Nite Owl (testi di J. Michael Straczynski, disegni
Andy Kubert, chine di Joe Kubert e Bill Sienkiewicz)
Fumetto paradossale. Un buonissimo fumetto di supereroi (fatti salvi i
luoghi comuni stantii di cui è infarcito il primo episodio, in cui Dan Dreiberg
è una specie di Matt Murdock benestante) che però poco ha a che fare con il
canone di Watchmen.
Voi avreste mai detto che Daniel Dreiberg avesse avuto una situazione
familiare borderline da melodramma come quella descritta? Io no, ma forse mi è
sfuggito qualche particolare durante la varie riletture di Watchmen e ha ragione Straczynski.
La serie scava inizialmente sulle motivazioni che hanno spinto il
protagonista a diventare supereroe, sul suo rapporto mentore-allievo (e
divo-fan) con Hollis Mason, sulla sua collaborazione con Rorschach e sui motivi
del dissidio tra i due, virando presto sui rapporti di Dreiberg con l’altro
sesso e su una indagine scabrosa che consente anche qualche vaghissimo accenno
di critica sociale. C’è anche una sorta di storia parallela che punta i
riflettori su Rorschach. Ovviamente questa sottotrama rimarrà “parallela”
fintanto che le esigenze narrative lo consigliano e, come da manuale, le strade
dei due eroi si incontreranno alla fine come da copione. E come da copione
viene pensato e scritto anche tutto il resto, in maniera canonica e senza
particolari sbalzi di genio, pescando generosamente tra i cliché del genere
supereroistico: le tormentate origini dell’eroe, il cattivo che fa il
pistolotto-confessione, le battutine pungenti nei momenti meno indicati, certe
imprese eroiche esagerate, ecc. Ma rimaniamo comunque in un ambito di alta
professionalità e di rigore narrativo (e nella scena in cui Nite Owl e Twilight
Lady si rivelano le rispettive identità segrete ho riso di gusto!). Se penso
agli altri disastri che Straczynski ha fatto e sta facendo in Before Watchmen...
Confesso di non aver capito il perchè dell’inserimento della “confessione
scritta” di Hollis Mason, che forse verrà sviluppata in altra sede. Pare che
riguardi un evento fondamentale, ma non si specifica quale e il lettore resta
un po’ a bocca asciutta.
Se la si legge senza pretendere molto e senza volerla per forza inserire
nel disegno generale di Watchmen
direi che questa miniserie è comunque piacevole. Mi è sembrato che il lavoro
del compianto Kubert Senior alle chine abbia molto nobilitato l’operato del
figlio, mentre il pur volenteroso Sienkiewicz non è riuscito a nasconderne le
derive deformed e pupazzettistiche.
Rimandata a settembre.
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