Toh, che sorpresa: dopo essere
stato presentato in volumi singoli sull’altra collana Prima adesso su Historica
fa il uso debutto Alix Senator, lo
spin off della saga storica ideata da Jacques Martin che segue le vicende
dell’Alix adulto divenuto senatore di Roma. Forse sarebbe stato meglio
ristampare in un’unica soluzione i tre volumi già editi, anche se mi rendo
conto che i lettori che già li hanno non sarebbero stati contenti. Ma d’altra
parte se Prima ha chiuso i battenti
evidentemente i suoi lettori non dovevano essere molti.
Dunque, Alix è diventato senatore
e continua a scorrazzare per l’immenso Impero Romano coinvolto in avventure e
complotti. Ad accompagnarlo ci sono lo schiavo Xanto e i due figli Tito e
Chefren, quest’ultimo adottato e figlio naturale del suo amico storico Enak. Da
quello che ho potuto giudicare dei due volumi qui raccolti, questo “nuovo” Alix riprende la struttura di quello
classico, peraltro ancora in produzione: ogni episodio è formalmente
autoconclusivo ma in realtà sono tutti collegati, grazie a personaggi che
ritornano o per i semi di una storia che vengono gettati al termine della
precedente.
Ne I demoni di Sparta Alix va in Grecia a indagare sulla scomparsa dei
Libri Sibillini: l’imperatore Augusto aveva mandato un suo manipolo a prendere
questi testi profetici per trasferirli a Roma, ma i suoi uomini sono stati
sterminati da ribelli che rimandano per costumi e agire agli antichi spartiati.
La Grecia è una terra conquistata e piegata dal dominio romano, e forse come
dice Brancato nell’introduzione la Mangin ha voluto sottintendere un parallelo
con la situazione politica attuale. L’indagine sarà meno semplice del previsto,
con alcuni colpi di scena e voltafaccia.
Ne Il ruggito di Cibele sono i due figli di Alix i veri protagonisti.
Irretito dal responso della Pizia nell’episodio precedente e forte di quanto ha
letto nell’ultimo Libro Sibillino, Chefren si reca in Asia Minore, a
Pessinunte, ossessionato dall’idea di incontrare la dea Cibele e divenire
potente e immortale. Gli eunuchi che fanno la guardia al suo tempio sono però
inamovibili e nel quadro si inserisce un’affascinante ragazzina di cui si
innamora Tito la quale, guarda caso, si è data al taccheggio dopo che la
sorella è scomparsa misteriosamente proprio in circostanze che riguardano i
seguaci di Cibele. L’intervento di Alix, che comparirà solo a un terzo dalla
fine del volume, scioglierà i nodi. Questo secondo episodio è ancora più
coinvolgente del primo, e presenta un incredibile colpo di scena che riguarda
Chefren, al quale tocca una sorte ben infelice – salvo rettificarla in futuro,
ma la Mangin dovrebbe fare un bel salto mortale.
Lo stile di Valérie Mangin è un
piacevole mix di ricostruzione storica (con un po’ di infodumping nei dialoghi, ma nulla di pedante) e avventura, nel
solco della tradizione inaugurata da Martin. La cura dei dettagli si nota anche
nella ripresa di personaggi classici della saga, anche loro ovviamente
invecchiati come il protagonista. Come segnala Brancato nell’introduzione, il
tono di Alix Senator è un po’ più
cupo rispetto a quello della saga principale, riflettendo la maturità del
protagonista anche nei temi che affiorano. La fedeltà alla struttura classica
della BéDé, i volumi da 46 tavole l’uno, e la necessità di modernizzare il
tutto con poche didascalie rendono a un primo impatto poco credibili certe
sequenze: davvero era possibile per un manipolo di 50 soldati romani, per
quanto bene addestrati, sconfiggere così facilmente 300 opliti? E per far
fuggire un gruppo di leoni famelici bastava sbattere le spade tra di loro? In
realtà di entrambe le scene vengono fornite le dovute spiegazioni (magari tra
le righe) ma a un primo impatto risultano un po’ inverosimili nella frenesia
con cui ci sono state mostrate.
I disegni di Thierry Démarez sono
stupendi. Partendo evidentemente da fotografie, ha realizzato delle tavole
dettagliatissime e ineccepibili dal punto di vista anatomico e paesaggistico,
ma anche estremamente dinamiche ed espressive. Anche i suoi colori sono ottimi,
ma diventano solo buoni con Il ruggito di
Cibele. Qui infatti ha cominciato a usare il computer per colorare e pur
rimanendo su livelli alti la differenza con l’acquerello si nota. Inoltre,
forse pressato dalle scadenze o forse con la speranza di ottemperare alla cosa
in fase di colorazione, i suoi tratteggi si sono fatti meno presenti e in
alcuni casi sono stati affastellati senza l’armonia vista ne I demoni di Sparta; questa differenza si
può cogliere nei dossier conclusivi, in cui alcune delle sue vignette sono
riprodotte solo al tratto senza colore.
Il volume si conclude appunto con
un’appendice di 16 pagine (8 per episodio) in cui vengono approfonditi gli
argomenti trattati nei singoli episodi. Molto interessante quello dedicato ai
culti orientali che si diffusero nella Roma imperiale.
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