Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.
Holbeck (Skorpio 22/93)
Il cosmonauta Dave Holbeck si ritrova catapultato in un misterioso pianeta (o forse in un’altra dimensione), unico superstite di un equipaggio di tre uomini. Considerando la sua produzione usuale, si ha quasi l’impressione che Wood abbia scritto questa serie in preda all’LSD, ma forse voleva semplicemente fare il verso al fumetto “liberato” sullo stampo di Metal Hurlant. Anche Macagno subisce le suggestioni di Moebius, coniugate a riferimenti alla scuola Warren degli anni ’70. In effetti si tratta della sua prova migliore mai vista in Italia; forse Gran Prix era più equilibrato e maturo a livello narrativo, ma è senz’altro Holbeck il suo fumetto più “bello”, quello più valido a livello estetico. Merito della maggiore cura profusa, ma anche del rispetto delle quattro strisce originarie (che, ridotte di formato per comparire su Skorpio, fanno apparire i disegni ancora più dettagliati).
Il grande difetto di Holbeck è la sua estrema e spiazzante indecidibilità: l’inizio fortemente drammatico lascia da subito spazio all’umorismo ed alla farsa (i continui battibecchi con il computer Zeus e l’umanoide Venerdì, tutto il penultimo episodio, ecc.) e la fantascienza è solo una scusa per introdurre un mondo prettamente fantasy. E il tutto si risolverà in una bolla di sapone [nonostante la serie abbia una sua conclusione in realtà ha avuto un seguito in Argentina, ad opera di Ricardo Ferrari che già aveva preso le redini di Gilgamesh benché anche questa serie potesse vantare un finale vero e proprio]. En passant, ricompaiono i “cattivi” per antonomasia di Wood: i Primordiali. Nonostante la durata da “nuova eterna” Holbeck era una serie abbastanza vecchiotta di Wood, che la concepì addirittura prima di Helena e Savarese [no: così si pensava a causa della famigerata lista delle sue serie che Wood presentò su Fumo di China 26. In realtà il primo episodio di Holbeck comparve nell’agosto del 1984].
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