Lou! è una serie che in Francia ha fatto sfracelli (ne hanno anche tratto un cartone animato) e che ovviamente in Italia è roba da carbonari o poco più.
La protagonista è un’adolescente che in questo volume, che raccoglie due episodi originali, arriva al traguardo dei 14 anni. La prima parte è molto frammentaria e dispersiva, con alcune sequenze che sembrano le gag da una pagina tipiche della BéDé umoristica. Il filo conduttore è costituito dalle situazioni tipiche che si trova ad affrontare una ragazzina: la scuola nuova, le prime cotte, il rapporto coi genitori, le vecchie amicizie gelose delle nuove. Esiste un pregresso molto consistente riassunto nel risvolto-gioco dell’oca che apre il volume, ma in sostanza il primo episodio procede per accumulo inanellando scenette e gag fino all’apoteosi in cui Lou si smarrisce nelle macerie del palazzo di fronte dove risiedeva l’amato Tristan, dando ufficialmente inizio alla sua pubertà. L’imbeccata sull’incontro fortuito con il padre biologico di Lou non ha seguito e probabilmente sarà materia per altri episodi futuri.
La seconda parte è molto più riuscita e coinvolgente e vede il gruppo di quattro compagne andare in vacanza al mare nelle lussuosissima villa della dark Marie-Amelie. Su suo impulso si dedicheranno alla caccia al maschio e tornerà in scena la cotta infantile di Lou, Tristan, che lei osservava ammirata da casa sua prima che abbattessero il suo palazzo. Questa parte è resa molto appassionante dal montaggio che alterna come dei controcanti le scene che vedono protagoniste le quattro ragazze, il quartetto dei ragazzi di Tristan e la madre di Lou che è in giro a promuovere il suo romanzo di fantascienza insieme al nuovo compagno. Fino al finale con la celebrazione del compleanno di Lou che comprende la scena esilarante della rivelazione dell’identità del misterioso filarino di Karine. Le rarissime “one pager” a gag sono appannaggio del gatto di Lou che l’ha accompagnata in villeggiatura.
Lou! è una serie jeunesse di cui ovviamente non sono il target di riferimento, ma è comunque godibile da più fasce di pubblico. Non credo che possa essere definita interamente umoristica perché molti elementi trasmettono una sensazione di lieve inquietudine, quasi di malinconico disagio: non tanto i “drammi” adolescenziali quanto il fatto che Lou vada dalla psicanalista e soprattutto che il ritratto che viene fatto degli adulti è desolante, divisi tra frustrazioni e inettitudine. In particolare, la madre di Lou è una bambinona immatura che pensa quasi solo ai videogiochi e al suo nuovo appassionato amore, trascurando la figlia. Ciò offre il destro all’autore per creare delle situazioni divertenti, che lasciano però un retrogusto un po’ amaro.
Il tratto di Julien Neel è molto semplice e stilizzato: la faccia della madre di Lou è praticamente costituita da quattro cerchi e solo occasionalmente da un trattino per il naso o la bocca. Neel è un ottimo fumettista: sa gestire gli spazi delle tavole, il ritmo delle vignette, i vuoti, le ripetizioni di alcuni elementi, inoltre è molto bravo a far recitare i personaggi. Purtroppo tanta grazia non è del tutto godibile a causa della scelta di non marcare nettamente con un canonico tratto nero i contorni delle figure, rendendole un po’ evanescenti – scelta stilistica che mi sembra piuttosto comune nelle nuove generazioni che lavorano in digitale. Soprattutto, la non rara sovrabbondanza di vignette e la cura per i dettagli rendono impossibile godersi questo volume senza l’ausilio di una lente d’ingrandimento, anche perché l’autore ogni tanto inserisce delle minuscole dediche nelle sue tavole. Il formato adottato da ReNoir non è certo piccolo, ma credo che i volumi originali fossero un po’ più grandi per permettere di godere appieno del lavoro di Neel.
Dopo questa gradevole scoperta mi verrebbe voglia di continuare a seguire le avventure di Lou, ma purtroppo ho notato che in Italia non ha evidentemente riscosso il successo sperato visto che la ReNoir ne ha fermato la pubblicazione a questo secondo volume che risale ancora al 2012, probabile motivo per cui è finito nel purgatorio del Tutto a 3 euro. Peccato.
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