Grazie alla campagna sconti della
Bao anch’io sono riuscito finalmente a leggere questo volume tanto acclamato di
Alessandro Baronciani (mi pare che abbia vinto anche qualche premio).
Mah.
È un’opera abbastanza gradevole
che presenta anche qualche spunto interessante, ma che a stento si può definire
un fumetto. Il protagonista è un libraio bibliofilo che vive tre relazioni
sentimentali in contemporanea, non per ingordigia sessuale ma per verificare
quanto il metodo dell’adorato Bruno Munari sia applicabile alle relazioni
umane. La narrazione è pesantemente descrittiva, con frequenti divagazioni di
cui l’autore/narratore è il primo a scusarsi. I testi si potrebbero benissimo
estrapolare per farne un libro solo in prosa e non si sentirebbe affatto la
mancanza della parte grafica: anche le poche sequenze di dialoghi con le
nuvolette e senza le onnipresenti didascalie potrebbero venire riportate pari
pari. È anche vero che Baronciani, oltre a sfoggiare uno stile minimal incredibilmente caldo e
gradevole seppur scarno, ha costruito ogni tanto delle tavole molto ben
architettate con cui ha saputo imporre del movimento o un ritmo di lettura, ma
si tratta di elementi isolati nel corpus del volume.
Il ricorso a virtuosismi
cartotecnici come elementi tattili o inserti apribili (ennesimo omaggio a
Munari) è troppo episodico per non dare l’impressione che nel complesso l’opera
sia solo una versione un po’ più riuscita del tremendo Poema a Fumetti di Buzzati – autore citato nel fumetto, forse non a
caso.
In appendice viene riportato uno
scambio di mail tra Baronciani e tal Fabio, che gli avrebbe fornito il
materiale di partenza con il suo romanzo Tre
ragazze sole. Evidentemente è un artificio metanarrativo, perché l’unico
autore risulta essere lui, ma questa postilla assume quasi i contorni di una
giustificazione (Baronciani segnala a Fabio le difficoltà nel trarre un fumetto
dal suo romanzo) se non addirittura di presa di distanza dal suo stesso lavoro.
Nel complesso Le ragazze nello studio di Munari è stato
una lettura piacevole, per quanto programmaticamente priva di una direzione
precisa, in cui ho apprezzato particolarmente le non infrequenti pennellate
umoristiche. Detto questo, sono molto contento di averlo comprato scontato.
Sul momento questo libro mi piacque, anche se mi lasciò un po' perplesso, ma alla lunga mi ha fatto disamorare di Baronciani. Comincio a pensare che le sue interessanti trovate come questa (che è di diversi anni fa, uscita per Black Velvet) o la scatola contenente tanti libretti da leggere senza un preciso ordine, abbiano lo scopo di sopperire a qualche mancanza.
RispondiEliminaaddirittura? Mi pare che Baronciani sia più che altro un designer e un illustratore, ha anche fatto una copertina dei Baustelle, forse del fumetto classico gli importa il giusto e vuole solo sperimentare. D'altra parte, da ammiratore di Munari...
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