Continua a raffica l’uscita di
nuove miniserie legate a Secret Wars.
Attirato dai bei disegni di Steve Pugh ho preso Marvel Mix 114 che ospita i
primi episodi di Age of Ultron vs. Marvel
Zombi e di Marvel Zombi. Anche
questo si è rivelato un buon acquisto.
La prima storia è ambientata in
una zona di confine tra le Terre Morte, dominio degli zombi, e Perfezione,
utopia tecnocratica creata da Ultron. Robot e non-morti sono in perenne
conflitto visto che i primi distruggono a vista i secondi e gli zombi in teoria
non possono cibarsi di loro (anche se verso la fine si vedono le versioni zombi
di Rhino e del Gufo trafficare coi resti di un Ultron). Questa zona di confine
è l’anticamera in cui viene deportato l’Hank Pym in versione western proveniente
dalla cittadina di Timely in cui è ambientata 1872,
condannato all’esilio perché coi suoi esperimenti meccanici stava facendo fare
un salto evolutivo troppo rapido al suo dominio, cosa evidentemente non gradita
a Destino.
Grazie a un’altra esiliata da
Timely con agganci in alto loco ora guardiana presso lo Scudo (immagino sia la
versione western di Wasp) Hank Pym ha il privilegio di scegliere la terra del
suo esilio e ovviamente opta per quella che gli si confà di più: il dominio dei
robot. Appena messo piede nel posto per poco non ci lascia le penne se non
fosse per l’intervento di alcuni supereroi, cosa che anticipa nuovi scenari. Il
tutto mentre la supereroina Tigra, splendidamente disegnata da Steve Pugh,
cerca di sopravvivere nelle Terre Morte dove è stata esiliata per aver ordito
un golpe contro Destino finito male.
Da un concetto di partenza
infantile e un po’ stupidotto James Robinson è riuscito a imbastire una trama
originale e molto interessante, vedremo come procede. Solo tre piccoli appunti:
1) per spiegare come Ultron è arrivato alla creazione di Perfezione si fa uso
di flashback in cui Steve Pugh è stato costretto a modificare il suo stile (se
ha disegnato lui quelle pagine) riprendendo quello di altri disegnatori classici
Marvel, col risultato che quelle sei tavole sono graficamente a un livello
inferiore rispetto al resto; 2) Marvel Mix, la collana che ospita Age of Ultron vs. Marvel Zombi, è
brossurata e il formato è stato mantenuto col risultato di rendere meno
godibili le pagine doppie; 3) come antipasto è sicuramente consistente e buono,
ma lo è di meno rispetto a quanto visto nelle altre miniserie di Secret Wars
che ho letto finora: uno dei pregi di questo esperimento è che tutti i primi
episodi visti finora sono molto densi e offrono un abbondante tempo di lettura
pur essendo fisiologicamente solo introduzioni. Age of Ultron vs. Marvel Zombi lascia però un po’ più in sospeso il
lettore; comunque offre sempre molto più materiale di quanto si possa trovare
in tante altre porcherie made in USA.
A integrazione della serie
titolare è stata una scelta obbligata inserire Marvel Zombi. L’ambientazione è più o meno la stessa, la
protagonista è la volitiva e altezzosa cacciatrice di mostri Elsa Bloodstone.
Talmente stronza e cristallizzata nello stereotipo della snob inglese, alla
fine diventa simpatica come già era successo nel Nextwave di Ellis e Immonen. Simon Spurrier ha imbastito una trama
piuttosto originale e interessante in cui la Bloodstone, a guardia dello Scudo
contro le incursioni degli zombi, viene teletrasportata da un avversario nelle
Terre Morte e deve fare da balia a un bambino che ha perso la memoria.
Decisamente godibile, anche perché Spurrier ha uno stile di scrittura spigliato
e accattivante. Kev Walker asseconda l’atmosfera e indulge in qualche deriva
caricaturale com’è d’altra parte già nelle sue corde, anche se mi è sembrato
meglio qui che altrove.
Visto che c’ero ho preso anche il
primo numero di Civil War. Il fascicolo
si apre con un episodio extralarge della miniserie titolare, in cui viene
spiegato come si è evoluta la vita negli Stati Uniti a seguito di uno
svolgimento diverso degli eventi del vecchio crossover omonimo: dopo
un’ecatombe gli USA si sono divisi in due macro-Stati in cui il conflitto ideologico
tra Steve Rogers e Tony Stark prosegue e ha assunto proporzioni titaniche.
Adesso gli States sono divisi nel Blu (il vasto e libero territorio a ovest
retto da Capitan America, dall’apparenza rurale) e nel Ferro (il più limitato
ma tecnologicamente ed economicamente avanzato territorio a est, retto da Iron
Man). La storia viene narrata da Miriam Sharpe, madre di una delle vittime
dell’incidente di Stamford che diede origine al plot di Millar: anche grazie a
lei dopo sei anni di guerra civile sembra di essere riusciti ad addivenire a
una tregua ma purtroppo l’incontro al vertice tra i due leader prenderà una
piega drammatica.
Charles Soule è stato più
descrittivo che narrativo ma le esche che ha gettato sono abbastanza
appetitose, con un whodunnit che
invita a proseguire la lettura. Inizialmente mi ha destato qualche perplessità
il fatto che in soli sei anni siano avvenuti cambiamenti tanti radicali e che i
protagonisti risultino così invecchiati ma ci si fa presto l’occhio. Ai disegni
lo spigoloso Leinil Francis Yu, che non ammiro né disprezzo, fa un buon lavoro.
In appendice a Civil War viene ospitato Armor Wars, ripresa di un altro evento ricordato
nelle note. Lo sceneggiatore è lo stesso James Robinson di Age of Ultron vs. Marvel Zombi, qui con un piglio un po’ più leggero.
Nel dominio di Tecnopoli tutti devono indossare delle armature ipertecnologiche
per sopravvivere, per motivi che ormai neanche Tony Stark, principale fornitore
di armature alla popolazione, ricorda. Viene sviscerata la rivalità tra lui
(barone di questo dominio) e il fratello Arno e a far da cornice a questa
introduzione c’è l’omicidio di Spyder-man/Peter Urich. Anche qui l’elemento del
whodunnit è abbastanza interessante,
peccato per i disegni piuttosto deformed di Marcio Takara del tutto inadatti
all’ambientazione (belli alcuni dei suoi neri intensi, però).
Da segnalare che entrambe le
proposte vantano una qualità di stampa degna del primo albo Secret Wars che ho preso.
Di questo passo ho paura di
prendermi tutte le proposte dell’evento, tanto più che la Panini sta
cominciando a pubblicare del materiale direttamente in invitanti volumetti
autoconclusivi.
Bella recensione. A me questa roba non attira proprio, ma continua così, che se dovessi vedere in edicola qualcosa di potenzialmente interessante voglio prima leggere il tuo parere. :)
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