giovedì 8 marzo 2018

Il fascino degli abbonamenti delle riviste d'Autore

Una cosa che mi affascinava moltissimo delle riviste d’Autore degli anni ’80 e ’90 erano le condizioni d’abbonamento, che ancora oggi rivivo con rimpianto per non aver avuto l’età giusta (e quindi la possibilità economica) per permettermi a suo tempo.
Come dice Ranieri Carano nelle sue memorie Gli Anni di Linus in Oriente Express «l’abbonamento è quella cosa che piace pochissimo al distributore e moltissimo all’editore». E quindi EPC, Primo Carnera Editore, Nuova Frontiera e compagnia spingevano su questa forma di acquisto con proposte spesso terribilmente allettanti.
C’era insomma il massimo interesse a costituire una base solida di abbonati che anticipando il costo di un’intera annata di Frigidaire, Comic Art, Corto Maltese permettessero alla rivista e al relativo editore di avere un bel po’ di ossigeno e di pianificare con una certa tranquillità gli investimenti editoriali. Lo stesso Carano in altra parte dei suoi ricordi ospitati da Orient Express segnala quanto gli abbonati fossero stati fondamentali per la sopravvivenza stessa di Linus durante il suo primo travagliato anno di vita.
E proprio la rivista della Milano Libri aveva inaugurato vari metodi per attirare lettori, che successivamente sarebbero sfociati in partnership persino con rivenditori di impianti hi-fi e costruttori di yacht! Quasi dieci anni più tardi, quando Alterlinus esordì nel 1974, le offerte per abbonarsi alle due riviste avevano raggiunto un intricato sistema di corrispondenze che comprendeva offerte differenziate e condizioni d’abbonamento variabili. Ovviamente i volumi a fumetti riservati agli abbonati e i “doni segreti” erano quanto di più appetibile per un appassionato di fumetti.
Considerando le mirabilie fumettistiche che offrivano gli altri editori, sembrano poca cosa, per quanto probabilmente fossero convenienti, le valige (!), gli walkman (!!), gli ingrandimenti di Corto Maltese (!!!) e le altre offerte che invece proponeva la rivista Corto Maltese nel tentativo di accattivarsi un pubblico che non fosse solo quello di fumetti.
Quando non si disponeva ancora di un catalogo, offrire ai lettori qualcosa di più di un semplice sconto era una bella sfida alla creatività degli editori. 1984 dell’editore Puleio, uscita nel 1980, nei primi numeri non contemplava nemmeno la possibilità dell’abbonamento ma comunque fungeva da tramite per la vendita di poster. Frigidaire, dal canto suo, trovandosi nella stessa situazione (qualche copia di Cannibale sicuramente era ancora stazionata nei magazzini ma forse non era ritenuto così appetibile) cercava di convincere i suoi potenziali abbonati a fare il fatidico vaglia offrendo in cambio un disegno originale fatto appositamente da una delle star della rivista. Una cosa che all’epoca poteva trasmettere un senso di improvvisazione e povertà ma che dalla giusta prospettiva rivela la sua natura di investimento felice: un amico di un amico di un tizio che conosco (giuro) dice di aver ricevuto anche un disegno a matita di Silvio Cadelo in aggiunta a quello che aveva richiesto, di Tanino Liberatore.
Anche Totem fece il suo ingresso sulla scena del fumetto italiano nel 1980, ma non si sarebbe avventurata a fare condizioni speciali per abbonati prima del 1984, con il numero 31, quando evidentemente la necessità più urgente di liquidi si coniugava a quella di sfoltire un po’ un magazzino di invenduti che gravava sull’editore. E così ecco che con 36.000 lire un lettore si portava a casa non solo la rivista in abbonamento, ma anche un pacco con materiale di valore equivalente, in cui aveva una certa libertà di scelta (l’abbonamento senza dono ammontava a 30.000 lire). In precedenza, la Nuova Frontiera si era avventurata solo nell’offerta di un poster gigante di Moebius a chi avesse comprato arretrati per un valore di almeno 25.000 lire.
Ma non tutti sembravano così propensi o creativi nell’ideare condizioni favorevoli e invoglianti per un abbonamento. Il Pilot di Bonelli-Dargaud, per dire, non andava oltre uno sconticino (40.000 lire invece di 42.000 quando costava 3.500 lire, 45.000 invece di 48.000 quando ne costava 4.000), decisamente più appetibile, ma non di molto, quando lo si estendeva anche alla collana degli Albi di Pilot. Vista la scarsa convenienza pareva una delle tante (troppe) boutade con cui Sclavi infarciva i redazionali della rivista rendendola la più “aliena” tra quelle che uscivano all’epoca.
E persino Orient Express, sia in versione Bernardi-Isola Trovata che nella successiva Bonelli-Cepim, non sembrava prestare troppa attenzione a questo aspetto.
Anche L’Eternauta di Zerboni arrivò con assai poca fantasia e spirito d’intraprendenza a proporre alcuni dei suoi albi in omaggio agli abbonati, che dovevano pagare l’intero prezzo della rivista, ma al di là della qualità dell’offerta (parliamo di volumi di Abulì-Bernet, di Segrelles, di Muñoz-Sampayo) lo sparuto numero dei volumi in offerta faceva sembrare un po’ misero il catalogo EPC rispetto alla messe di prodotti offerti da Rocca con la sua Nuova Frontiera.
Il vero maestro dell’offerta di abbonamento fu Rinaldo Traini, che estese la ghiotta promozione della sua ammiraglia Comic Art anche a L’Eternauta quando la rivista passò sotto la sua guida.
In pratica la Comic Art, che in contemporanea gestiva anche gli abbonamenti al piano editoriale della sua vasta produzione, faceva pagare al lettore il prezzo pieno di un anno di uscite delle riviste (sempre con lo spauracchio di eventuali incrementi del prezzo che non avrebbero coinvolto il saggio abbonato che si era premunito per tempo) corrispondendogli però una dose di fumetti arretrati di pari valore dal suo ricchissimo catalogo – la casa editrice era attiva dal 1974.
Superato l’impatto non proprio accattivante del catalogo presentato sulle riviste (era fittissimo e scritto in caratteri piccoli, a testimonianza di quanto ben di dio conteneva), adoravo immergermi in tanta opulenza e anni dopo avrei maledetto la non ancora raggiunta autonomia economica che mi avrebbe permesso di abbonarmi a L’Eternauta arraffando così anche qualcuno dei mitici volumi New Comics Now (poi recuperati a prezzi non sempre favorevoli – e ancora più tardi avrei scoperto che alcuni di quelli annunciati lo erano da anni e non sarebbero mai usciti!) o il sacro graal di Vittorio Giardino: il volumone di oltre 300 pagine di Sam Pezzo.
Ovviamente, come nel caso della Nuova Frontiera e di tutti gli altri editori, si spacciava per ostentazione di munifica generosità un’occasione per liberare il magazzino di copie invendute di riviste e volumi. Ma quanto era bello vedere tanta abbondanza.

