giovedì 21 gennaio 2016

Non è che mi lament(av)o, eh. Però...



Ormai sembrano passate ere geologiche ma come anticipato riciclo un post che avevo progettato di mettere online prima di sapere che Alix avrebbe chiuso col numero 15. Perlomeno la sospensione della testata mi esonera dalla necessità di essere troppo preciso, quindi metto il pezzo così come lo avevo lasciato, tanto non c’è più bisogno di finire di elaborarlo.

La proposta della Mondadori di Alix è eccezionale. Volumi cartonati, a colori, su carta patinata, stampati mediamente bene e a un prezzo basso. Errori come balloon invertiti o refusi ce ne sono stati pochi finora e, cosa fondamentale, la serie è veramente molto bella pur con i fisiologici alti e bassi che la serialità e l’avvicendarsi di collaboratori diversi comportano.
Forse si sarebbe potuto mettere qualche redazionale più corposo invece che le sintetiche presentazioni dei personaggi in seconda pagina (mai lette per paura che fossero spoilerose come quelle che un mio amico mi ha detto erano nella ristampa di Ken Parker), ma a questo prezzo va benissimo anche così.
La saga di Alix è però strutturata in maniera particolare: è vero che ogni episodio (almeno finora) è autoconclusivo, ma ormai è evidente che sono tutti tasselli di una struttura molto più grande e complessa in cui esiste una caterva di personaggi (spesso coprotagonisti) che si rincorrono di albo in albo e intessono una fittissima rete di relazioni col protagonista, generando ulteriori crossover tra di loro. Mi ci gioco le palle che la Mondadori ha epurato le tavole di tutti i rimandi agli episodi precedenti (i «voir» in calce alle vignette) che sicuramente costellano gli albi originali. Io non amo particolarmente i rimandi ai volumi precedenti, ma quando ci vuole ci vuole, anche perché qui i personaggi sono proprio tanti.
Probabilmente la Mondadori ha scelto questa politica per “mimetizzare” le storie presentate per prime, in realtà più in là nella cronologia ufficiale ma forse ritenute più appetibili per un pubblico vergine, come appunto precedenti a quelle presentate dopo, tanto più che nella costola campeggia solo il numero progressivo di questa collana e non quello vero del volume originale, riportato nelle gerenze dove solo i pervertiti come me lo leggeranno.
Credo sia superfluo segnalare che se il lettore si vede comparire un personaggio ricorrente dal nulla avendone solo letto la biografia nella seconda pagina avrà una reazione diversa che se avesse familiarità con lo stesso personaggio grazie alla lettura delle storie precedenti in cui compariva e tornava. Vedi Galva nel primo volume, ad esempio. Oltretutto, presentando gli episodi con questi vertiginosi salti cronologici e quindi senza riportare la giusta continuità delle apparizioni dei personaggi sembra quasi che Martin utilizzi degli deus ex machina quando invece si tratta di un risultato della forte coesione interna della saga e di un ottimo uso dei comprimari.
È anche vero che noi adesso in Italia possiamo leggerci [avremmo potuto!] tutta la saga in circa otto mesi contro i quasi settant’anni che hanno impiegato i francesi, quindi più bisognosi dei giusti riferimenti agli episodi precedenti, ma con tutto questo casino di gente che va e viene da un volume all’altro qualche aggancio sarebbe stato utile pure a noi. Anche perché secondo me si perdono certi dettagli molto ben congegnati da Jacques Martin.
Il ritorno del villain Xxxxx Xxxxxx in Xxxxx xxxxx Xxxxxxx (XX° numero della versione italiana/XX° francese) si sarebbe goduto come tale se fosse stato scritto di chi si trattava e in quale episodio avrebbe esordito nella versione italiana/aveva esordito in quella francese.
La ricomparsa provvisoria di Xxxxxxx (Roma, Roma… XX°/XX°) sarebbe sembrata meno casuale se il lettore avesse avuto l’occasione di sapere che il personaggio compariva prima e in quale episodio di preciso.
La battuta gettata lì come se niente fosse in merito ad un’aquila (Xxxxxx xxxx Xxxxxx, XX°/XX°) cela in realtà una nuova interpretazione alla bellissima scena conclusiva di Xxxxx xxxx Xxxxx (XX°/XX°), che il lettore privo di riferimenti può benissimo non cogliere.
Così come in Vercingetorige (XX°/XX°) potrebbe sembrare che Alix abbia il potere di controllare gli animali, mentre invece la fedeltà del branco si spiega benissimo con l’incontro avvenuto in Xxxxx xxxxx Xxxxxx (XX°/XX°), a cui nella versione italiana viene censurato ogni rimando.
Non dico poi che certe situazioni risultino poco comprensibili (anche se i riferimenti al fratello di Xxxxxx in Xxxxx xxxx Xxxxxx, XX°/XX°, non è che siano molto chiari a chi non ha letto il giusto volume precedente, la cui citazione viene epurata dalla Mondadori) ma a volte pare proprio che manchi un tassello, che l’affresco non sia completo. Il che è proprio questa situazione.
Confesso inoltre che, con l’età che avanza inesorabile, sono dovuto andare a rileggermi Xxxxxxx xxxxx Xxxxx (XX°/XX°) per capire se l’eremita biondo che controlla gli animali era lo stesso visto in Xxxxx xxxx Xxxxxx (XX°/XX°). Niente di drammatico, ma se fosse stato indicato chiaramente, come sicuramente era nella versione originale, mi sarei risparmiato qualche dubbio.
Ne Il Bambino Greco (XX°/XX°), epurato di tutti i riferimenti che sicuramente ci saranno stati a Xxxxx xxx Xxxxxxx (XX°/XX°) compare addirittura un arcinemico di Alix senza che ne venga rivelato inizialmente il nome, così che il lettore italiano si perde tutto il gioco sul fatto che questi inizialmente non abbia capito che ha di fronte proprio l’Alix che l’ha contrastato durante […] (cosa che viene riassunta in un dialogo, che non poteva essere ritoccato).

Alla fine avrei espresso il mio desiderio che gli episodi successivi fossero presentati nella successione corretta almeno per qualche numero, ma ormai i fatti hanno preso il sopravvento.

Nessun commento:

Posta un commento