La storia prende le mosse negli anni ’60 con l’assassinio del presidente Kennedy. Questa è la molla che fa scattare nel trovatello alieno Clark Kent, cui la vita bucolica del Kansas sta stretta, la spinta per andare a fare qualcosa di più per la Terra con i suoi poteri e in sostanza impedisce per puro caso l’escalation atomica tra Russia e Stati Uniti che avrebbe potuto portare alla Terza Guerra Mondiale.
Segue quindi una sintetica sfilata di eventi storici (come il caso Watergate, qui scoperto da Lois Lane) ma soprattutto di dettagli sulle mode e il costume di un ventennio, fino all’inevitabile fine di metà anni ’80 annunciata da Pariah e dovuta alla Crisi sulle Terre Infinite.
Oltre al luciferino Lex Luthor i due villain principali sono Brainiac e l’Anti-Monitor, che mi sembrano entrambi ritratti in maniera sin troppo simile al Galactus dell’universo Marvel (ma magari è il contrario: era Galactus ispirato alle loro versioni originali).
Alcune delle deviazioni dal canone sono un Bruce Wayne che è una specie di Tony Stark con appalti militari, un secondo frammento di astronave che avrebbe accompagnato il neonato Kal-El, delle nuove origini per Joker, il concetto di Superman inviato sulla Terra non per farlo sopravvivere al disastro di Krypton ma per impedire che il nostro pianeta finisca come la sua madrepatria e la sua creazione di una panacea per tutti i mali dell’umanità (che poi ha un altro scopo recondito). Data la mia scarsa conoscenza della cosmologia DC ignoro se alcuni di questi concetti siano ripresi da altre fonti o siano tutti farina del sacco di Mark Russell (sì, lo stesso del sequel dell’Incal!). Il quale, nonostante il tono apocalittico e messianico, ogni tanto si concede qualche azzeccato dialogo umoristico.
I disegni di Mike Allred sono piuttosto eleganti pur con qualche sproporzione e anche se a volte certi dettagli risultano un po’ abbozzati o proprio tirati via, in special modo alcuni sfondi. Mi è sembrato poi paradossale la sua scelta di disegnare il giovane Clark Kent come un omone gigantesco già quand’era adolescente, mentre altrove (anche sulle copertina) Superman sembra un po’ mingherlino! Di certo i personaggi di Allred sono ben caratterizzati e soprattutto molto espressivi. Laura Allred colora con maestria il lavoro del marito, senza farsi prendere la mano dagli effetti digitali ma al contempo non limitandosi nemmeno a campiture uniformi o a scelte cromatiche banali.
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