martedì 5 marzo 2013

Intervista a Domingo Mandrafina (prima parte)



Sfogliando un numero a caso di El Tony o Nippur Magnum degli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80 quasi sicuramente ci si sarebbe imbattuti in un fumetto disegnato da Mandrafina, o addirittura due. Ma leggendo il sommario o i crediti delle storie ci si accorgeva che in realtà quei disegni erano di Carovini, Macagno, Massaroli o di uno degli altri imitatori ufficiali che la Columba assoldava e promuoveva.
Persino l’italiano Paolo Morales mosse i suoi primi passi su Lanciostory e Skorpio come clone, molto efficace peraltro, di Mandrafina. Un suo altro imitatore italiano molto dotato era Cairola, che possiamo trovare ad esempio sul numero 1 di L’Eternauta Junior.
Insomma, Domingo Roberto Mandrafina è uno di quei pochi disegnatori che hanno uno stile talmente personale da diventare dei punti di riferimento inevitabili per gli altri colleghi. Come per gli altri disegnatori che hanno una fortissima personalità (Moebius, Liberatore, Raymond, ecc.) anche Mandrafina sembra incredibilmente spontaneo e naturale: il suo modo di disegnare è talmente naturale e disinvolto che sembra “essere lì” da sempre, in attesa solo di qualcuno che lo scoprisse.
Ed è ancora più personale in versione originale, visto che cura personalmente il lettering delle sue tavole.
Nato il 2 novembre del 1945, realizza i suoi primi fumetti verso i 25 anni, relativamente tardi rispetto ai colleghi della sua generazione che si cimentarono nella professione appena diciottenni o addirittura sedicenni.
Ha lavorato per le più importanti case editrici del suo paese, realizzando opere fondamentali come Savarese e Cayenna (in originale El Condenado). Tra i suoi sceneggiatori si annoverano i più famosi e determinanti autori argentini: Barreiro, Collins, Grassi, Saccomanno, Wood. Un discorso particolare merita il suo sodalizio con Carlos Trillo, che ha prodotto una lunga serie di capolavori paragonabili solo a quelli che lo sceneggiatore realizzò con Altuna e Garcia Seijas.
In Italia Mandrafina divenne sin da subito una delle colonne portanti dell’Eura Editoriale, per la quale realizzò anche del materiale ad hoc come alcuni episodi della breve serie Lady Shadow scritta da Sergio Loss. Quando la rivista L’Eternauta ospitò alcune delle sue prove più personali e grottesche alcuni lettori si chiesero se quel “Roberto” Mandrafina fosse veramente lo stesso Domingo Mandrafina che disegnava Savarese, che su Lanciostory compariva in un formato rimontato che ne mortificava il tratto.
Mandrafina ha anche partecipato in più occasioni a degli originali lavori a più mani: oltre alla serie Samos realizzata all’inizio della sua carriera, ha collaborato con Enrique Breccia su Republiqueta (Saccomanno/Grassi) e Il Ritorno di Spartaco (Ferrari) e con Alberto Macagno su Il Golem e Diario di bordo (entrambi su testi di Ferrari).
A seguito della sua affermazione definitiva in Europa lavora in esclusiva per l’Eura, che gli commissiona direttamente i lavori: il primo di questi fu Cosecha Verde (Frutto Acerbo), già pensato per le dimensioni della collana di volumi cartonati Euracomix. Probabilmente il lavoro più famoso tra quelli realizzati direttamente per l’Italia è Fratelli Centobuchi, scritto ancora una volta da Trillo e conosciuto da noi come Spaghetti Bros.
Nonostante l’annuncio di nuovi suoi lavori o della ripresa di altri “classici”, la presenza di Mandrafina su Lanciostory si esaurirà con l’apparizione sempre più rarefatta di Cayenna 2, seguito di El Condenado ancora scritto dal suo ideatore Guillermo Saccomanno.
In compenso, per Sergio Bonelli Editore realizza due stupendi episodi di Dylan Dog.
Nonostante sia conosciuto e amato principalmente per la sua grande abilità nell’uso del bianco e nero, ha realizzato copertine e anche dei magnifici fumetti a colori: oltre a El Conejo de Alicia (inedito in Italia) va segnalato il suo contributo all’antologia Alle porte di un nuovo mondo (Skorpio 30/91, episodio Le due sponde).
Attualmente una selezione delle sue storie brevi scritte da Trillo è in corso di pubblicazione sulla rivista bimestrale iCOMICS, purtroppo con colori apocrifi e poco adeguati.

