venerdì 8 marzo 2019

Linus 3/2019

E rieccomi a lamentarmi della formula del nuovo Linus e a comprarlo regolarmente mese dopo mese. Mah, finché dura. L’argomento di questo mese è il “nemico”, nel senso della paura verso il diverso generata ad arte da politici e finanzieri per distogliere l’attenzione della popolazione occidentale dai problemi reali. Argomento meritevole e condivisibile, che avrebbe meritato maggior approfondimento nella parte scritta, tanto più che la stretta vicinanza con il concetto di reportage offre il destro per la pubblicazione di quelle cose che evidentemente a Igort piacciono molto, cioè quelli che in realtà sono dei racconti illustrati; ma visto che sono “fumetti” non viene richiesto che il testo sia troppo profondo, men che meno che i disegni siano belli.
Il lavoro di Joe Dog, al secolo Anton Kannemeyer, è interessante anche se le due brevi storie pubblicate non bastano a farsi un’idea complessiva della sua qualità. Una è una parodia di Tintin, l’altra è un tranche de vie (con Hergé sempre presente) con allegato dizionario Afrikaans che rivela il razzismo alla base della mentalità sudafricana.
Maya Mihindou segue il flusso dei suoi pensieri in Respira, apprezzabile perché pur con elementi di base molto definiti ognuno può interpretarlo a suo piacimento; Ahmed Ben Nessid accompagna i testi del suo resoconto di vita con due vignettone (anche apprezzabili) per pagina; Migo con Rifugiati per sempre non mantiene fino in fondo le promesse né a livello grafico né testuale, ma è comunque una testimonianza di fumetto nordafricano, scena che viene descritta come piuttosto vivace; Campanella ricostruisce con Leone una storia vera del ventennio fascista, affidata però ai disegni poco adatti (validi ma più indicati per un pubblico infantile) di Mazza; Pierre Van Hove fa parlare fino alla nausea i protagonisti di Flash-ball, tutti dediti al loro impegno ma ignari di quello che succede loro attorno, tanto che non si riesce a capire se parteggi effettivamente per loro.
Sul tema del mese hanno detto la loro (più o meno) anche alcuni degli autori fissi della testata: Davide Toffolo offre un suggestivo, ma ben poco decifrabile, Bellosguardo in Senegal. Paolo Bacilieri fa danzare il suo Capitan Biscotto con dei mascheroni africani in testa: un’occasione per rievocare un aneddoto prattiano e ricordare l’amico Franco Mescola de Il Tesoro degli Imbala.
I Grandi Classici (Peanuts, Calvin & Hobbes, Little Nemo) confermano ovviamente la loro qualità e stavolta ho apprezzato McKay più del solito.
La roulette delle serie fisse a rotazione stavolta ci riserva Il mondo di Niger (gradevole nonostante i disegni, anche se la Giandelli ha un po’ trascinato queste sei pagine di strisce perdendo la freschezza originaria), il sempre piacevole Tom Gauld, i deliziosi Mutts, Perle ai Porci (il mio preferito, è la prima cosa che leggo della rivista) e I quaderni di Esther.
Esulano dal contesto, cioè non sono né legati al tema del mese né sono ospiti più o meno fissi di Linus, una bellissima storia breve di Sergio Ponchione, Have a Segar, e due pagine di vignette di Glen Baxter: le prime non sono granché ma poi l’autore decolla.
Nella parte redazionale risaltano i contributi di Graziano Origa (un po’ spoilerosi, però…) e il simpatico e piuttosto difficile “fumoku” (sudoku a fumetti) di Ennio Peres.
Tirando le somme, questo numero marzolino è senz’altro un buon acquisto, ma persiste una sensazione di frammentarietà (di Perle ai Porci vengono oltretutto regolarmente saltate delle strisce) e più in generale dell’assenza di un unico filo conduttore identitario nei singoli numeri. Che poi è proprio la linea adottata da Igort, ma anche consapevole di questo io apprezzerei molto una maggiore coesione. Certo, finché continuerà a fornirmi materiale per i Fumettisti d’Invenzione lascio correre volentieri.

8 commenti:

  1. Argh, c'è Ponchione. Mi tocca comprarlo, allora.

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    1. Secondo me la sua storia è bellissima. Credo che funga da esca per l'acquisto del volume in cui è antologizzata insieme ad altre che, figurarsi, non vedremo su Linus. Esca a cui potrei abboccare.

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    2. L'ho letta, stupenda. Immagino farà parte della seconda parte di Memorabilia, la sua serie dedicata agli omaggi ai grandi fumettisti. Il primo volume era spaziale, con lavori ispirati a Corben, a Kirby, a Dikto, a Eisner e a Wally Wood.

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    3. Mi sembra di sì, o almeno su Linus viene pubblicizzato un volume che si intitola Memorabilia.

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  2. Risposte
    1. ops. Correggo, grazie.
      Anzi, no, lascio a testimonianza della mia sbadataggine. Tanto l'errata è qui nei commenti.

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  3. Ti chiedo scusa, di solito tendo ad evitare gli spoiler che non mi piacevano nemmeno nei mei modellini Bburago quando avevo l'età per fare vrum vrum mentre lanciavo i miei modellini a frizione contro il muro del corridoio della scuola che mi separava dal mondo fuori fatto di targhe alterne la domenica e di trasferelli e di quattordicinali della Editoriale Corno e di Topolinos dove cercare storie di Romano Scarpa e telefilm del tenente Colombo. La prossima volta ti apparecchierò un Linus in linea con i tuoi gusti. Ciao, Graz

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