mercoledì 26 aprile 2017

Alix Integrale I

Dopo l’effimero tentativo della Mondadori Alix torna a essere pubblicato in Italia in un formato forse più adeguato: il classico integrale che raccoglie tre volumi introdotti da una ricca parte redazionale.
Questa l’ho letta con grande rapidità (forse perché non conoscendo approfonditamente l’autore l’ho divorata avidamente), e così si passa subito al reparto fumetti.
La seconda storia, La Sfinge d’Oro, conferma le ottime impressioni che avevo avuto leggendo la prima nella collana da edicola: la leggenda che Jacques Martin non avesse disegnato bene i primi episodi è assolutamente campata in aria, per quanto lui stesso l’abbia supportata per giustificare certe evoluzioni nel suo stile, e le tavole sono ancora più belle di quelle di Alix l’Intrepido. Anche dal punto di vista dei testi abbiamo la conferma della sua capacità: l’inizio presso i Celti è veramente drammatico ed evocativo (anche se forse non supportato dalla documentazione monumentale che Martin sfoggerà in seguito: cosa diavolo potevano fumare i Celti nelle loro pipe di metallo?) e poi la storia vira verso una trama investigativa in terra egiziana mista a elementi misteriosi e caratterizzata da un villain molto affascinante e da trovate originali ma credibili.
Anche il terzo episodio, L’Isola Maledetta, è ben scritto e dal ritmo incalzante: stavolta Alix è mandato a Cartagine per indagare su alcuni assalitori navali muniti di una nuova arma in grado di sparare fuoco che brucia sull’acqua. La sua inchiesta lo condurrà sino a un’isola nei pressi delle Colonne d’Ercole dove ha trovato riparo una colonia egizia. Con questo terzo episodio, purtroppo, avviene una netta virata del comparto grafico. Come anticipato nell’introduzione, la redazione di Tintin aveva chiesto a Martin di uniformarsi allo stile di Hergé e Jacobs e gli scarsi risultati lasciano forse trapelare quanto di malavoglia lo abbia fatto. Dal punto di vista dei disegni questo terzo episodio è oggettivamente carente (i picchi più bassi li raggiunge nelle tavole riprodotte da pagina 185 a pagina 190) e non è certo un buon viatico per la lettura dei prossimi episodi in attesa della transizione verso lo stile più conosciuto. Incredibile come ne L’Isola Maledetta compaia una sorta di proto-Capitano Haddock!
L’edizione Nona Arte è buona come sempre e forse anche di più, non ho trovato refusi o errori. Il lettering però a volte è veramente troppo piccolo per consentire una lettura agevole, anche in quelle vignette in cui effettivamente avanza dello spazio.

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