Vista la qualità dei due precedenti
gioiellini
non ci si poteva illudere in un capolavoro che reggesse il confronto per la terza uscita di questa collana.
E infatti la parabola di Historica subisce
una rilevante flessione con questo Memorie
della Grande Armata.
La serie narra le sanguinose vicende di Marcel Godart detto “Il Belga” in
giro per l’Europa centrale tra il 1807 e il 1812 a seguito del 2° Reggimento Cacciatori
e poi degli Ussari. Le trame si concentrano più sul lato documentaristico e
sulla rielaborazione dei clichés del genere bellico piuttosto che sulla
creazione di qualcosa di originale, soprattutto nei primi due episodi. D’altra
parte in Francia esiste un pubblico fanatico delle divise riprodotte alla
perfezione che da solo garantisce la sopravvivenza di questo e di altri
prodotti analoghi. Dufranne tenta di coniugare crudo realismo alla retorica
sull’eroismo e l’onore tipica del genere, ma questo matrimonio finisce per dare
frutti involontariamente grotteschi. Alcune ardite ellissi narrative, poi, non mi
sono state chiare.
Il disegnatore Alexander mi sembra poco adatto per questo genere di storia.
Non proprio dilettantesco, mostra comunque alcuni difetti da manuale come un’inchiostrazione
poco ragionata (spesso pesante) e delle derive caricaturali che lo avrebbero
fatto figurare meglio in una storia fantasy o grottesca. In effetti i suoi
menti esagerati, le dita, le braccia e le gambe tozze e le pennellate grasse mi
hanno ricordato il Tarquin di Lanfeust de
Troy. E come Tarquin, nemmeno Alexander dedica molta attenzione alle grazie
femminili.
Assolutamente non brutti ma nemmeno eccezionali i colori di Jean-Paul Fernandez (figlio di Fraymond?),
francamente non capisco perchè segnalarlo come autore quando la sua abilità non
si discosta da quella di tanti altri colleghi che non vengono comunemente
menzionati insieme agli autori, onore che invece gli è stato riservato.
Oltretutto la colorazione al computer si rivela ancora una volta livida e non
sempre generosa con i disegni che copre, evidentemente sul monitor i colori
hanno un altro effetto e un’altra brillantezza che si perdono una volta mandati
in stampa. Il caso vuole che questo volume soffra occasionalmente di una
qualità di stampa non sempre ottimale, che si mangia certi dettagli come i rami
degli alberi in lontananza. E sempre rimanendo in argomento computer, i balloon
sono un classico esempio di quelle “lapidi” che Pratt voleva evitare.
Ciò detto, pur tra la ripetitività di alcune situazioni e tra la scarsa plausibilità
di altre (il protagonista ferito a morte e mutilato che sopravvive...
“Io-c’ero” salvato miracolosamente più volte dal minuscolo orologio col ritratto della
figlia...), Memorie della Grande Armata
offre anche qualche sequenza interessante e inaspettata come l’assalto degli
uomini-lupo e l’iniziazione massonica, apparentemente decorativa ma che si
rivelerà fondamentale nell’ultimo episodio. E il terzo episodio, che introduce una
trama investigativa ma presenta anche elementi “rosa”, è veramente molto buono,
di gran lunga il migliore dei quattro e, come si suol dire, da solo vale l’acquisto
(tanto più che il prezzo di Historica è inferiore rispetto a quello che
paghiamo normalmente per un solo tomo franco-belga).
La struttura a one-shot invece che a volumi collegati che si dipanano per
lustri, cruccio quest’ultimo dei lettori d’Oltralpe, è inoltre un grandissimo
pregio della serie. Ironicamente questo elemento quasi rivoluzionario si perde
con questa lettura organica che accorpa tutti e quattro i volumi originali.
Consigliato in considerazione di formato, foliazione, qualità cartotecniche
e prezzo. E, ripeto, il terzo episodio è molto buono.
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