Per cominciare ci piacerebbe sapere qualcosa di Lei, qual è stata la Sua formazione e quali sono stati i Suoi esordi.

Il Maestro Alberto Breccia
Cuando comprendí que mi futuro laboral debía estar ligado al dibujo, tomé clases en IDA, que era una escuela formada por algunos de los maestros que se habían separado de la histórica Escuela Panamericana de Arte, entre ellos Alberto Breccia, que fue un referente definitorio de mi vocación historietística.
Mis primeros trabajos los hice junto a Ramón Gil, un compañero del curso de Breccia, cuando todavía estábamos en IDA, y fueron publicados en la revista semanal Patoruzito.

Mandrafina sembra un cognome italiano: Lei ha qualche parentela in Italia?

Mis cuatro abuelos nacieron en Calabria. Supongo que por esa zona debe haber algún Mandrafina, o Gioffré, que era el apellido de mi madre, y seguramente tendremos algún antepasado en común. Me debo todavía visitar esos lugares y averiguar más sobre los orígenes de mi familia.

Le è sempre interessato il fumetto o si è avvicinato a questo lavoro per caso oppure in attesa di fare altro?

Las dos cosas, porque si bien no dejaba de dibujar vocacionalmente hasta avanzada la escuela secundaria, fui tomando otro camino; trabajé en oficinas contables durante algunos años, comencé una carrera universitaria... hasta que me dí cuenta de que había equivocado el rumbo y dejé todo para tomar clases de dibujo.

Tra le Sue prime prove c’è un interessantissimo fumetto realizzato in equipo e a colori, purtroppo inedito in Italia: Samos, attribuito graficamente a un certo “Fernan Mandrachione”. Come è avvenuto l’incontro con Angel Fernandez e Ruben Marchionne? Che metodo di lavoro seguivate?

Lito Fernández ya era un profesional y yo tomé contacto con él a través de algunos compañeros de IDA, entre ellos Rubén, que ya lo conocían. A partir de entonces colaboré en algunos trabajos de Lito y poco tiempo después surgió la posibilidad de realizar Samos en común. Fueron pocos episodios. Al principio él marcaba los enfoques, yo los dibujaba y los pasaba a tinta, junto con Szilagyi, que también formó parte del grupo; del color se encargaba Marchionne. Después Lito dejó de participar y Marchionne pasó a hacer también los enfoques.

Spesso si citano Frank Robbins e Alberto Breccia tra le Sue influenze principali, ma io sinceramente ho trovato il Suo stile già maturo e pienamente originale sin dalla Sua prima apparizione italiana[1]. Forse, a posteriori, si può dire che Lito Fernandez abbia influito sulla Sua maturazione. Lei chi riconosce come maestri (reali o ideali)?

Mis maestros reales fueron Breccia en los cursos y Lito Fernández en la práctica, cuando colaboré con él. De todos modos, más allá de la impresión que pudo haberte causado esa historieta, creo que mi trabajo es producto de haber observado y analizado a muchos profesionales de distintos estilos, como quienes nombrás, más Caniff,  Alex Toth, de la Fuente, Arturo del Castillo...

Alcune fonti riportano tra i Suoi lavori la serie Race of Scorpions realizzata per l’americana Dark Horse[2], di cui però non c’è traccia in Italia. In effetti ci fu una Razza di Scorpioni pubblicata su Lanciostory nel 1989 disegnata però da Leopoldo Durañona… si trattava di un remake o di qualcosa di completamente diverso? O forse, semplicemente, questa serie Le viene attribuita per errore?

Efectivamente, esa atribución es errónea; nunca dibujé una historieta con ese título.

