Acquisto strategico che mi permette di mettere un post online stasera. Il riciclo del post su Alix
a questo punto me lo salvo per sabato.
Dunque, questo A-Force 1 prende
il posto dei soliti titolari della testata I
Vendicatori, scombussolata come il resto del Marvel Universe da Secret Wars, l’ennesimo
evento-fondamentale-che-poi-nulla-sarà-più-come-prima. Se ho ben capito, adesso
non ci sono più gli universi alternativi canonici ma delle realtà separate
“tematiche” che convivono in maniera indipendente l’una dall’altra regolate dai
capricci del Dottor Destino assurto allo status di divinità e scrupolosamente
attento alla loro gestione tramite una forza di polizia composta dalle varie
versioni di Thor (idea simpatica, quasi quasi provo anche il relativo mensile)
che impedisce interferenze tra i singoli mondi.
In A-Force è di scena la realtà
di Arcadia, i cui abitanti sono protetti dal gruppo tutto al femminile omonimo,
con a capo la baronessa (pare che ogni capo del suo mondo venga definito “barone”)
She-Hulk. Un giorno Arcadia viene aggredita da uno squalo mostruoso e la supereroina
Miss America (mai coperta) lo scaraventa incazzatissima in un altro mondo
attirandosi quindi la reprimenda dei Thor che la mandano in esilio nello
“Scudo” (sicuramente è spiegato in Secret
Wars cosa diavolo è). Al comprensibile scoramento delle compagne, tra cui
la strega dark Nico Minoru che rispetto a quanto visto su Runaways e Avengers Academy mi
pare un po’ troppo emotiva in questa interpretazione di Marguerite Bennett e G.
Willow Wilson, si aggiunge il rinvenimento di una strana entità femminile
sempre da parte di Nico. Di carne al fuoco ce n’è ma è ancora troppo presto per
giudicare.
Più interessante la seconda serie presentata, Squadrone Sinistro. L’inizio condensa in una manciata di pagine
tutta quella pessima vecchia miniserie con gli Ultimates contro la prima
versione dello Squadrone Supremo contro la seconda versione dello Squadrone
Supremo (Ultimate Power o una roba
così) ma si rivela assai più originale e articolata. In pratica Utopoli è un
dominio retto dallo Squadrone Sinistro, una versione gritty di un vecchio supergruppo parodia della Justice League of
America. Hyperion e compagnia hanno intrapreso una politica di “annessione”
degli altri mondi, cioè in sostanza li stanno invadendo imponendo il loro
controllo. Ovviamente la cosa viene notata dal corpo dei Thor ma lo Squadrone Sinistro
ha la scappatoia di dire che in fondo loro si stanno solo difendendo dalle
aggressioni degli altri.
Oltre a mostrare un bel po’ dell’ambientazione questo primo episodio mette
in scena l’omicidio di un Thor, la conquista di un’arma che può uccidere
Hyperion (così da approfondire il rapporto tra lui/Superman e Nottolone/Batman)
e la rivelazione di un complotto, il tutto calato in un’opprimente cappa di
paranoia. Nonostante sia un capitolo introduttivo è decisamente bello denso e
Marc Guggenheim è anche molto bravo a scrivere i dialoghi. Inoltre, per essere
un comic book mainstream mi ha piacevolmente sorpreso il tasso di violenza e di
cinismo, entrambi necessari per meglio creare l’atmosfera di Utopoli. È anche
vero che i personaggi scopano vestiti di tutto punto, ma è pur sempre un comic
book e non si può pretendere troppo.
Anche la terza serie mi è sembrata più interessante di quella titolare
nonostante la premessa non originale e comunque non entusiasmante: personaggi
dell’universo Marvel calati in un contesto western. In 1872 i soliti stereotipi del genere (qui un signorotto locale detta
legge con la sua masnada di tirapiedi, arrivando persino a deviare il corso di
un fiume per i suoi interessi) vengono interpretati da riletture dei supereroi
e dei loro nemici, così abbiamo lo sceriffo duro e puro Steve Rogers, l’ubriacone
inventore divenuto pacifista Tony Stark, il “farmacista” Bruce Banner e via di
seguito, con una menzione speciale per Kingpin che interpreta il boss e Ben
Urich il giornalista, particolarmente azzeccati.
Come per 1602 parte del
divertimento è scoprire le citazioni (il villaggio in cui si svolge la storia
si chiama Timely ed è sorto accanto al fiume Kirby…) e vedere come personaggi iconici
vengono reinterpretati – chissà chi diavolo è l’indiano Lupo Rosso. A volere
stare al gioco di Gerry Duggan 1872 è
divertente, ed ho gradito molto la splash page finale con l’arrivo dei rinforzi
per Fisk.
Graficamente tutte e tre le proposte sono di livello abbondantemente più
che sufficiente e oltretutto la qualità di stampa è ottima. Probabilmente per A-Force sarebbe stato più indicato un
disegnatore che conoscesse e sapesse valorizzare l’anatomia femminile più di
Jorge Molina ma non ne faccio un dramma. Null’altro da aggiungere sul veterano
Carlos Pacheco e sul vagamente espressionista Nik Virella.
Mi sa che continuerò l’acquisto per vedere come andranno a finire quelle
che, non prendiamoci in giro, saranno solo miniserie dopo che con questo
ennesimo evento-fondamentale-che-poi-nulla-sarà-più-come-prima tutto tornerà
identico a prima.
Ormai abbandonata la Marvel quasi in toto (X-Men esclusi per questioni di affetto), tra le nuove proposte questo è l'albo che solleticava di più la mia curiosità. Se lo consigli quasi, quasi...
RispondiEliminaPoi magari a te fa schifo... non voglio averti sulla coscienza!
EliminaPerò se ti avenzano 3,50 euro una chance gliela darei.
Bene. Non sto per nulla seguendo Secret Wars, ma A-Force volevo proprio prenderlo. E la miniserie in salsa western l'aspettavo da un po'. Non sapevo l'avrebbero pubblicata qui. Un motivo in più per provare almeno il primo numero.
RispondiEliminaSperando di non creare false speranze...
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