12 commenti:

  1. E io che invece sono cresciuto con lo strillo diaboliko "LETTORI! NON FACCIAMO ABBONAMENTI! PRENOTATE DIABOLIK PRESSO LA VOSTRA EDICOLA!" XD
    A parte tutto, anche io ho sempre amato leggere le condizioni dei vari abbonamenti, anche ai fascicoli. La cosa bella è che oggi, mi pare, non regalino più gadget extra-interesse, giusto? Al massimo fanno sconti.
    P.s. come giustamente dici, gli edicolanti ODIANO questi abbonamenti, perché non venderebbero più direttamente l'opera... e in fondo è giusto! XD

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'Astorina non è l'unica a non accettare abbonamenti. Evidentemente può permetterselo!
      Con un abbonamento un editore non paga il distributore e intasca i soldi in anticipo.

      Elimina
  2. Questo è uno di quegli argomenti che mi terrebbero incollato alla tastiera per molto tempo, oggi però vado di fretta, magari nel fine settimana.
    Alcuni flash veloci: con il primo abbonamento a Linus (forse il 1992) ricevetti in regalo un telo da mare con un disegno di Folon.
    Per Frigidaire ad un certo punto aderii all'Orda d'Oro e ricevetti un paccone con tutti i numeri arretrati, tutti gli albi, ecc...
    Con la Comic Art sono stato iscritto al club in varie forme, da ultimo anche "benemerito".
    Le note dolenti vennero con riviste di editori più piccoli ai quali corrisposi l'abbonamento per un anno ma le rispettive riviste chiusero prima: di sicuro ricordo Tic e Fuego, ma forse ce n'è stata un'altra che al momento mi sfugge.
    Una delle cose più curiose, che magari con i fumetti c'entra poco, è la rivista Cacao di Jacopo Fo. Mi ero abbonato ed avevo recuperato tutti gli arretrati. Ad un certo punto, visti i ritardi, fu promesso agli abbonati che avrebbero continuato a ricevere la rivista fino a raggiungere un totale di 400 pagine!! E la cosa fu sostanzialmente mantenuta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io all'Orda d'Oro aderii sicuramente ben dopo di te a causa degli anni che ci separano! Presi per 100.000 lire la collezione dei numeri 1-75. Alcuni mi arrivarono con delle pagine mancanti e ovviamente gli allegati più appetitosi (calendario di Pazienza) non erano compresi, ma devo dire che feci proprio un buon affare.
      Forse l'altra rivista che non ricordi era Dolce Vita? Mi pare che si inserisca con una certa continuità tra Tic e Fuego.
      Veramente lodevole Jacopo Fo.

