Alle altre proposte a fumetti allegate a giornali e riviste si è aggiunta
anche questa con i personaggi Disney, e visto il periodo hanno cominciato con
una parodia a tema natalizio. A 1 euro figuriamoci se ho resistito.
La collana sembra monumentale, il piano dell’opera prevede al momento 40
titoli tutti abbondantemente farciti. E al di là di questo la parte redazionale
è veramente ricchissima, forse addirittura troppo. In questo primo numero trova
spazio, forse una tantum, un’introduzione esauriente e approfondita sulle
multiformi parodie Disney mentre le due storie portanti vengono introdotte da
lunghe ed esaurienti analisi delle opere di riferimento (formato che immagino
verrà riproposto anche nei prossimi volumi), in cui una grafica ben congegnata
fa convivere armoniosamente il corpo del testo principale con i vari eserghi
che lo costellano. Forse solo io ho questo problema, ma a volte quando da un
testo lungo vengono espunte delle citazioni o il testo viene accompagnato da
didascalie è facile per me perdere il segno e la lettura può diventare un po’ complicata.
In questo caso non succede: le varie citazioni dai testi originali e i
paralleli disneyani sono collocati sapientemente nel layout di pagina senza
spezzare la lettura. Purtroppo l’eccessivo piglio documentaristico delle
introduzioni porta inevitabilmente a delle antipatiche anticipazioni su quello
che accadrà nelle versioni a fumetti, rovinando alcune sorprese e quindi un po' anche la lettura.
In appendice, le bio-bibliografie degli autori letterari omaggiati e quella
degli autori, in questo primo numero solo Barks.
Le storie di questo primo numero:
Canto di Natale di Guido Martina e José Colomer Fonts: la
storia è quella risaputissima di Dickens già adattata in una miriade di altre
versioni, quindi non ci sono sorprese. Il disegno di Fonts, pur dignitoso, non
mi sembra eccezionale. Questa lunghissima storia si segnala comunque per la
grande fedeltà al testo e la conseguente profusione di dettagli che Martina ci
ha messo. Qualità di stampa abbastanza dignitosa.
Paperino e il canto di
Natale di Carl Barks: lapidatemi pure, ma non
credo che Barks sia diventato il mito che è grazie a questi disegni
approssimativi (che secondo me denunciano occasionalmente l’ispirazione ad
altre fonti). E ci si mette pure una qualità di stampa penalizzante. Ciò detto,
la storia è fenomenale: una raffica di gag slapstick cattivissime che hanno per
protagonista (e vittima) un terribile Paperino rompicoglioni che tormenta il
suo prossimo e in particolar modo il vicino Jones («Sono decisissimo a imporre
al mondo la buona disposizione d’animo!»).
Paperino e la fiaba
natalizia di Carl Barks:
altra stupenda interpretazione di Paperino e altro stile di disegno che mi
lascia perplesso. Ma qui almeno la stampa è misteriosamente impeccabile. A
differenza della storia precedente qui non mancano i buoni sentimenti e una
“morale” ma le gag sono comunque divertentissime e le situazioni molto
variegate.
Il ritratto di Zio Paperone di Caterina Mognato e Valerio Held:
storia lunga (e sicuramente divisa in due parti in origine, ma non viene
specificato) ispirata al Ritratto di
Dorian Gray di Oscar Wilde. Purtroppo l’introduzione che segue passo dopo
passo l’evoluzione della trama originale e la confronta con la versione della
Mognato mi ha rovinato parecchio la lettura, ma la storia si fa leggere comunque
con molto gusto. La struttura della storia è un po’ spiazzante visto che
raggiunge il suo culmine proprio a metà quando invece secondo me avrebbe creato
più suspence una rivelazione a scoppio ritardato dei presunti poteri del quadro.
Poco male, comunque, visto che così vengono a costituirsi due parti speculari
in cui all’escalation di cattiveria di Paperone corrisponde la sua spasmodica
ricerca per ovviare a tutti i torti che ha perpetrato. Assolutamente geniale (e
per fortuna non anticipata dall’introduzione!) la trovata finale sul perchè il
quadro assumesse fattezze sempre più inquietanti, tanto più che è stata
intelligentemente architettata a partire da un mcguffin iniziale cui il lettore
non avrà prestato la dovuta attenzione (e che invece come nel caso dei migliori
mcguffin sarà fondamentale per la trama).
Secondo me quest’ultima è la storia migliore, molte delle battute e delle
situazioni sono divertentissime. Il Paperone palazzinaro che finanzia
“Paperopoli 33” poteva ben figurare anche su Il Male... Se non pecco d’ipercodifica mi pare inoltre che la
Mognato sia molto consapevole di certi meccanismi che animano il mondo
dell’arte contemporanea e di alcuni figuri che ne traggono beneficio.
Invece i disegni di Held non mi hanno entusiasmato, e purtroppo sono stati
pure riprodotti malamente e “impreziositi” da una colorazione squillante e
confusionaria.
Se ho fatto bene i conti col depliant allegato, le prossime uscite si
assesteranno su circa 7€ l’una. Un po’ troppo in questi tempi di crisi per
un’adesione costante a scatola chiusa, anche se l’apparato redazionale è più
che meritevole. Magari vedrò di selezionare le proposte a mano a mano che
escono. No, dico, nel quarto volume ci sarà pure un Pippo Frankenstein!!!
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