Miniserie complementare a quella già dedicata a Superman. Nel 2030 l’anziano Bruce Wayne ricoverato in un ospizio preda a un Alzheimer galoppante non può che constatare il fallimento dell’utopia che più di settant’anni prima suo padre Thomas aveva ipotizzato per Gotham. Comincia quindi una cavalcata tra i suoi ricordi, almeno quelli che riesce a riafferrare.
A uccidere i coniugi Wayne furono dei criminali facenti parte della False Face Society, un’organizzazione ramificata che avendo tentacoli anche nelle imprese Wayne riuscì a impossessarsene fino a quando il legittimo erede Bruce non sarebbe diventato maggiorenne. Nell’attesa che arrivi quel giorno il rampollo si comporta in maniera ribelle, tanto ha gli avvocati di famiglia a togliergli le castagne dal fuoco. Grande la sua (e la nostra) sorpresa quando scopriamo che invece dopo una visita ai quartieri bassi dovrà finire in carcere per 10 anni dove gli adepti della False Face Society cercheranno di ucciderlo, e che il suo scranno alle imprese Wayne viene assunto da Pariah, il tizio che annunciava la Crisis on Infinite Earths. Per fortuna col Vietnam alle porte anche Bruce Wayne viene arruolato ed esce di galera. E in Vietnam viene addestrato da Ra’s al Ghul. Una volta tornato a Gotham riuscirà a ripulire la città e a riprendere il totale possesso della ditta di famiglia entro il fatidico 1985 che vedrà il mondo finire con la Crisis?
Come da tradizione degli Elseworlds, anche in questo caso buona parte del gusto sta nel vedere come sono stati reinterpretati i vari personaggi, alcuni dei quali scopro qui esistere per la prima volta; ad esempio, mi pare che venga posto l’accento con troppa insistenza su Roman Sionis e Chase Meridian per pensare che siano stati inventati per l’occasione. Ovviamente anche scoprire come si arriverà al 2030 se pure questo universo finirà nel 1985 è intrigante per il lettore.
Mark Russell inanella qualche bel colpo di scena e nonostante il tono generale sia decisamente serio (a volte proprio drammatico) non si risparmia qualche parentesi divertente: non è Superman che avvistano Bruce e i suoi commilitoni in Vietnam: è solo un uccello, è solo un aeroplano…
Mike Allred, colorato come al solito dalla moglie Laura, fa un buon lavoro e non era una cosa così scontata considerando alcune sue prove recenti né pensando che si è preso l’ingrato compito di disegnare ben 40 tavole in ognuno dei sei numeri di questa miniserie. Oltre a essere perfetto per rappresentare gli anni ’60 e ’70, il suo stile è anche dinamico ed espressivo pur abbeverandosi ancora nella Pop Art, e se questo vuol dire cedere a qualche sproporzione ben venga.