È uscito in ritardo, questo
settantottesimo numero di Historica
(come testimoniato dalle due copie invendute del precedente ancora da dare in
resa venerdì scorso), e ci ho messo un po’ per finire di leggerlo visto
l’argomento non proprio entusiasmante. Ancora la Prima Guerra Mondiale,
nonostante le celebrazioni avrebbero dovuto di logica finire nel 2018…
Verdun è comunque un fumetto di guerra un po’ particolare, che non
si concentra solo sugli scontri a fuoco. Nel primo capitolo, Prima della tempesta, assistiamo a una
sorta di “dietro le quinte” della carneficina che falcidierà soldati francesi
per quasi un anno. I generali rifiutano di capire, anche posti di fronte
all’evidenza, che la difesa di Verdun non è praticabile e costerà un immane
tributo di vite umane. Lo sceneggiatore Jean-Yves Le Naour si limita a mettere
in scena eventi realmente accaduti, con tanto di commento metanarrativo del
colonnello Serrigny sul fatto che in futuro gli storici non leggeranno il suo
diario, e in effetti senza un vero protagonista che faccia da catalizzatore questo
primo episodio non è molto accattivante.
Col secondo, L’agonia del Forte di Vaux, le cose migliorano: stavolta c’è un
protagonista, il comandante Raynal che si offre volontario per presidiare la
postazione del titolo cercando di arginare l’inarrestabile avanzata tedesca. Le
Naour si profonde in dettagli molto realistici sulla misera vita quotidiana dei
soldati, che evocano con efficacia il clima di disperazione imperante; inoltre
si impegna a usare con consapevolezza le possibilità che offre il fumetto, come
la costruzione di senso dal confronto tra due vignette con la stessa
inquadratura ma differenti per alcuni particolari (vedi la “presentazione” del
cane e le molte sequenze di comunicazione con la lanterna). Ma in definitiva la
vicenda non si eleva dallo stereotipo della storia di guerra.
L’ultimo volume qui raccolto, I fucilati di Fleury, è il più
originale: non parla di combattimenti o difese di fortezze ma della lotta di
una vedova per riabilitare il nome del marito, fucilato senza processo per
presunto abbandono del posto. Peccato che nell’introduzione Sergio Brancato
sveli in dettaglio come va a finire la vicenda – che pur essendo storicamente
documentata potrebbe non essere conosciuta da tutti i lettori. Purtroppo la
retorica ruba molto spazio all’originalità di partenza del soggetto.
Il comparto grafico è diviso tra
Marko (al secolo Marc Armspach, layout), Iñaki
Holgado (realizzazione finale) e Sébastien Bouët (colori). La lunga
frequentazione del secondo con l’animazione emerge da alcune deformazioni
caricaturali decisamente fuori luogo in un fumetto del genere. Va segnalato
però che sin dal secondo episodio il suo tratto si fa più leggero ed elegante.
Lodevoli i colori, per nulla coprenti o “effettati” come quelli di molti altri
colleghi di Bouët.
Come evidente dai riassunti, Verdun è una serie di one shot senza personaggi fissi, anche
se forse lo sfigurato Auguste de I
fucilati di Fleury faceva già capolino ne L’agonia del Forte di Vaux. Stando così le cose, è probabile che il
progetto continui indefinitamente in Francia finché avrà il favore del
pubblico. Pur avendo qualche punto di interesse in più rispetto ad altri
fumetti di guerra, la serie è indirizzata principalmente agli amanti del genere
e difficilmente entusiasmerà gli altri, me compreso.
Ciao sono una tua nuova follower molto carino questo spazio :-)
RispondiEliminaHo letto anche io qualche fumetto di questa collana e sno veramente stupendi
Se ti va di passare da me io sono Il salotto del gatto libraio
Tra l'altro lo pubblico già la Cosmo in bonellide.
RispondiEliminaOttimo, quindi anche altre cose pubblicate dalla Cosmo nel 16x21 potremmo vederle in Historica.
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