Datato marzo 2019 (una presa in
giro del distributore o sono io che non l’avevo visto prima nella rastrelliera
dell’edicola?) è uscito il nuovo numero de Il
Morto, seconda parte della trama iniziata con il 36.
I conflitti che contrappongono la
ciurma del Nettuno e la PPI sfociano, dopo alcune provocazioni e tentativi di
furto, in un processo-lampo dall’esito piuttosto strano, che fa presagire nuovi
sviluppi all’orizzonte con l’entrata in scena di un nuovo personaggio. O forse
c’era già e io non me lo ricordo tanto è rarefatta la pubblicazione de Il Morto.
La storia d’amore tra Gina e il
ritrovato Diego non potrà concretizzarsi a causa di un tragico evento, unico
momento veramente emozionante di una puntata piuttosto “parlata” e in cui mi è
sembrato che Giovacca si sia più che altro preso il suo tempo per inserire dei
nuovi pezzi sulla scacchiera e per impostare quindi gli sviluppi a venire.
Carmen, ad esempio, intuisce che Peg è Il Morto e nel prossimo numero dovremmo
cominciare a vedere le conseguenze di questa intuizione.
L’alto volo del Corvo è piacevole ma continuo a pensare che
spezzare una storia in due albetti sia deleterio per gli autori così come per
il lettore, per quanto venga fornito un dettagliato riassunto di una pagina in
apertura. È inevitabile che nella seconda parte di queste storie doppie si
debba riassumere in alcuni punti quello che è successo nella precedente, e
questo toglie spazio ad altri elementi che potrebbero essere resi con maggiore
drammaticità (non approfondisco per non rovinare la sorpresa a nessuno).
Tra le citazioni di questo numero
segnalo una via Riccardo Pazzaglia e ben due che non avevo colto nel numero
precedente: gli uomini della ciurma del Nettuno si chiamano Tonio e Pepo quasi
come i protagonisti di un fumetto di Nizzi e Boscarato, mentre tra le fila
della PPI milita anche la versione umanizzata del Bombarda di rebuffiana
memoria.
Ottimo come sempre, stavolta un
po’ più sintetico del solito, il lavoro della rodata coppia Conforti-Codina:
alcuni primi piani mi sono sembrati “citazioni” da Garcia Seijas, ma visto che
si riferiscono a un unico personaggio probabilmente è solo un caso.
In appendice la storia Apocalisse Rosa scritta da Stefano
Biglia e disegnata da Alfonso Elia: il soggetto è semplice e molto simpatico, i
disegni propongono una suggestiva ed efficacissima ligne lourde.
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