giovedì 17 gennaio 2013

Affinità-divergenze tra Comic Art e Cosmo [reprise]



Colpo al cuore ieri nel constatare come il primo episodio del Lester Cockney conclusivo della Cosmo fosse privo della tavola 2. O forse della 1, il segnetto che ha fatto Franz per numerare la prima tavola non è facilmente intelleggibile.
Sono corso a confrontare questa versione con quella pubblicata su Comic Art 106 e ho scoperto una cosa impensabile. La numerazione delle tavole effettivamente non corrisponde, ma le pagine sono le stesse, nè una di più nè una di meno:

La spiegazione probabilmente è questa: in origine Franz aveva numerato in maniera sbagliata le tavole saltando la numero 2 (succede, pensiamo all’Incal di Moebius), o forse la tavola numero 1 in origine era il testo scritto e parzialmente illustrato riprodotto dalla Cosmo in appendice al fumetto e ignorato all’epoca dalla Comic Art, e per non far sorgere tra i lettori sospetti che ci fosse stata la soppressione di una tavola (o semplicemente per non fare confusione nell’impaginazione di quel numero) la Comic Art ha rinumerato tutte le tavole. In effetti a ben guardare si nota la mano sottile e scattante del loro letterista, tanto più che riproducendo lo stesso numero Franz mantiene ovviamente la stessa grafia:

In alcuni casi si può addirittura intuire il lavoro di raschietto o di fiele di bue per correggere la numerazione sottostante (ahimè, lo si può intuire dalla rivista cartacea, ché le mie doti di fotografo sono quello che sono):

Comunque devo smetterla di andare a confrontare versioni italiane diverse di uno stesso fumetto perchè questa pratica a volte produce dei dubbi profondi. Ad esempio, l’adagio vuole che l’amore delle ragazze («filles» è un false friend...) non ingrassi oppure che non si possa riscaldare?

(en passant, nè le didascalie posticce nè i fuori registro sono simpatici). E Lester Cockey è il «paparino» delle ragazze o un «satiro»?

E Lester riflette su quanto il suo interlocutore si dilunga oppure subodora che c’è sotto qualcos’altro?

E ancora, Ilona in origine era solo silenziosa o proprio triste?

Misteri. Ho notato comunque che i Cosmonauti si sono dedicati con maggiore cura alla traduzione, ad esempio rispettando la dizione italiana di parole come Gibuti (che nella versione Comic Art rimaneva Djiboudi) e traducendo termini forse ignoti ai redattori Comic Art che li hanno lasciti in originale:

...beh, forse si sono fatti prendere la mano visto che hanno tradotto pure un balloon di quelli che si usano nel fumetto franco-belga per ricreare il “colore” locale:

Anche la versione Cosmo, comunque, ha qualche piccola pecca:

Oltre alla soppressione dei dialoghi “sballoonati” (sfogliando l’albetto Cosmo mi pare ce ne sia anche qualcun altro...) ci sono più refusi che in precedenza. Meravigliosi come sempre (forse anche di più, nonostante verso la fine si manifesti il fantasma di Giraud) i disegni di Franz, che traggono beneficio dal bianco e nero. La loro contemplazione vale tutte le diottrie che perderò leggendoli in questa versione ridotta poco adatta alle doppie tavole iperdettagliate.

2 commenti:

  1. Prima della Cosmo non avevo mai sentito parlare di questo fumetto e devo dire che me lo sono goduto davvero parecchio, l'ultimo numero devo ancora leggerlo.

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  2. Sto Cockney è un capolavoro, anche a me manca da leggere l'ultimo numero. Anch'io noto più accurate le traduzioni della Cosmo. Comunque lodi a questi esperimenti, leggere saghe del genere frammentate come in passato sulle riviste contenitore era una tortura. Si i volumoni sono un piacere da leggere ma i tempi d pubblicazione dei tomi da libreria sono troppo lunghi, non puoi aspettare un anno o sei mesi per un altro capitolo della storia. Meglio riedizioni in b/n mensili almeno non perdi il filo del discorso. Ricordo che vendetti la Walking Dead della Saldapress in volumi proprio perchè mi ero stancato di aspettare sei mesi per conoscere il destino dei protagonisti. Ho pure la memoria corta e dovevo rileggermi sempre gli ultimi tre volumi.

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