venerdì 22 marzo 2019

Post Pink

Come intuibile dal sottotitolo, Antologia di fumetto femminista, questa raccolta usa il fumetto non tanto per raccontare storie quanto per esporre delle posizioni o per testimoniare delle esperienze. Sarebbe quindi improprio sottolineare il frequente ricorso a un’esposizione che si basa molto sulle didascalie o su artifici grafici più illustrativi (e a volte caleidoscopici) che narrativi: l’urgenza delle autrici è un’altra. Tutti i fumetti ruotano ovviamente attorno all’universo femminile, alle difficoltà che incontrano le donne in una società maschilista e ai pregiudizi di genere.
Sara Menetti cuce insieme frammenti di situazioni che illustrano come le misurazioni del corpo femminile siano una costante della vita di una donna. Molto belli i disegni e in generale tutta l’organizzazione grafica delle tavole.
Alice Socal si espone raccontando i suoi sogni fallici irridendo la psicanalisi (il suo contributo si intitola appunto La mente e il sogno) e al contempo satirizzando l’ambiente dei social, ma inserendo nel flusso dei suoi pensieri anche episodi sin troppo drammatici: visto che la storia è fortemente metanarrativa forse è un esperimento per mettere alla prova il lettore. I disegni molto personali sono perfetti per questo tipo di storia.
Margherita Morotti ricorre a una vicenda esemplare per parlare dei ruoli preconfezionati che la famiglia e la società cuciono addosso a maschi e femmine. L’uso delle convenzioni del fumetto è ben padroneggiato e spinto oltre i suoi limiti canonici (esempio degli artifici “caleidoscopici” di cui dicevo sopra) e la risoluzione finale, visto che qui una storia c’è, è molto simpatica.
Sara Pavan realizza forse il contributo migliore, con una storia realmente narrativa (c’è persino un accenno di mistero da risolvere) raccontandola da una prospettiva originale e spregiudicata dato il contesto, ovvero da parte di donne che giudicano dall’aspetto altre donne. Peccato però che l’aspetto grafico non sia proprio alla stesso livello di quello testuale, con sfondi riempiti in maniera frettolosa e invasiva da effetti digitali.
Alice Milani riporta un fattaccio di cui è stata forse testimone, e le conseguenze anche a lungo termine che uno stupro hanno su tutta la vita di una donna. L’intento sarà pure lodevole, ma il resoconto finisce per essere freddo e i disegni non sono molto adatti: con la loro matrice sketchy  volutamente infantile sembrano più intenzionati a normalizzare il fenomeno piuttosto che a denunciarlo nella sua brutalità.
“La Tram” realizza un dramma da camera in cui due generazioni si scontrano sulla necessità (inevitabilità?) di avere un uomo accanto. Un lavoro molto coinvolgente e disegnato molto bene.
Destino anatomico è un viaggio (metaforico ma anche fisico e nella memoria) negli stereotipi e nelle credenze che sin dalla Bibbia hanno riguardato il corpo della donna. I disegni di Silvia Rocchi sono rapidi e sporchi, inadatti anche per uno storyboard o per gli sketch di un visualizer, ma i testi sono molti arguti e coinvolgenti, e soprattutto non girano a vuoto ma delineano una storia con un finale preciso e in cui tutte le parti sono collegate.
Cristina Portolano illustra l’estasi mistica dell’orgasmo basandosi sulla testimonianza della monaca Ildegarda di Bingen e dedicando al disegno più cura che non in Quasi signorina.
Per finire, Fumettibrutti confeziona una storiellina evanescente e disegnata col suo stile abituale, ostentatamente poco curato e approssimativo. Oltretutto non è nemmeno chiaro lo spunto di partenza. Di cosa ha voluto parlare? Della responsabilità che si sente addosso una donna dopo il primo rapporto? Della pressione che si può provare quando si passa per “una facile”? Della necessità di usare il sesso come strumento per ritagliarsi un proprio spazio? Oppure di un vero e proprio trans? Mistero, la foto che chiude la storia confonde le idee più che chiarirle.
Ogni storia consta di 10 tavole ed è introdotta da un frontespizio nel cui verso ci sono una biografia dell’autrice e un’introduzione alla sua storia, cosa quest’ultima che si sarebbe potuta evitare visto che nella maggior parte dei casi è un po’ troppo anticipatrice.
Il progetto è stato curato da Elisabetta Sedda ed è introdotto da una prefazione di Michela Murgia.
Considerate la foliazione, le caratteristiche cartotecniche molto buone e la fisiologica settorialità del prodotto, solo una realtà solida come Feltrinelli Comics poteva proporlo a 16 euro.

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