      Elimina
  3. Che brutto quando smisero di mandarmi a casa FDC di Alessandro distribuzioni.
    Era diventata una piacevole abitudine, e capii subito che la versione NED50 non sarebbe stata all'altezza... non sarebbe più stato lo stesso.
    Il primo numero, quello con in copertina Batman di Sienkiewicz, me lo regalarono al Salone dei comics dell'86, e decisi subito di abbonarmi, senza regali, senza un cavolo di niente.
    Poi nell'88, me lo spedivano i miei da casa in caserma, e io facevo il milite a 4 passi dal negozio di Alessandro! :D
    E' stato l'unico abbonamento a qualcosa che avesse vagamente a che fare col fumetto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A proposito di Fumo di China, sul sito stanno "regalando" il primo numero, quando ancora non si chiamava così, in formato .pdf!

      http://www.fumodichina.com/news-approfondimenti-il-pdf-del-bollettino-del-club-giovani-amici-del-fumetto-n1-10.html

      Anch'io ho un sacco dei primi numeri di FdC (dal 13 o giù di lì in versione fanzine a tutti quelli Alessandro), regalati da un ex-collega che doveva far posto in casa. Curiosamente, è nella prima versione da edicola che ho più "buchi".

      Elimina
    2. Se hai dei doppioni a me del Bollettino del Club Giovani Amici del Fumetto mancano i numeri 3 - 7 - 8 - 8bis e di Fumo di China 11 - 12 - 13 - 16 - 19.

      Elimina
    3. Di quelli che citi li ho solo dal 13 (mi pare) in poi, ma nessun doppione, purtroppo.

      Elimina
  4. Decisamente in questo periodo non ho tempo per mettermi a sfogliare le riviste, quindi vado un po' a memoria, saltando di palo in frasca.

    Linus ha sempre proposto campagne abbonamenti intriganti. Gli Almanacchi, usciti dal 1965 al 1978, sono tutti volumi omaggio agli abbonati, successivamente messi in vendita.

    Un anno chi si abbonò a Linus ed ai supplementi (solo questi ultimi non era possibile) oltre all'almanacco abbe in regalo anche Ali Baba Special, altra bellissima pubblicazione.

    Il volume più bello di quel periodo credo sia Citizen Caniff, omaggio di Ivaldi Editore agli abbonati a Sgt. Kirk.

    Al secondo posto, probabilmente, Almanacco Veneziano dell'editrice Persona di Ennio Ciscato per gli abbonati a Sorry (che saranno rimasti delusi perché subito dopo la rivista chiuse) e poi ricopertinato col titolo I maestri del fumetto.

    Se non sbaglio regalava libri anche Gino Sansoni con le sue riviste Horror e Super Vip.

    L'Editoriale Corno stampò il volume di Terry e i pirati e poi quello di Little Orphan Annie; entrambi mi pare fossero omaggi agli abbonati di Eureka.

    Non c'è che dire, un libro a fumetti è la cosa più gradita che si possa regalare a chi si abbona ad una rivista a fumetti (il discorso vale anche per i famosi libri regalati da Mondadori agli abbonati a Topolino).

    In seguito questa tradizione si è persa, adesso lo stesso Linus offre sconti di oltre il 40% ma nessuna pubblicazione. Vedremo con la nuova gestione di Igort.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ricordo bene, Giuseppe Peruzzo indicava nel suo "Persone di Nuvola" che Alì Baba Special era la prevista terza o quarta uscita della rivista Alì Baba/Robinson, che però era fallita prima!
      Una cosa coerente con l'edizione inglese di Linus, che veniva data in omaggio con l'abbonamento dopo aver rappresentato un tentativo infruttuoso della Milano Libri di sondare il mercato britannico.

      Citizen Caniff è il sacro graal di tutte queste proposte.

      Chissà se qualche lettore di Corto Maltese abbia mai deciso di abbonarsi a fronte della consegna di una gigantografia di Corto Maltese o di valige multiuso...

      Elimina
    2. Io sono stato abbonato a Corto Maltese, all'inizio degli anni '90 lo ero a tutte quelle riviste che lo prevedevano. Non ho mai ricevuto poster o valige, l'unica cosa che mi viene a mente in questo momento è un astuccio di plastica rigida contenente oggetti da scrivania, che nella pubblicità era descritto come "l'avventura in ufficio" ...

      Elimina
    3. Una delle offerte che ho visto spulciando la collezione (parliamo di metà anni '80) prevedeva delle custodie in materiale speciale per indumenti o altro, simili a delle valigie. Qualche anno dopo avevano messo un discreto volantino tra le pagine che offriva un walkman a chi si abbonava.
      Per un periodo regalavano la sagoma di Corto Maltese "a grandezza reale", ma adesso mi fai venire il dubbio che fosse per un'altra promozione.

      Elimina