Secondo e conclusivo volume della
saga, che raccoglie gli ultimi due episodi francesi. Nel primo capitolo, Dalle briciole al festino, è di scena
Cosimo: figlio di Giovanni dalle Bande Nere e appartenente a un ramo cadetto
della famiglia, viene scelto diciottenne come duca di facciata per permettere
al codazzo di cortigiani e altre famiglie di governare nell’ombra. Le cose non andranno
secondo i piani: Cosimo si rivela un finissimo stratega e un uomo sanguinario
(tutt’altro rispetto al rammollito che aveva spinto gli altri a credere che
fosse) ed eliminerà a uno a uno tutti i suoi avversari, anche quelli che in un
primo momento sembravano suoi alleati.
L’interpretazione che dà Olivier
Peru della personalità e delle macchinazioni di Cosimo vuole che sin da giovanissimo
sapesse a cosa andava incontro, e avesse pianificato attentamente le sue mosse
sin dalla più tenera età, manovrando a sua insaputa il tracotante cugino
Lorenzo. La storia inizia appunto con la presentazione del “Lorenzaccio”, in
un’ostentazione di lussuria che pare uscita da I Borgia di Jodorowsky e Manara, ma prestissimo il tono del fumetto
si incanala nel già sperimentato
mix di didascalismo e teatralità. Se non proprio appassionante, il risultato è
comunque piacevole.
Il secondo capitolo, Dal bacio al pugnale, ha per
protagonista la figlia di Cosimo, Isabella. La sua vicenda, e di riflesso
quella dei suoi fratelli e del marito Paolo Orsini, viene rievocata tramite un
lunghissimo flashback. Donna volitiva
e indomabile (se non, parzialmente, dal padre), non si conforma alla prassi
maschilista della sua epoca pur se i tempi non erano ancora maturi per
permettere a una donna di governare ufficialmente Firenze. Il registro della
narrazione cambia bruscamente rispetto agli altri quattro episodi: la storia
non è più narrata dalla città di Firenze (anche se…) e le didascalie vengono
quasi eliminate in favore di un ritmo più veloce e dinamico, che si concede
anche delle sparute sequenze interamente mute. Questo “tradimento” stilistico
proprio a un passo dalla fine verrà giustificato con la conclusione della
storia, che tra l’altro inanella nel finale un colpo di scena dietro l’altro. Da
notare l’ottimo uso che fa Peru del trattato di famiglia dei Medici iniziato da
Cosimo il Vecchio (sarà esistito veramente?), qui diventato un McGuffin che collega tutti e cinque i
capitoli della saga.
Per quel che riguarda i disegni,
Francesco Mucciacito produce delle tavole accettabili in cui però ogni tanto
affiora qualche insicurezza nelle anatomie e nelle posture. D’altra parte, Mucciacito
sconta anche il fatto di essere andato in stampa direttamente con le matite non
inchiostrate, col risultato di impastare ogni tanto il segno e di produrre un
effetto “cartapecora” quando ha usato un tratteggio fitto sui volti e sugli
sfondi. Notevoli in ogni caso le sue scene di battaglia, anche se forse parte
del merito va ascritto ai Digikore Studios che hanno curato la colorazione – e
che hanno il vizio di rendere sin troppo materiche le nuvole.
I disegni di Erion Campanella
Ardisha, che ha illustrato il secondo capitolo, sono invece di segno quasi
opposto: secchi e precisi, di una sintesi abbastanza elegante, non sbagliano
una posa e anzi si crogiolano spesso in una espressività e in una recitazione
esasperate (frutto di software apposito o del ricorso a modelli in carne e
ossa?), arrivando paradossalmente a sembrare un po’ artefatti. È d’altra parte
sin troppo manifesto che Campanella Ardisha abbia fatto abbondante uso del
computer, per gli interni degli edifici ma anche per copiaincollare dei cavalli
– tanto per dirne una. I colori del suo episodio sono stati realizzati da
Élodie Jacquemoire.
Rileggendo la recensione del primo volume
mi sono riscoperto entusiasta dei primi tre episodi e, nonostante un leggero
calo qualitativo con Dalle briciole al
festino, la conclusione de I Medici
non delude.
Resta il mistero del perché il
volume, ufficialmente uscito il 5 ottobre, sia arrivato alla mia edicola solo
ieri.
Grazie, imparo un sacco di cose leggendo il tuo blog. Qualità e cultura! Bravissimo
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