Questa storia si sviluppa
intrecciando due trame speculari, che potrebbero essere una la metafora
dell’altra, ma che si basano sullo stesso antefatto: eoni
fa, angeli e demoni si fecero guerra e pur avendovi posto fine creando il
nostro universo, lasciarono involontariamente in giro un pezzo di un’arma
mistica che agli occhi umani sembra un asteroide.
Il Senzanome del titolo viene
ingaggiato dall’equipe del multimiliardario Paul Darius per scongiurare
l’imminente impatto dell’asteroide Xibalba sulla Terra, che avrebbe anche
conseguenze mistiche e non solo fisiche (Senzanome è infatti un occultista e
per questo è stato integrato al gruppo). L’asteroide però contiene “qualcosa”
che infetterà la squadra.
O forse Senzanome è stato scelto
per far parte di un gruppo di tredici persone che durante una seduta spiritica
affrontano la minaccia cthulhoide che già ha fatto impazzire un uomo (e anche
stavolta finiranno male).
Il tutto viene intrecciato a
vaghissimi accenni al passato di Senzanome (con tanto di seduta psicanalitica)
e a una sottotrama da cui emerge la figura della Dama Velata contro cui si
batte Senzanome.
Francamente non ci ho nemmeno
provato a trovare una chiave di lettura per questo fumetto, così come le
nebulose teorie avanzate da Morrison per me rimarranno solo un elemento di
colore (e d’altronde le tradizioni e le culture da cui attinge sono troppo
variegate per volerci vedere veramente un disegno unitario, oltretutto i numeri
degli Arcani Maggiori sono pure sbagliati): Nameless
è un fumetto appassionante e coinvolgente come pochi, con sequenze molto ben
architettate dal ritmo praticamente perfetto e in cui la suspense è gestita in maniera impeccabile. Anche i dialoghi sono
molto ben scritti, e nella prima parte anche divertenti – mentre la seconda è più
tetra. Tutto l’apparato mistico e metaforico offre solo qualche bizzarra
pennellata in più e a me va benissimo così.
Simpatiche, poi, le didascalie
con i commenti dello stesso Senzanome, che mi hanno ricordato un po’ l’ultimo
episodio di Multiversity con i
finti post autocritici di Morrison.
Purtroppo i disegni di Burnham,
per quanto molto più validi di quelli di tanti altri suoi colleghi
d’Oltreoceano, non sono del tutto convincenti. Su una base vagamente deformed che ricorda Frank Quitely, il
disegnatore applica dei furibondi tratteggi e delle pennellate che mi hanno
ricordato la sporcizia delle tavole di Darick Robertson. Per quanto
accettabile, poi, la qualità di stampa della saldaPress non è sempre perfetta e
questo penalizza ancora di più il reparto grafico. Niente di drammatico,
comunque: come ho detto, si vede ben di peggio tra i disegnatori statunitensi,
e non si può pretendere che a collaborare con Morrison siano sempre e solo le
eccellenze.
Veramente un fumetto piacevole,
insomma, che ha anche il pregio di concludersi in questo volume (anche se un
seguito potrebbe essere possibile e forse già in lavorazione).
Morrison è uno di quegli scrittori che, in un modo o nell'altro, solitamente mi regalano soddisfazioni. Prenderò in considerazione il recupero di questo volume.
RispondiEliminaDai tuoi post non ricordo se ti piaccia Morrison e quanto (penso che abbiamo avuto solo uno scambio di commenti sulla sua autobiografia).
EliminaSe prendi Nameless come semplice avventura esoterica potrebbe piacerti molto, senza spaccarti la testa a cercare di decifrare tutte le simbologie a cui Morrison ha attinto. Tieni presente che ci sono scene piuttosto pesanti, non so se in genere ti disturbano o meno.
No, dovrei andar tranquillo, ho apprezzato anche il Morrison più cervellotico e fuori di testa di The Filth o The Invisibles, ma anche il suo Bats e i suoi X-Men. Probabilmente non mi pentirei nemmeno di questo acquisto.
EliminaIntendevo "pesante" nel senso di crudo ;)
EliminaAmputazioni, stupri, violenze a tema satanico...
Vado tranquillo anche lì :)
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