L’ambiente della caserma dei genieri è un mix di stereotipi, caricature, citazioni inafferrabili per un italiano e scenette che vorrebbero far ridere senza riuscirci: Zidrou non riesce a trovare il giusto equilibrio fra verosimiglianza e umorismo di grana grossa. Ric fa la conoscenza di tal Garibaldi (!) Tonaleti, italiano sovrappeso preso di mira dai commilitoni, e non può fare a meno di difenderlo e farselo amico. A metà volume finalmente succede qualcosa: è capodanno e Garibaldi, che avrebbe dovuto essere di guardia insieme a Ric (che invece si intrattiene con Nadine in un albergo vicino alla caserma), si imbatte in un soldato dal volto devastato da una fucilata, che gli viene incontro come se nulla fosse. Svenuto per la paura e per l’alcol che ha in corpo, non viene creduto dai graduati, tanto più che all’organico della caserma non manca nessuno. Ma Ric fiuta qualcosa e chiede a Nadine di indagare all’esterno mentre lui lo farà all’interno della caserma.
Ovviamente sarebbe criminale rivelare la soluzione del mistero, do comunque atto a Zidrou di avere imbastito delle buone motivazioni anche se forse ha calcato troppo la mano sulla particolarità del crimine e di chi vi ha preso parte. E comunque tutto passa in secondo piano rispetto al ritmo sincopato, alle battute sceme e ai problemi di caratterizzazione dei personaggi (Ric per primo) di Caduto per la Francia. Anche i disegni di Van Liemt seguono questo andazzo e, già di suo poco attento all’anatomia, stavolta cede alla caricatura vera e propria. Un lettore francese avrà il piacere nostalgico di rivivere un’epoca ricostruita con grande precisione e di giocare a cogliere le citazioni (non credo sia un caso che l’archivista della polizia si chiami Mitteï), il lettore italiano non ha nemmeno questa soddisfazione.
Caso vuole che questa che secondo me è la peggiore delle Nuove Inchieste sia anche quella in cui la cura editoriale ha zoppicato un pochino: a pagina 15 i titoli del giornale in italiano sono stati inseriti senza che venissero eliminati quelli originali francesi, rendendoli illeggibili (per fortuna un personaggio cita quello che viene scritto) e a pagina 24 una nota traduce un’onomatopea che però è stata espunta dalla vignetta in cui compariva in origine – sul tappo di champagne se ne vedono ancora le tracce.
Per fortuna c’è almeno del materiale con cui rimpolpare i Fumettisti d’invenzione.
Nessun commento:
Posta un commento