giovedì 7 febbraio 2019

Linus 2/2019

Avevo già pronto in canna un post dal titolo «capolinea» in cui spiegavo perché non avrei più preso, almeno non continuativamente, il Linus di Igort. Ma non ho saputo resistere alla splendida copertina di Bacilieri, sebbene latrice di funesti presagi, ed eccomi qua.
La copertina fa la sua figura anche fotografata dalla mia macchina digitale ormai agonizzante
Il tema di questo numero, come abbondantemente intuibile dalla copertina, è Miyazaki. Lo spazio che gli viene riservato tra fumetti e articoli è addirittura superiore a quello che qualche numero fa fu dedicato a Kirby, o almeno così mi è sembrato. Non tutto il male viene per nuocere, comunque, anche se un simile dispiegamento di forze per un autore argentino o francese mi sa che non lo vedremo mai.
Tra le proposte buone con punte di eccellenza di questo numero ci sono i classicissimi Peanuts e Calvin & Hobbes (mentre la lettura di Little Nemo in blocchi da 5/6 tavole a numero si sta rivelando faticosa), i classici moderni Mutts e Perle ai Porci, il delizioso Capitan Biscotto di Bacilieri, la Inkspinster di Deco (lentamente mi sta convincendo), l’incomprensibile ma suggestivo Miscellaneous di Viscogliosi, gli straordinari Literary (e anche Science) Cartoons di Gauld, l’originale La zuppa di pesce di Xiao Pao di Marino Neri e i “consigli per gli acquisti” in terza di copertina di Stefano Zattera, che meriterebbe la menzione nel sommario.
Le altre proposte necessitano di un commento un po’ più articolato. Carpinteri realizza una simpatica short story con News Generator, che però mi sembra essere come il suo intervento di due numeri fa un contributo in differita all’argomento dei mesi passati, visto che si parla di fake news. Immagino che sia stata una sciocchezza con l’ausilio del computer inserire all’ultimo momento nella prima tavola il cartellone pubblicitario con Miyazaki. Igort in persona recupera uno stralcio dei suoi Quaderni giapponesi in cui narra l’incontro con il Sommo, mentre Moccia e Guarnaccia descrivono invece L’incontro tra Lui e Isao Takahata; ma lo fanno senza scadere nell’agiografia, confezionando invece una simpatica storiellina in cui vengono messi bonariamente alla berlina certi difetti dei protagonisti e del sistema produttivo nipponico: è questo il male che non ha nuociuto, come dicevo in apertura. Peccato che le tavole siano state scansionate malissimo.
Eleonora Antonioni continua la sua autobiografia da «inadeguata» parlando dell’influsso che Miyazaki ha avuto sulla sua vita, o almeno in alcuni dei suoi aspetti. Continua a usare quelle maledette penne biro ma fortunatamente deve essersi resa conto di quanto risultino freddi i suoi disegni, e alcune immagini possono beneficiare (vivaddio) di un tratto più grosso e modulato. Purtroppo sono riuscito a malapena a capire le intenzioni di Toffolo nel realizzare Hobby in vita, con due tavole che non sembrano nemmeno collegate tra di loro – e la prima è pure stampata peggio della seconda, come se provenisse da una fonte distinta. I disegni, almeno, sono belli.
Passando a quello che mi ha convinto di meno (Barnaby saltato a piè pari), Giochi Sovranisti di Tartarotti è un giochino divertente che però dopo un po’ stufa, e che oltre a colpire un bersaglio sin troppo facile non è nemmeno originalissimo: l’idea del politico-pupazzetto buono per ogni occasione c’era già in una trasmissione della Dandini, quella volta “dedicata” a Berlusconi. I bei disegni di Simona Pace illustrano ne Gli allevatori una storia apparentemente suggestiva che però avrebbe meritato di essere sviluppata in 46 tavole, non in 3. A meno che, visto l’andazzo di questo Linus, non sia effettivamente un estratto di un volume più corposo da acquistare a parte, come nel caso del conclusivo Cortázar di Torices e Marchamalo, che occupa un po’ abusivamente lo spazio della storia lunga autoconclusiva in appendice – e francamente è pure poca cosa, se non una perfetta incarnazione dello spirito della rivista: dare solo assaggi dei fumetti che la Oblomov (o chi per essa) pubblicherà in volume.
Si continua a navigare a vista, tutt’al più a volare a vista come recita il sopratitolo di questo numero.

Nessun commento:

Posta un commento