Niente da fare, la struttura più
recente adottata da Il Morto è poco
funzionale al suo godimento. La stretta continuity
che ormai da anni caratterizza la serie rende un po’ difficile seguirla,
soprattutto se tra la pubblicazione di un episodio e quello precedente
sono passati mesi come in questo caso. Tanto più se la singola puntata, proprio
come questo Il Fante di Spade, è
interlocutoria e serve principalmente a introdurre nuovi elementi nel quadro
generale.
Gonni è agli arresti domiciliari
e un mariuolo di cui dovremmo ricordarci dal numero precedente se la passa
ancora peggio essendo finito in prigione: pretende di essere fatto uscire il
prima possibile dal carcere e anche se sembra un imbelle la sua pericolosità
spinge il suo “datore di lavoro” a esaudire la sua richiesta, ma le cose non
andranno affatto come aveva sperato. Tutto questo per presentare il Fante di
Spade del titolo, un ingranaggio in alto (ma sotto il Re di Spade, ovviamente)
della società che traffica in armi. Un buon terzo dell’episodio se ne va così.
Per il resto Peg, mai così tombeur des fammes come stavolta, salva
Gonni da un tentativo di omicidio sempre a opera del Fante di Spade e viene
così messo a parte dell’ubicazione di documenti compromettenti con cui incastrare
i trafficanti d’armi. Cosa che succederà, se succederà, nei prossimi numeri.
La storia è tesa e coinvolgente,
gli intermezzi umoristici sono pochi e quindi ancora più graditi. Ci sono molti
dialoghi ma non manca sul finale un bel po’ d’azione. Il problema è che non avendo
il ricordo dell’episodio precedente ancora fresco in mente sembra di essere
entrati in sala quando è cominciato il secondo tempo del film. Sicuramente il
Coronavirus avrà influito sulle tempistiche di pubblicazione dell’albo, cionondimeno
spero che in futuro la Menhir voglia e possa pianificare meglio l’uscita di
altri episodi-cuscinetto, facendoli uscire per quanto possibile a ridosso di
quelli a cui sono strettamente collegati.
Buona come sempre la prova di
Conforti e Francesconi, sebbene le figure siano a volte un po’ troppo squadrate
(ma che bella la scena in chiaroscuro di pagina 24). In questo numero tra
l’altro abbondano le citazioni, come quella molto simpatica di Edward Hopper a
pagina 17.
In appendice ci sono quindici
tavole di presentazione di Hilka Strix
(testi di Ruvo Giovacca e disegni di Boris Squarcio), immagino tratte dal primo
numero che non sarà disponibile in edicola ma solo alle fiere e online.
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