mercoledì 16 settembre 2020

Il Morto 44: Il Fante di Spade

Niente da fare, la struttura più recente adottata da Il Morto è poco funzionale al suo godimento. La stretta continuity che ormai da anni caratterizza la serie rende un po’ difficile seguirla, soprattutto se tra la pubblicazione di un episodio e quello precedente sono passati mesi come in questo caso. Tanto più se la singola puntata, proprio come questo Il Fante di Spade, è interlocutoria e serve principalmente a introdurre nuovi elementi nel quadro generale.
Gonni è agli arresti domiciliari e un mariuolo di cui dovremmo ricordarci dal numero precedente se la passa ancora peggio essendo finito in prigione: pretende di essere fatto uscire il prima possibile dal carcere e anche se sembra un imbelle la sua pericolosità spinge il suo “datore di lavoro” a esaudire la sua richiesta, ma le cose non andranno affatto come aveva sperato. Tutto questo per presentare il Fante di Spade del titolo, un ingranaggio in alto (ma sotto il Re di Spade, ovviamente) della società che traffica in armi. Un buon terzo dell’episodio se ne va così.
Per il resto Peg, mai così tombeur des fammes come stavolta, salva Gonni da un tentativo di omicidio sempre a opera del Fante di Spade e viene così messo a parte dell’ubicazione di documenti compromettenti con cui incastrare i trafficanti d’armi. Cosa che succederà, se succederà, nei prossimi numeri.
La storia è tesa e coinvolgente, gli intermezzi umoristici sono pochi e quindi ancora più graditi. Ci sono molti dialoghi ma non manca sul finale un bel po’ d’azione. Il problema è che non avendo il ricordo dell’episodio precedente ancora fresco in mente sembra di essere entrati in sala quando è cominciato il secondo tempo del film. Sicuramente il Coronavirus avrà influito sulle tempistiche di pubblicazione dell’albo, cionondimeno spero che in futuro la Menhir voglia e possa pianificare meglio l’uscita di altri episodi-cuscinetto, facendoli uscire per quanto possibile a ridosso di quelli a cui sono strettamente collegati.
Buona come sempre la prova di Conforti e Francesconi, sebbene le figure siano a volte un po’ troppo squadrate (ma che bella la scena in chiaroscuro di pagina 24). In questo numero tra l’altro abbondano le citazioni, come quella molto simpatica di Edward Hopper a pagina 17.
In appendice ci sono quindici tavole di presentazione di Hilka Strix (testi di Ruvo Giovacca e disegni di Boris Squarcio), immagino tratte dal primo numero che non sarà disponibile in edicola ma solo alle fiere e online.

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