In Italia si è spesso ripetuto che Lei ha partecipato non accreditato alla realizzazione di Dax. È vero che collaborò con Ruben Marchionne su questa saga? Verso che parte della serie ci fu il Suo intervento, se c’è stato?

No; no intervine en ese trabajo.

Il Suo rapporto con Columba è stato traumatico come per molti altri Suoi colleghi oppure ha un buon ricordo di quell’editore?

Sé que otros colegas tuvieron problemas con esa editorial, pero personalmente no puedo decir que mi relación haya sido traumática. Aunque hubo conflictos como con cualquier otro editor, no dejo de tener un buen recuerdo de mi paso por Columba, donde publiqué durante dieciocho años..

Gran parte della Sua bibliografia è costituita da storie ambientate tra gli anni ’20 e ’40: è un contesto che Le piace o si è trovato semplicemente per caso a disegnare fumetti inseriti in quell’epoca?

No, lo hice porque me resulta interesante esa época entre las dos guerras mundiales, y además me gusta su estética; también debo reconocer la influencia del cine, pues he visto muchos filmes ambientados en esos años, especialmente policiales. 

Nonostante abbia realizzato i capolavori assoluti scritti da Trillo e altri fumetti molto importanti e anche molto lunghi (come El Condenado/Cayenna e Spaghetti Bros.), credo che il Suo nome venga tuttora associato principalmente a Savarese, oltretutto recentemente ospitato sul numero 9 della collana italiana “I Maestri del Fumetto” di Repubblica[3]. Che rapporto ha con questo personaggio? È stato pesante lavorare per oltre dieci anni sempre sulla stessa serie oppure è maggiore l’affetto per un personaggio che Le ha dato tanta popolarità?

Siempre me gustó trabajar en ese personaje, con los guiones de Robin Wood, que cumplían con las características de las que hablé en la respuesta anterior. En cuanto a la duración de la serie, las cosas simplemente se fueron dando así y yo disfruté de la realización todo el tiempo que duró.

Con la nascita di Skorpio dell’Editorial Record anche Lei come moltissimi altri disegnatori passa alla nuova rivista dedicandosi però principalmente a storie autoconclusive e a miniserie (come Derek e Tusk scritte da Saccomanno e disegnati insieme a Uzal[4] e Lady Shadow di Sergio Loss che compariva su Corto Maltés), unica eccezione El Condenado (noto in Italia come Cayenna) che però apparirà solo nel 1977. Fu in quell’occasione, tramite il contatto con la nuova redazione, che avvenne il fondamentale incontro con Carlos Trillo o successe in seguito?

A Trillo lo conocí a través de otros colegas y de amigos comunes de la profesión, —como el mismo Saccomanno, los Breccia, Altuna—, en 1978. De ahí surgió la posibilidad de hacer con él algunos trabajos juntos.

Tra le serie e minisere che avete realizzato insieme[5] c’è qualcuna a cui è più legato o su cui ha qualche aneddoto da raccontare?

De todas ellas, siempre tuve preferencia por Cosecha verde (Frutto acerbo o La gran patraña) y El condenado (Cayenna) de Saccomanno.

Lei ha anche disegnato uno dei rarissimi fumetti scritti da Enrique Breccia, che solitamente si limita al disegno. In Italia però Metrocarguero è rimasto incompiuto, sono comparsi solo i primi 3 episodi su L’Eternauta[6]… di quanti episodi era composto?
 Enrique ya realizaba guiones para historietas propias; no recuerdo si hay algún guión hecho para otro dibujante fuera de Metrocarguero. La serie estaba pensada con un final al que nunca se llegó, porque quedó inconclusa. En Argentina se publicaron los episodios que realizamos, pero faltó al menos uno que nunca llegamos a concretar, por diversos motivos.

