Stavolta Peg si trova ospite di altri due reduci della “Clinica delle menti perdute”, con rimandi addirittura al numero 2. Non trova la soluzione alla ricerca della sua identità, ma come da prassi consolidata trova una nuova pista che potrebbe fornirgliela. In questo episodio i riflettori sono però puntati principalmente sulla Rosy del titolo, la sicaria di Zaxan che è finita in galera. Anche qui riuscirà a rendersi utile al malfattore, che con le sue conoscenze massoniche non la farà restare in cella per molto. La rete dei mercanti d’armi subisce un duro colpo, ma la fine della storia si preannuncia ancora lontana.
Lama Rosy si concentra principalmente sulla vita nel carcere femminile, descritta con efficacia da Ruvo Giovacca, ma c’è anche un divertente assalto alla villa del Marchini da parte di malintenzionati capitanati dalla moglie di Piergiorgio Stella, che pensano bene di travestirsi con lo stesso costume del Morto (idea che si ritorcerà loro contro)! Niente male come tocco di ironia anche il mazzo di fiori con biglietto che Peg fa recapitare a Rosy alla fine dell’episodio.
Graficamente il livello è molto buono, Piero Conforti viene supportato alle matite da Vasco Gioachini che ha curato anche l’inchiostrazione, con ottimi risultati: vedi l’espressività dei personaggi da pagina 38 a 41.
In appendice la storia breve Colui che sta nell’ombra: i disegni di Dario Tuis sono a livello molto dilettantistico, i testi di Gianluca Javitt Vici T. non li ho capiti o forse questa è solo la prima parte della storia (o forse Tuis non ha saputo rendere bene quello che succede nella vignetta finale).
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