domenica 30 maggio 2021

Enguerrand e Nadine

Enguerrand e Nadine rappresentò l’esordio assoluto di Claudio Villa nel fumetto, avvenuto per l’editore popolare francese Lug grazie ai buoni uffici del suo maestro Franco Bignotti, finora inedito in Italia (benché qualcosina si fosse intravisto a corredo di alcune interviste al disegnatore).

Ad aprire la raccolta dei sei episodi originali c’è un’intervista molto interessante, condotta da Luigi Marcianò, in cui viene appunto evocata la figura umana e professionale di Bignotti e da cui apprendiamo che anche l’apprendistato di un mostro di bravura come Villa non fu né breve né scevro da difficoltà e persino piccole umiliazioni («per oggi basta far danni» gli disse Bignotti dopo aver visto come gli aveva inchiostrato alcune figure negli sfondi di un numero di Mister No!). Oltretutto, grazie a questa intervista scopriamo, e Villa con noi, che l’autore dei testi era Maurizio Torelli, figlio dell’editore e sceneggiatore Tristano.

La vicenda è ambientata in un Medio Evo da fiaba, con poco realismo e una convinta adesione agli stereotipi dell’avventura cavalleresca così come poteva essere formulata per una rivista de poche indirizzata a un pubblico molto giovane. Il conte Enguerrand conosce Nadine, figlia del principe di Vieilfort dopo averla salvata da un agguato e quindi partecipa al torneo per impalmarla. Ovviamente lo vince a dispetto del perfido duca di Gance, che colpisce a tradimento il principe e medita vendetta. Quando i turchi assaltano Gance il duca ne approfitta indicando loro la via per la più ricca Vieilfort, a patto che si prendano pure i tesori ma portino a lui la pulzella. Non tutto va come previsto e Nadine finisce nelle grinfie del capo dei saraceni che la vuole per sé. Enguerrand parte quindi insieme allo scudiero Leopold e alla corpulenta Magda, dama di compagnia di Nadine, al suo salvataggio: affronteranno tempeste, deserti, grotte abitate da lebbrosi e principesse vogliose e avvelenatrici, il tutto calato in un buffo melting pot di popolazioni ostili formato da tartari, turchi, mongoli e quant’altro (tutti ovviamente capiscono perfettamente la lingua degli altri). Non mancherà il lieto fine, anche se Enguerrand ha avuto una fortuna sfacciata e lo sceneggiatore ha un po’ imbrogliato le carte – o forse non si ricordava di aver lasciato il deus ex machina in fin di vita, o forse volle usare proprio lui come colpo di scena, o più semplicemente la serie doveva chiudere senza tante cerimonie!

Ovviamente non è lecito aspettarsi di più da un pocket per ragazzi di fine anni ’70, e oltretutto questa serie era solo il dessert di una testata dedicata al Grande Blek. Non mancano nemmeno didascalie impietosamente desuete con i vari «ma…», «in effetti…», «poco dopo…», ecc. Curioso il verso «fulm», presto abbandonato, che chissà cosa voleva significare; dai contesti in cui i personaggi lo emettono non l’ho capito. La storia procede però incalzante e volendo stare al gioco è abbastanza godibile con i suoi stereotipi e le sue ingenuità, anche se le parti migliori sono i duetti comici tra Leopold e Magda.

Ma ovviamente l’interesse principale di Enguerrand e Nadine sono i disegni del grande Claudio Villa, che pur al suo primo lavoro si difese molto bene. Le anatomie sono molto curate, pressoché ineccepibili, e la regia delle tavole è già professionale. Oltre a essere dinamiche, le sue figure sono anche molto espressive e recitano molto bene: è evidente che pagina 32 abbia fatto (ottimo) uso di fotografie per il volto del principe di Vieilfort. C’è anche spazio per un inaspettato Villa umoristico, assolutamente efficace pur se lo stile rimane realistico.

