lunedì 12 ottobre 2020

Zanne

Toh, Sarah Andersen sa disegnare. Non che queste tavole siano nulla di eccezionale (né probabilmente vogliono esserlo) ma ha trovato una elegante sintesi tra manga, stile liberty e fumetto indie. Nulla a che vedere con le vignette per cui è famosa.

Zanne è la storia d’amore tra due mostri: lei vampiro, lui licantropo. Come soggetto non è certo originale, ma la Andersen riesce a renderlo coinvolgente anche grazie all’evoluzione del rapporto tra i due e alle loro personalità ben definite: Elsie è distaccata e altezzosa (ma con qualche deriva tenera), Jimmy è grunge e un po’ rozzo. Le gag, una per pagina, vertono attorno alla loro natura mostruosa ma soprattutto al quotidiano menage di coppia: i primi approcci, gli amici, il sesso, i gusti differenti, gli ex, ecc., ovviamente filtrati attraverso lo sguardo di chi non può tollerare i raggi solari o di chi perde il controllo quando vede uno scoiattolo. La Andersen non sbaglia un colpo e strappa sempre almeno un sorriso. Di solito sono le situazioni a essere umoristiche di per sé, ma Zanne si basa principalmente su giochi di parole che sono perfettamente godibili anche nella versione italiana (unico dubbio a pagina 33: quando lui dà della «cagna» a una sua vecchia fiamma licantropa forse Elsie dovrebbe riferirsi sarcasticamente a lui e non dare della «raffinata» a lei, ma non ho l’originale sotto mano).

Come accennavo sopra, Zanne non si basa solo su una raffica di battute ma presenta una vicenda abbastanza fluida con alcuni (pochi, ma ci sono) margini di sviluppo. Nonostante qualche falsa pista gettata qua e là, la storia non presenta sviluppi drammatici ma si conclude con un finale sin troppo lieto. Col senno di poi era ovvio che Jimmy sospettasse del postino visto che universalmente i cani odiano i postini, ma questa l’ho capita dopo…

Molto simpatica la confezione, un raffinato cartonato ruvido che credo rispecchi l’edizione originale. La fascetta verticale con cui si spiega che questa è «una storia d’amore tra una vampira e un lupo mannaro» credo sia invece un’idea della Becco Giallo per intercettare anche i lettori meno intuitivi.

8 commenti:

  1. Sì, confermo che anche l'edizione originale è fatta così, bravi quelli di BeccoGiallo a riproporla pari pari ad un prezzo anche accessibile...ora della Andersen uscirà una vera e propria graphic novel per Mondadori, precedente a questa ma ancora inedita da noi, sono curioso anche di questa!

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    1. Ah, non sapevo di questa novità. A me la Andersen più conosciuta non è che faccia impazzire, però Zanne è molto carino.

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  2. Il termine originale per "cagna" sarà quasi sicuramente "bitch", che naturalmente ha il significato equivalente di "sgualdrina" (l'assonanza fra "cagna" e "sgualdrina" mi sembra meno forte in italiano). Quindi è probabile che Elsie si riferisca alla rozzezza del compagno. Se per il resto i giochi di parole si capiscono, tanto di cappello. Io forse al posto di "cagna" avrei messo "allupata".

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    1. Occhio che in slang statunitense bitch vuol dire anche stronza, non necessariamente puttana. In quel di Trieste il mio uso del termine "cagna" in vece di cagnolina e cagnetta per indicare i canidi femminili di amici e conoscenti suscita in effetti un certo scandalo. Valli a capire!
      Tornando a Zanne, ogni tanto hanno dovuto cambiare un po' i testi, ma con soluzioni che in italiano rendono meglio.

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    2. Prova con "cachorra", ci fai un figurone e ti rendi subito riconoscibile come lettore di Mr. No (anche se probabilmente ormai ne restano pochi).
      In effetti l'adattamento delle espressioni intraducibili è un'arte che si sta perdendo.

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    3. Ma cachorro vuol dire cucciolo... Semmai zorra, ma quello è spagnolo! Mai letto una cachorra in tutti i Mister No che ho letto, tra l'altro. Puxa vida, maldido, atè logo, ecc. ma cachorra mai.

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    4. Io sì, ma non mi ricordo assolutamente come dove e quando.
      Ho l'impressione che fosse in occasione di una rissa fra Mr. No e Esse-Esse, forse in una storia del tipo "come si conobbero".
      La battuta era tipo "Come diavolo si dice cagna in portoghese?" "Cachorra" "Sei un grandissimo figlio di una cachorra!" Scenario, il bar di Paulo Adolfo, che infatti esclama il classico "Puxa vida!".
      La memoria è fatta di sensazioni, comunque su google translate scrivendo "filho de cachorra" dopo qualche tentativo mi è uscito "figlio di puttana" (l'alternativa era "cucciolo").

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    5. con Google Translate è già tanto che non ti sia uscito "figlio di Tiramolla".

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