venerdì 1 marzo 2013

Gli assistenti di Juan Zanotto



A quanto pare il Formento che compariva tra le firme alla fine del secondo ciclo di Barbara non era il Beto Formento disegnatore di fumetti (salito ai disonori della cronaca come sostituto-clone di Garcia Duran su Qui la Legione, ma se lasciato libero di fare quello che voleva e di seguire il “suo” stile non era disprezzabile, anzi da rivalutare).
In almeno due occasioni, invece, Zanotto ha avuto veramente due assistenti e i risultati si vedono.
Su Lanciostory 6 del 1983 viene presentato il “libero” Un destino per Giuda, storia fantascientifica poco avventurosa ma concentrata sugli aspetti morali del protagonista, in cui a dare man forte a Zanotto c’è Ernesto Melo (i testi pare che fossero di Alfredo Grassi).
Di Ernesto Melo si possono riconoscere le teste allungate, qualche labbro quasi leporino e certe prospettive dinamiche.
Perlomeno, una volta che si sa che c’è la sua collaborazioni questi dettagli diventano evidenti. Mi sembra che in questo caso Zanotto e Melo abbiano lavorato più o meno sullo stesso piano: alcuni volti e alcune anotomie presentano i tratti distintivi dell’uno mentre altri volti e anatomie denunciano il lavoro dell’altro.
Non credo quindi che si sia trattato del classico lavoro in cui il maestro fa le matite e l’assistente gliele inchiostra (ruolo invertito nel caso in cui l’assistente sia un esordiente, non era decisamente il caso di Melo). Una specie di cadavere squisito, insomma, paragonabile ai lavori fatti a quattro mani da Mandrafina e Breccia, anche se il tratto e lo stile di Juan Zanotto è dominante.
Ernesto Melo, che aveva dato delle buone prove come disegnatore di fantascienza, soprattutto su testi di Ricardo Barreiro, attualmente è uno storyboard artist per il cinema.
A breve distanza, sul numero 25 del 1983, viene ospitata un’altra storia breve in cui ad assistere Zanotto ai disegni c’è un misterioso “Jorge”.
Questo fumetto (intitolato Quella possibilità) è caratterizzato da un incrocio di stili molto meno armonioso rispetto a Un destino per Giuda, in particolare si nota come Zanotto faccia la sua entrée solo dalla quinta pagina, mentre nelle prime quattro tavole c’è uno stile molto ingessato e un po’ anonimo, dovuto anche alla profusione di aerei e dettagli tecnici.
Ma quando arriva Zanotto c’è veramente di che rifarsi gli occhi, anche se probabilmente a causa di un intervento alle chine di questo “Jorge” (che inchiostra usando tratteggi perpendicolari intrecciati) alcuni disegni non sono sciolti come avrebbero dovuto essere.
Mi sembra chiaro che in questo caso Zanotto abbia demandato all’assistente la realizzazione di quei dettagli meccanici e documentaristici (le tute dei piloti, molto particolareggiate) che non aveva voglia di disegnare, concentrandosi, vivaddio, sulle sue stupende anatomie e sulle espressioni dei protagonisti.
En passant, Quella possibilità è una specie di divertissement che parte dal timore per una guerra globale tra americani e russi (argomento molto sentito all’epoca) per virare sul fantasy e sulle splendide donnine di Zanotto, con finale a sorpresa tipico dell’Eura.

2 commenti:

  1. Quel misterioso "Jorge" dovrebbe essere nientemeno che l'indimenticabile Zaffino. L'inchiostrazione a linee perpendicolari era una caratteristica comune nell'Estudio Villagrán nel quale si formò professionalmente, spiccando poi il volo in solitaria.

    Il Formento di Barbara invece era semplicemente il letterista della Ediciones Record al lavoro su quel lavoro, tra gli altri. Mi sfugge il nome di battesimo, nella nebbia dei ricordi mi pare di ricordare Héctor.

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  2. Jorge Zaffino?! Non ci sarei mai arrivato. Sarà perchè lo associo ai nerboruti eroi di Wood e non ad aerei e divise militari.

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