In barba al Coronavirus gli
allegati da edicola continuano e uscire e a moltiplicarsi, addirittura con una
collana dedicata al “graphic novel” che, ignaro della sua esistenza, ho visto
occhieggiare l’altro giorno in edicola. In attesa di tornare in fumetteria ho
voluto dare una chance a questo lavoro pluripremiato di Manuele Fior.
La “storia” di Cinquemila chilometri al secondo ruota
attorno al rapporto tra Piero e Lucia, detta Lucy, su cui incombe l’ombra
dell’amico Nicola. Dall’adolescenza fino alla maturità, si sviluppa nel tempo
in momenti e luoghi lontani tra di loro.
Fior procede in maniera sincopata
prendendo dei lunghi stralci dalla vita ora dell’uno ora dell’altra
protagonista, lasciando al lettore il compito di ricostruire quello che si
dicono i personaggi al telefono e di capire quello che è successo negli anni,
spesso parecchi, intercorsi tra un tranche
de vie e l’altro. Il gioco è quindi quello di ricomporre il puzzle delle
vite dei personaggi approfondendo il loro carattere e i loro rapporti. La
narrazione è ridotta ai minimi termini, pressoché inesistente, e in sostanza
non c’è nessuna idea forte a fornire il pretesto per una trama originale. Il
fumetto (pardon, graphic novel) si basa sulla levità del tema, sulla suggestione
del tratto, sui dettagli, sui giochi di sguardi, sull’uso del colore, sulle
sequenze oniriche, sul non detto. E anche su un po’ di ironia, per fortuna.
Un’operazione non peggiore di tante altre, che però tende a esasperare per la
sua lunghezza: circa 140 pagine che probabilmente sarebbero state più efficaci
se condensate almeno un po’, in modo da rendere ad esempio più evidente
l’evoluzione dell’insegna “ristorante”, quasi metafora del rapporto tra Piero e
Lucia. I disegni, almeno, sono piacevoli. Coerentemente con il premio che gli è
valsa questa opera, Fior disegna con uno stile fauvista, ma per fortuna l’art nègre alla base soprattutto delle
prime pagine lascia lo spazio a una varietà di stili che passano da Alphonse
Mucha a Disney, anche se quest’ultimo è una citazione. Sempre molto sintetico e
rigoroso, fa parlare i colori quanto e più delle posture e delle espressioni.
Da notare, e portare a esempio per altri autori, che ha fatto il lettering a
mano – preziosismo (ormai è tale!) per cui gli si perdonano volentieri alcuni rari
errori ortografici. Una curiosità: quando ha realizzato Cinquemila chilometri al secondo Fior doveva avere il terrore di
invecchiare visto che i protagonisti, nemmeno quarantenni (se ho fatto bene i
conti), sono dei ruderi.
Da quanto leggo del piano dell’opera
in appendice, e che si può visionare anche qui,
questa collana Visioni è molto
eterogenea e la nazionalità degli autori è l’unico collante di fumetti (pardon,
graphic novel) molto diversi per impostazione e stile. Il formato 17x24 è
probabilmente inevitabile e anche abbastanza azzeccato, almeno per alcuni, ma
una carta patinata avrebbe sicuramente fatto risaltare di più i colori di Fior.
E 10,90 euro non sono certo un prezzo vantaggioso, tanto meno se lo
confrontiamo con quello di altre iniziative simili. Ma magari è proprio una
strategia di marketing per invogliare con un costo del genere un appassionato
di graphic novel dell’ultima ora, che troverà conferma di non stare comprando
merda (se non fosse che pure la merda ormai costa più o meno così).
Riporto le parole con cui sei anni fa, agli albori del mio blog e senza immagini, commentai 5.000 km:
RispondiElimina"La fama di questo libro ed i premi vinti sono ampiamenti meritati. Semplice e bella la storia, ottimo il modo in cui viene raccontata, straordinario l'uso del colore che diventa parte preponderante del disegno. Il ritmo è velocissimo, forse troppo, ma del resto anche il lettore deve fare la sua parte e rallentare per godersi le atmosfere che rappresentano la vera forza di questo libro."
Sei un tipo da graphic novel, tu.
EliminaCerto!
EliminaQuesta collana mi sembra una grande ammucchiata, come da tempo non se ne vedevano. Pareva infatti che funzionassero meglio quelle monografiche, come ad esempio la contemporanea su Magnus. Credo che Visioni voglia essere una serie di edizioni economiche.
RispondiEliminaFatte le debite proporzioni con quello che conosco, non mi pare poi molto "economica". I volumi costeranno meno della rispettiva prima edizione, però non sono cartonati, sono (un po') più piccoli e non hanno la carta patinata. In proporzione siamo lì o poco meno. Potrei prendermi Il Porto Proibito, chissà. Ma quello di sclavi non ha tipo solo 64 pagine?
EliminaTu e la fissa per la carta patinata... Fior non è MAI stato pubblicato su patinata, per fortuna :D
RispondiEliminaCome no: quel libro edito da Coconino (o Oblomov?) sulla sua produzione è su carta patinata, anche se forse opaca.
EliminaI colori qui sono un po' smortini, o comunque non brillanti quanto dovrebbero nelle parti più "calde".