Certo che tornare a Il Crepuscolo degli Dèi dopo l'intenso e spettacolare 3 Leggende è una bella doccia fredda. Fafnir non è assolutamente un fumetto brutto ma è anonimo, incolore, privo di pecche madornali come di elementi entusiasmanti. Coerentemente col resto della saga, in effetti.
Il drago Fafnir a cui è intitolato questo episodio compare solo nelle ultime 7 pagine, per il resto la storia si concentra sulla difficile adolescenza da rinnegato di Sigfrido, che vive col mostruoso Mime ignaro di quello che gli Dèi tramano per lui. Questo Bildungsroman procede con rivelazioni sul passato del protagonista senza particolari sussulti e con qualche concessione al teen drama (tutta l'exploitation dell'inizio, il gesto con cui Sigfrido si congeda dal suo vecchio amore d'infanzia). Forse la battaglia finale è risolta in maniera troppo affrettata, ma qui la colpa è da attribuirsi al disegnatore.
Il sintetico Djief sfoggia infatti uno stile un po' Liberty e un po' manga privo di fronzoli e dettagli e assai poco spettacolare. Gli occasionali tratteggi a matita sembrano più frutto di sbadataggine che dell'amore per i particolari. A poco servono i suggestivi colori di Héban, autore anche della copertina.
Ovvio che a 3,90 euro a volume si continua a seguire la saga, ma spero che non sia ancora troppo lunga...
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