La benemerita casa editrice Menhir, quella de Il Morto,
ha presentato alla fiera di Reggio Emilia due fascicoletti speciali a tiratura
limitata come probabili viatici di nuove serie.
Hilka Strix: Plantis et
Executionem è la
rielaborazione di un progetto erotico risalente agli anni ’70 (ma quanti anni
ha Ruvo Giovacca?!) sottoposto all’epoca nientemeno che all’attenzione della
gloriosa Edifumetto di Renzo Barbieri e fermato ai blocchi di partenza in
attesa di tempi più floridi che non sarebbero arrivati. Riadattato in chiave
fantasy, racconta la storia della fattucchiera, o forse solo erborista, Hilka
Klingen che viene condannata al rogo da un cerusico invidioso della sua
influenza e bramoso di impossessarsi di un grimorio. Queste 23 pagine di fumetto
sono poco più di un’introduzione e chiaramente la sorte della protagonista non
può esaurirsi nel macabro finale.
Ai disegni Mirko Andreoli, già apprezzattisimo su InkStory Horror,
compie un lavoro egregio, oltretutto per nulla sminuito dal formato pocket.
Spettrik: Un Progetto senza
Futuro è meno
accattivante e originale di Hilka Strix.
Alfredo Brecci è l’unico sopravvissuto del progetto Spettrik che ha portato con
successo alla creazione di una tuta che aumenta a dismisura le prestazioni
fisiche umane. Tutti i ricercatori coinvolti sono stati eliminati ma Brecci,
venuto a conoscenza del pericolo, si è dato alla macchia con la tuta diventando
una sorta di Diabolik misto a Ultraman.
Le sue imprese di vendicatore portano allo smascheramento di vari politici
corrotti finché i Powers-that-be non
riescono apparentemente a toglierlo di mezzo.
Il fumetto di Spettrik ha il pregio di poter essere letto come una storia
compiuta, con un inzio e una fine (ovvio che le intenzioni e le speranze degli
autori puntino verso un’altra direzione), ma le analogie con Il Morto sono troppe per renderlo
veramente interessante, almeno in questa prima fase. Inoltre graficamente c’è
un abisso rispetto al lavoro di Andreoli.
Quasi più interessanti dei fumetti in sè, che in fondo sono solo antipasti,
i due editoriali che riescono a ricostruire sinteticamente ma con efficacia i
contesti ormai estinti dei pornetti anni ’70/’80 e dei settimanali falcidiati
dalla televisione (nel 1984 Spettrik
avrebbe dovuto apparire su Corrier Boy).
Le mie copie di Hilka Strix e Spettrik sono rispettivamente numerate
344 e 943 (!) su 1000. Forse è solo un caso e non venivano vendute seguendo
rigorosamente la progressione numerica ma se così non fosse sarebbe un
successone per la Menhir.
Hilka Strix LO VOGLIO. Ha dei disegni superbi (è il secondo fumetto che vedo omaggiare quel quadro, dopo Berserk)
RispondiEliminaL'altro mi sembra comunque più originale de Il Morto :p
Moz-
Il problema sarà trovarli in giro. Ma se sono riusciti a distribuire Il Morto e InkStory spero ci riescano anche con le future nuove serie.
EliminaHyeronimus Bosch è tra i più citati dai fumettisti: ricordo Olivera e Burgeon tra i tanti.