere decisionale. Nell'arco di tempo in cui si concluse il secondo episodio (che mi pare avesse anche un finale proprio) e intervenne poi Hermann i gusti del pubblico erano molto cambiati, anche quello avrà influito. Diciamo che la mutazione di Jugurtha da personaggio storico a eroe da peplum è stata un errore storico/filologico ma a livello commerciale e artistico si è rivelata una scelta azzeccata.
      Certamente il filone caricaturale percorre lo stile dei disegnatori franco-belgi, ma il primo Hermann aveva qualcosa di grottesco, deforme ed esagerato che non me lo faceva affatto piacere.
      Non ricordo lo stile di Jordan così legnoso, sinceramente. Ricordo altresì una nostra conversazione in quel di Lucca in cui citasti il suo collaboratore che a suo dire "disegnava come un angelo":D

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