Lei ha lavorato con Enrique Breccia anche disegnandoci insieme in almeno due occasioni: le miniserie Republiqueta (scritta da Saccomanno e poi continuata da Grassi) e La Vuelta (testi di Ferrari, conosciuta in Italia come Il Ritorno di Spartaco). La cosa di per sé non sarebbe troppo rilevante se non fosse per i nomi coinvolti, visto che nei fumetti è prassi quasi comune farsi aiutare da un collega o lavorare all’interno di uno studio con altre persone, però entrambi i fumetti sono molto particolari perché si percepiscono chiaramente le singole personalità di Mandrafina e Breccia, eppure il risultato finale è molto omogeneo ed equilibrato (oltre che molto bello da vedere).
Come avveniva questa collaborazione? Ognuno di voi si concentrava su alcuni elementi e poi li univate oppure lavoravate proprio sullo stesso foglio di carta senza dividervi i compiti in maniera fissa?

Hay más trabajos hechos en común, además de los que nombraste: Diario de a bordo y El Golem. El equipo incluía a Alberto Macagno, y los tres participamos de esas historietas; en algunas también se sumó al grupo Osvaldo Cataldo[7]. Como compartíamos el lugar de trabajo, al principio nos dividíamos la tarea más o menos orgánicamente, pero al avanzar en la realización los límites del trabajo de cada uno se fueron desdibujando, lo que contribuyó también a homogeneizar el resultado y a divertirnos más,...hasta terminar en un caos que hizo que abandonáramos la experiencia.

(1 – continua)


[1] Storia breve Evasione su Lanciostory 10 del 1975.
[2] Vedi Historietas – Storia, personaggi e percorsi del fumetto latino amerciano (Mazzotta, 1997) e ¡Linea Latina! – Fumetti tra Italia e Argentina (Edizioni Carte Segrete, catalogo della mostra omonima tenutasi dal 20 dicembre 1992 al 25 gennaio 1993 presso il Palazzo delle Esposizioni in Roma)
[3] Nel 2003 Savarese fu uno dei personaggi del fumetto argentino a cui venne addirittura dedicato un francobollo.
[4] Pur se apparso sullo Skorpio argentino solo nel 1985 questo fumetto risale a qualche anno prima visto che il primo episodio compare anche sul numero 0 dell’Eternauta datato 1980.
[5] Tante e tutte di altissimo livello: I Misteri di Ulises Boedo, Peter Kampf lo sapeva, Il Segugio, Il Cavaliere di Gommasgonfia, Storie Mute, Frutto Acerbo, L’Iguana, Dragger, Spaghetti Bros (scritto da Trillo insieme a Saccomanno), El Conejo de Alicia (scritto da Trillo insieme a Maicas)
[6] visto con il titolo Metro-cargo sui numeri dal 34 al 36 dell’Eternauta.
[7] Praticamente sconosciuto in Italia, nella seconda metà degli anni ’70 ha disegnato tra le altre cose la breve serie El Mayor Murdock per Columba e alcuni episodi dei Los Vikingos per Pif-Paf della Record.

5 commenti:

  1. Bella intervista a un autore maturo e seminale, oltre che elegante e di grande leggibilità.

    Una curiosità: l'Eura attribuì a Mandrafina anche un "libero" (Mescalero) scritto da Grassi - non accreditato in Italia - che in realtà risulta essere al 100% opera grafica di Beto Macagno.
    Fu pubblicato su Skorpio N. 23/1983 e poi addirittura nell'inserto Dedicato a Mandrafina...

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  2. Complimenti per il blog e per l’intervista (ma la seconda parte?) a uno dei mostri sacri del fumetto, purtroppo secondo me non ancora pienamente valutato come merita.
    Purtroppo mi sembra che, forse anche per l’età non più giovanissima, il tratto del Maestro si sia fatto sempre più rarefacendosi negli ultimi anni, tanto che di sue opere inedite dopo il Dylan Dog di qualche anno mi sembra se ne siano viste ben poche, anche se pare che a settembre dovrebbe finalmente uscire in Francia il secondo volume de ‘La guerre des magiciens’ su testi del compianto Trillo (insieme a Dal Prà)...

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    1. Ho sentito Mandrafina qualche settimana fa e la seconda parte dovrebbe (DOVREBBE) arrivare a breve.

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  3. El grande cacho, mi compañero de banco en I.D.A.

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