A volergli trovare per forza dei difetti, si nota che le donne non sono proprio belle e leggiadre come suggerirebbe il contesto, almeno all’inizio. C’è inoltre un sovrappiù di tratteggi che a volte appesantiscono un po’ il disegno (soprattutto nelle vesti femminili), e il buon Leopold a volte è corpulento e a volte sembra atletico.

A titolo di curiosità segnalo qui a lato quella che mi sembra una censura. La scimitarra è troppo sbilenca per essere stata fatta da Villa: in redazione avranno pensato che una spada che entra nel corpo di un nemico fosse troppo truce per il pubblico di riferimento e avranno corretto il disegno di conseguenza.

Ancora più curiosa è una correzione che invece potrebbe essere stata pensata per correggere una censura. Nadine si libera con un coltello che poi diventa un meno cruento randello, ma il colorista ripristina la situazione ricreando la lama coi colori e nascondendo il bastone mimetizzandolo con lo sfondo. Chissà, forse non fu una censura corretta in corsa ma Villa si era confuso in fase di disegno o forse era proprio la sceneggiatura che prevedeva un cambio di arma e il colorista non lo sapeva.


Avendo usato gli albetti originali per fare le scansioni la qualità di stampa non è certo ottimale, ma considerando l’età media dei probabili acquirenti la cosa potrebbe anche non essere troppo rilevante. Nemmeno io mi sono accorto di quanto i tratteggi fossero e dentellati e impastati finché non mi sono tolto le lenti a contatto.

Il volume non è proprio economico (faceva parte della quota associativa dell’ANAFI, ovviamente) ma a fronte di una spesa di 30 euro offre ben 256 pagine di cui quelle a fumetti (240) a colori, oltre all’intervista d’apertura che come ricordato è molto interessante. Inoltre la copertina è un bell’inedito a colori realizzato appositamente da Villa.

6 commenti:

  1. A me non è proprio piaciuto questo libro. Uno di quelli che non fosse stato compreso nella quota associativa e l'avessi dovuto pagare a parte, non l'avrei mai preso! Sarà colpa della colorazione e della pessima stampa, ma non assomiglia al Villa delle copertine di Tex. Sono d'accordo sulle considerazioni a proposito della recitazione, della dinamicità e sulla scarsa bellezza delle donne, ma avrei preferito un'operazione di decolorazione come è stata fatta per alcuni episodi di Larry Yuma o per lo Zorro di Alex Toth.

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    1. Beh, è innegabile che il valore del volume risieda nella curiosità di vedere i primi passi di Villa (non per beccarlo in castagna: sono comunque delle belle tavole), ciononostante io l'ho apprezzato anche per i molti retroscena riportati nell'intervista e per la storiella che si legge tutta d'un fiato essendo indirizzata a un pubblico di bambini.
      Pensa che tu almeno non l'hai pagato! :D

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    2. 75 euro l'anno per la quota associativa: quattro numeri della rivista (che poi sono venduti a 10 euro l'uno) e 2 libri, che hanno prezzi variabili secondo le dimensioni.

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    3. Però hai i volumi in anteprima: avevo già adocchiato questo volume allo stand ANAFI qualche Lucca fa ma giustamente non poterono vendermelo perché non era ancora passato un anno dalla sua uscita.

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  2. Come cavolo si fa a liberarsi con un randello?
    Ricordo l'intervista su FDC dove c'erano alcuni disegni tratti da Enguerrand et Nadine.
    Niente affatto brutto per essere la prima prova seria di Villa, io ci vedo anche un po' di Wol ... cioé, volevo dire, del "Cavaliere sconosciuto" di Marcello, ma forse sarà per il nome della protagonista.

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    1. Col pugnale ti liberi dalle corde e poi col randello (che provvidenzialmente si trovava proprio lì!) meni colpi ai cattivi. La mia esperienza coi giochi di ruolo mi insegna che è più facile usare un'arma contundente che una lama.
      Ovviamente anch'io mi riferivo a quel numero di Fumo di China, dell'indimenticabile serie in formato bonelliano di Alessandro!

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